Magazine Società

"banchieri": storie di un banditismo contemporaneo?

Creato il 22 dicembre 2013 da Alessandro @AleTrasforini
I risultati di un'economia in trappola consegnano una situazione che, ormai dal 2008, sembra non conoscere via d'uscita alcuna: una finanziarizzazione incontrollata (ed incontrollabile?) ha innescato un circolo vizioso che ha di fatto massacrato società e sottratto risorse "appartenenti" alla ricchezza "reale".  Parole un tempo (troppo) sconosciute sono diventate quasi all'ordine del giorno: spread,btpbundswap, [...]. La complessità del meccanismo si è (volutamente?) inceppata e fermata, per una serie di cause che rischia di essere impossibile comprendere nella loro totalità. A tutt'oggi, infatti, è oggettivo affermare che le scienze economico-finanziarie siano di una difficoltà secondaria solamente alla loro importanza. La questione fondamentale ed urgente dovrebbe essere, fino a prova contraria, molto semplice da pensare ma altrettanto complessa ed intricata da attuare: informarsicapirne di più.  E' anche da queste riflessioni che parte e si dirama l'opera "Banchieri - Storie dal nuovo banditismo globale", scritto dal giornalista Federico Rampini. La situazione allarmante ed estrema è riportata nell'anticipazione sin dalla copertina del testo stesso: 
"La crisi economica scoppiata nel 2008 [...] sembra non avere fine, in Italia come in Europa: nonostante i Governi e gli economisti si arrovellino sulle misure da adottare, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, i consumi crollano. [...] Federico Rampini non si chiede a 'che cosa' imputare la colpa ma piuttosto a 'chi' [...] Rampini racconta chi sono i banchieri di oggi, come abbiano potuto adottare comportamenti tanto perversi, assumersi rischi così forti e agire in modo talmente dissennato da provocare un'autentica 'Pearl Harbour' economica, sprofondando l'Occidente nella più grave crisi economica degli ultimi settant'anni.  E tutto questo, contando sempre sulla certezza dell'impunità. A pagare [...] sono infatti i cittadini dei paesi sulle due sponde dell'Atlantico [...]: crescenti disuguaglianze, precarietà del presente, paura del futuro. [...]"
Dinanzi all'estrema complessità di un meccanismo da riparare, dovrebbe essere necessario disporre di un meccanico altrettanto bravo ed esperto che possa capire le ragioni del danno per poter intervenire e porre rimedi con prontezza ed efficacia. Il tempo di intervento da richiedere dovrebbe essere breve, al fine da permettere la possibilità di fare il meno male possibile. Condizionale d'obbligo, viste le recenti condizioni perduranti. L'autore assimila il periodo attuale ad un "tunnel apparentemente infinito", a cui ad ogni (forma di) crisi ne segue un'altra con l'unica certezza di massacrare quella risorsa identificabile come economia reale.  Ben vengano, dunque, intenti positivi e non votati all'esclusivo complottismo di maniera per fare chiarezza su un fenomeno così devastante come questo.  Gli intenti ed i propositi dell'autore sembrano essere infatti chiari sin dalla premessaintroduttiva al libro: 
"[...] Se rinasco, in un'altra vita vorrei insegnare l'economia ai bambini.  Perchè crescano armati degli utensili giusti, perchè nessuno li possa arginare con il linguaggio dei tecnocrati.  Dare un volto e un nome ai colpevoli è uno degli obiettivi di questo libro.  Dobbiamo riconoscerli, per non cadere nelle loro trame. [...] Il sistema economico che abbiamo ereditato ci sta rubando il futuro, sta logorando gli ultimi nostri sogni: per noi, per i nostri figli. Chi lo aveva detto per primo non fu creduto, e già ne paghiamo un prezzo pesante.  [...] nelle nostre strategie di resistenza quotidiana, nelle pieghe della vita, stanno germinando le idee che ci salveranno. Chi ci vuole scoraggiare da questa ricerca, ha dalla sua la micidiale saggezza del Gattopardo: tutto cambi, se vogliamo che tutto rimanga com'è.  Ma non possiamo più permettercelo, che tutto rimanga com'è. Oggi restare fermi vuol dire avere la certezza di essere ricacciati indietro.[...]"
