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Bancarotta fraudolenta, “Wind Jet”: arrestati il presidente Pulvirenti e l’ad Rantuccio

Creato il 29 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

L’ex patron del Calcio Catania, Antonino Pulvirenti, è stato arrestato questa mattina dai militari del comando provinciale della Guardia di finanza del capoluogo etneo nell’ambito dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta della compagnia aerea Wind Jet, di cui era presidente. Un analogo provvedimento del gip è stato eseguito nei confronti Stefano Rantuccio, amministratore delegato della società. Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito gli arresti sulla base di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Catania.

(planespotters.net)

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Bancarotta fraudolenta, “Wind Jet”: arrestati il presidente Pulvirenti e l’ad Rantuccio. Gli uomini della Guardia di Finanza di Catania hanno arrestato Antonino Pulvirenti e Stefano Rantuccio – rispettivamente presidente e amministratore delegato della compagnia area poi fallita “Wind Jet Spa” – per il reato di bancarotta fraudolenta. Il provvedimento è scattato sulla base dell’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Catania. I particolari dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10, presso i locali della Procura della Repubblica di Catania alla presenza del Procuratore Capo, Dott. Michelangelo Patanè.

I dettagli dell’inchiesta. La Procura di Catania nel luglio del 2015, nell’ambito dell’inchiesta “Icaro” aveva indagato 14 persone, tra cui proprio l’ex patron del Catania Calcio Pulvirenti, per il dissesto di Wind Jet, società ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. La compagnia low cost sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa 500 dipendenti, che firmarono la cassa integrazione a tempo indeterminato. Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiurò il fallimento della compagnia ed ottenne il 92% di sì dai creditori.

Secondo la Procura etnea le indagini delle Fiamme gialle, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito, avrebbero consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro “per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005″. Le perdite, sostiene l’accusa, sarebbero state occultate nel bilancio al 31 dicembre del 2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio consistita nella cessione – e retrocessione dopo pochi anni – del marchio Wind Jet in favore della Meridi spa per 10 milioni di euro. Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di società estere che avrebbero predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre 40 milioni di euro. (AGI)


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