Un manifestante palestinese lancia una pietra contro alcuni soldati israeliani a Hebron, in Cisgiordania, il 18 ottobre del 2015. (Mussa Qawasma, Reuters/Contrasto)
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha annunciato una visita a sorpresa in Israele e in Palestina. Il diplomatico incontrerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu oggi pomeriggio a Gerusalemme, e Abu Mazen, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, domani a Ramallah.
Oggi un palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano vicino alla città di Hebron, in Cisgiordania. L’uomo avrebbe provato ad accoltellare un soldato. Sempre nei pressi di Hebron, un colono israeliano è morto dopo essere stato investito da un palestinese. Secondo un fotografo dell’Associated Press che ha assistito all’episodio, dei manifestanti palestinesi avrebbero lanciato pietre contro l’automobile del colono, che dopo essere sceso dal veicolo avrebbe cominciato a colpire delle auto palestinesi con un bastone. Infine un palestinese alla guida di un camion, uno dei veicoli attaccati dall’israeliano, lo ha investito. Successivamente, l’uomo alla guida del camion è andato dalla polizia palestinese dicendo che si era trattato di un incidente.
Nella notte alcuni militari israeliani hanno distrutto l’abitazione di un palestinese, Maher Hashlamoun, colpevole di aver investito, accoltellato e ucciso una donna israeliana in Cisgiordania l’anno scorso. La famiglia dell’uomo ha dovuto abbandonare l’appartamento. Il governo israeliano ha accelerato le procedure di demolizione delle case dei palestinesi autori di attacchi mortali, ma le organizzazioni che si occupano della difesa dei diritti umani hanno denunciato questa pratica come una forma di punizione collettiva contraria al diritto internazionale.
Un gruppo di manifestanti palestinesi si è scontrato con l’esercito israeliano a Beit El, un insediamento israeliano vicino a Ramallah, in Cisgiordania. I militari hanno usato gas lacrimogeni per disperdere la folla.
La protesta era stata organizzata dopo l’arresto di Hassan Yusef, uno dei più importanti esponenti in Cisgiordania di Hamas, l’organizzazione che controlla la Striscia di Gaza dal 2007. Le autorità israeliane lo accusano di aver incitato i palestinesi e gli araboisraeliani a compiere attacchi terroristici.
Gli episodi di violenza si sono intensificati dall’inizio di ottobre, quando è cresciuta la tensione intorno alla Spianata delle moschee, per la presunta intenzione di Israele di modificare lo status del luogo sacro sia per gli ebrei sia per i musulmani. Da allora 45 palestinesi sono stati uccisi negli scontri con le forze israeliane in Israele, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, e otto israeliani sono morti dopo essere stati attaccati da arabi israeliani o palestinesi. Un migrante eritreo è stato ucciso per sbaglio, perché scambiato per il complice di un attentatore.
Fonte: Internazionale