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Solo due parole oggi, perché è domenica ed è giorno dedicato al riposo e in più fa caldo. Continuo a leggere pezzi di gente che sono stanchi di sentire falsità sulla Grecia perché i prestiti sono andati alle cattive banche affamatrici e non al popolo e che i Greci vanno in pensione dopo i tedeschi. Non capisco se è semplice mancanza di conoscenza dei fatti o se è vera e propria malafede, o semplicemente una adesione acritica a qualche ideologia. Sulle pensioni, spiegatemi per piacere come mai, dato che secondo le varie tabelle mostrate che evidenziano come i Greci vadano in pensione più avanti di tutti, il piano Tsipras preveda proprio la definitiva eliminazione delle (future) pensioni cosiddette baby. Forse la verità è che la (recente) legge teorica prevedeva quella età ma le eccezioni sono così tante da rendere possibile per la maggioranza andare in pensione a 50 anni (come è avvenuto del resto fino ad adesso). Infine due parole sulle cattive banche. Ormai questo è uno dei nuovi grandi nemici inventati dal credo populista (di destra e di sinistra finalmente unite) per poter dare la colpa agli altri delle proprie manchevolezze.
La banca non è un edificio dentro il quale c'è uno gnomo di Zurigo o un Paperone che nuota nella vasca delle monete d'oro. E' un negozio che compra e vende soldi e che svolge alcune attività assolutamente indispensabili, se si accetta una società basata sullo scambio di beni attraverso una unità di conto chiamata denaro. Ad esempio non ci potrebbe essere imprenditoria se chi vuole finanziare un'impresa non trovasse nessuno che gli presta soldi e per un piccolo risparmiatore non è ancora stato escogitato un modo migliore per far fruttare o semplicemente conservare, protetto, il suo piccolo peculio, frutto del suo lavoro e del suo risparmio. Dietro la banca, non c'è il ricco epulone, ma un enorme numero di cittadini, che lì ha messo i propri risparmi grandi o piccoli. Se la banca a causa di una cattiva o mendace o incapace o semplicemente sfortunata amministrazione fallisce, cioè se va in rosso comprando e vendendo la sua merce (i soldi), come qualunque negozio che vende merluzzi o stoffe, perdono tutto i cittadini (a decine di migliaia) che ci stanno dietro, non lo gnomo di Zurigo.
Quando lo stato decide di "salvare" una banca, lo fa perché è molto più conveniente farlo per l'intera comunità che non lasciarla fallire, come ha ben dimostrato il caso Leman Br. L'intera comunità (e non solo le migliaia di piccoli azionisti, obbligazionisti e depositanti) ci rimette. Ad esempio in Italia, lo stato dovrebbe coprire (a spese di tutta la comunità) i depositi fino a 100.000 euro dei risparmiatori, in pratica quasi tutti. Il "salvataggio" è un calcolo che si fa, in cui si ritiene che la comunità intera perderà meno soldi che lasciando fallire la banca stessa, per esempio al MPS sono stati dati 7 mld di Tremonti Bonds, che era un prestito, ma che molti politici infami, subito creduti dai propri sostenitori, sbandierano come fosse nella categoria delle spese di bilancio, facendo finta di ignorare che, essendo già stati tutti restituiti, essendo onerosissimi, per lo stato sono stati un ottimo affare. Così si continua a ripetere a campana rotta che i prestiti alla Grecia non sono andati ai cittadini ma regalati per "salvare" le banche francesi e tedesche. Posso dire o no anche io che mi sono stufato di sentire ripetere questa banale inesattezza (mezza verità usata per dimostrare il falso)?
Le banche private avevano prestato una montagna di soldi alla Grecia ed i vari governi greci invece di usarli per far progredire il paese rafforzandolo, in tutti i modo in cui dovrebbe essere un paese moderno, li hanno distribuiti a pioggia qua e là, intascandosene parte e sprecandoli per acquisire consenso, evitando di fare le riforme necessarie a rendere efficiente il paese, con grande gaudio di tutti i cittadini greci che ne hanno potuto approfittare e grazie a questi prestiti in 10 anni il reddito medio greco si è quasi triplicato, senza giustificazione reale, elargendo pensioni a tutti, moltiplicando il sistema amministrativo, raddoppiandone gli stipendi, senza far pagare tasse a nessuno (armatori inclusi), senza asset reali che sostenessero questi regali. La successiva occasione è stata perduta con le Olimpiadi che hanno aggravato ancor di più la situazione. Quando è stato il momento di restituire si è visto che il debito non era più sostenibile.
Allora la comunità degli stati ha valutato (a mio parere giustamente) per tutti i cittadini, che fosse molto più dannoso far fallire queste banche e si è accollata il credito più volte, attenzione, dopo che questo è stato tagliato della metà! Questo non vuol dire quindi che i soldi sono andati alle banche. I soldi sono andati ai Greci che li hanno sperperati; poi, per limitare il danno ai cittadini europei, è stato solo cambiato il creditore, dopo averne cancellato la metà. E basta anche parlare di usura, che qui il falso non ha limiti, infatti i tassi applicati su questi prestiti, sono molto più bassi (in alcuni casi addirittura sospesi) di qualunque altro prestito fatto a singoli stati. Oh, mi sono sfogato! Ciò detto concludo dicendo che dal punto di vista economico puro converrebbe comunque all'Europa, lasciare andare la Grecia, anche se dal punto di vista geopolitico ci sono altre considerazioni in senso contrario, non escluso le ripercussioni tragiche e dannosissime causate dalle scorie dei populismi interni ad ogni stato.
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