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Banchetto di nozze: a tavola con gli Etruschi

Da Stefaniapianigiani @enogastrogarden
crostini cavolo nero e lardo le torri di san gimignano soppressa di polpo lagane al ragù di cinta composizione tavolo matrimonio tortelli pere e pecorino passatino lenticchie decorticate livia beni lady chef antipasto etrusco tavolo degli sposi crostini toscani tavolo addobbo matrimonio schiacciata con l'uva e musulm gottino scottiglia alla senese

Devo dire che se mi facessero una domanda a bruciapelo, ammetterei senza indugi che all’italiano se venissero a mancare il pomodoro e le patate in cucina, sarebbero dolori…Invece se uno ci pensa un attimo, e si ricorda delle lezioni di cucina, fatte da Livia Beni, un pranzo lo fa eccome anche senza questi ingredienti. E perfino un pranzo di nozze!

In un mondo dove predominano buffet, cene  seriali solo carne, solo pesce o 50&50, con tanto di sorbetto al limone  servito a metà, durante la cena del giorno più bello, la cena etrusca, o meglio il banchetto, è qualcosa di insolito e speciale.

Livia Beni, che è anche una storica, riguardo alla cucina etrusca, tanto che per mettere insieme questo menu ha effettuato ricerche storico-gastronomiche. L’altra sera a un matrimonio a San Gimignano, ha messo a frutto, oltre alla cucina, anche la parte ” artistica e pittorica”, componendo le decorazioni sui tavoli, con  rami di ulivo e pere. Originale, anche il tema dei tavoli, dedicati alle città etrusche: Chiusi, Tarquinia, Tuscania, Vulci, Arezzo, Talamone, Populonia…

Il trionfo in tavola è partito con l’aperitivo, in gran parte composto di frutta fresca e secca, accompagnati da formaggi vari, creando insoliti abbinamenti, che meritano un post a parte. Ma scordatevi le bollicine! Il nettare degli dei era il Mulsum, ovvero il vino rosso mielato….

Di antipasto una girandola di salumi di cighiale, crostoncino di cavolo nero e lardo di cinta, crostino con la beccaccia, quello con  i funghi, i dolici (fagioli con l’occhio) conditi con il Garum di acciughe.

Piatto d’intramezzo il passatino di lenticchie con crostini informaggiati, come primo le lagane (stracci di pasta), fatti con acqua, farina e olio, conditi con il sugo di cinta senese,  mentuccia e  zucchine. A seguire 3 ravioli ripieni di pecorino e pere, conditi con caramello d’uva: la tradizione vuole che siano uno per lo sposo, uno per la sposa, e l’altro per il sacerdote.

La soppressa di polpo in salsa agrette, e la scottiglia: un insieme di vitello, maiale, faraona e galletto accompagnati da fagiolini.

Per concludere, prima dell torta degli sposi, anche quella fatta in casa, mignon di schiaccia all’uva rossa e ancora Mulsumm, servito nei gottini! Un menu insolito, per un pranzo di nozze  davvero originale.

Questa è la sua scuola di cucina:

http://lafinestradistefania.simplicissimus.it/2010/10/31/atelier-del-gusto-scuola-di-arte-culinaria-e-pittorica-a-poggibonsi/


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