Dta
L'eccedenza, che genera le cosiddette imposte anticipate, è deducibile in 18 quote annuali. Negli altri ordinamenti europei, invece, le banche hanno in genere la possibilità di dedurre integralmente le rettifiche sui crediti. Il sistema italiano, dunque, genera notevoli attività fiscali differite (Dta, Deferred tax asset) che, in base alle regole di Basilea 3, superata una certa soglia vanno a ridurre il capitale di migliore qualità (common equity), aumentando di conseguenza, il fabbisogno patrimoniale. Per le banche italiane, secondo recenti stime, le attività fiscali differite avrebbero comportato una necessità di capitale aggiuntivo di 16 miliardi. Insomma, un notevole svantaggio competitivo per il sistema Proprio per evitare questo effetto, spiega la relazione tecnica che accompagna il maxiemendamento del governo, è stato previsto un meccanismo di conversione automatica delle attività in crediti d'imposta da utilizzarsi in compensazione delle Dta, al verificarsi di perdite di esercizio accertate nel bilancio approvato dall'assemblea. In questo modo, aggiunge la relazione, le Dta sarebbero smobilizzabili e, pertanto, concorrerebbero all'assorbimento delle perdite al pari del capitale e delle altre riserve e, dunque, pienamente riconoscibili ai fini della vigilanza. La norma, in sostanza sterilizzerebbe l'effetto delle attività fiscali differite mettendo le banche italiane sullo stesso piano di quelle estere.
Dott Fabio Troglia
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