Come poter fare, dunque, per non essere 'ricacciati indietro'?  Se la domanda è facile ed immediata, purtroppo, le possibili risposte rischiano di non esserlo altrettanto.  Cercare comunque di adoperarsi per tentativi nell'inseguimento di soluzioni utili è unamission a cui dovrebbe essere impossibile sottrarsi, viste le tremende urgenze e gravità dell'argomento in questione.  Il viaggio attraverso la possibilità di indagare dentro tali fenomeni è una possibilità dall'autore strutturata scrivendo quanto sinteticamente illustrato nel seguito: 
  1. I colpevoli - primaria è la necessità di comprendere chi siano davvero gli autori di questo devastante fenomeno, tutt'ora senza uscita. In un periodo in cui la crescitasembra latitare a vantaggio di fenomeni quali recessione e/o decrescita, pertanto, la necessità di comprendere come dove certi fenomeni siano nati dovrebbe essere primaria e fondamentale al fine di garantire al sistema una continuità post-crisi;
  2. Il crimine paga - l'urgenza di scoprire chi ha (volutamentetessuto trame che hanno assunto contorni criminali rischia di essere, a tutti gli effetti e semplificazioni possibili, un dato di fatto o quantomeno una vicenda giustificabile. Non meno urgente dovrebbe essere, a tal proposito, la necessità di individuare quelli che sono gli autori impuniti a seguito di processi simili di speculazione incontrollataeccessiva finanziarizzazione, [...];
  3. Le onnipotenti: FED e BCE - le potenzialità ed i ruoli crescenti (ma soprattutto futuri) rivestiti dalle banche continentali stanno assumendo un peso che, in sempre più occasioni, sembra superare quello delle autorità sia politiche che tecniche. Questi 'arcangeli' moderni sono i soli a poter immettere liquidità nel sistema, potendo realizzare nei fatti quelle realtà tanto invocate chiamate 'sovranità monetaria' o 'stampare moneta'. E' inoltre sempre vero che la possibilità di stampare moneta equivale alla creazione di posti di lavoro e/o ripresa economica?
  4. Il danno sociale - in questa contemporaneità le entità dei danni riscontrati stanno causando fenomeni di doppio lavoro per singola vita, creazione di 'eserciti' di disoccupati ed inoccupati. Quantificare questa emergenza rischia di essere il primo passo da compiere per cercare di risolverla al meglio (od al meno peggio) possibile;
  5. Il rigetto - Se un cambiamento può causare paura, altrettanto timore può essere provocato da un cambiamento inaspettato. La reazione di allerta potrebbe essere una conseguenza di questa crisi deflagrante e involutiva, specialmente nei confronti di unasocietà che sta vedendo acuirsi sempre più disuguaglianze e disparità;
  6. Il lavoro che verrà - la crisi economico-finanziaria ha prodotto, produce e potrà continuare a produrre folte schiere di giovani e meno giovani, aventi in comune detti quali 'zero sogni' od ancora 'zero aspettative'. Ripartire da loro è fondamentale, in quanto prime vittime di questo cortocircuito sistemico;
  7. In cerca del nuovo - La ricerca del nuovo è un processo che dovrebbe investire la ricerca di molteplici soluzioni fra quelle realmente sostenibili e possibili, al fine di costruire un domani permeato dalla minor probabilità di incorrere in errori simili a quelli compiuti in passato. Tale obiettivo è una mission da costruire sotto i concetti diprotesta costruttiva e/o proposta consapevole
Il periodo che si attarda a concludersi dovrebbe aver consegnato a popolazioni e cittadini di questo mondo una semplice ma esaustiva 'lezione': non è nelle soluzioni facili ed improvvisate che si nasconde il rimedio vero e duraturo all'(apparente?) onnipotenza di certi errori.  La (ri)costruzione di un nuovo modello economico è una missione che deve sì trarre spunto dagli errori passati, ma anche approfittare degli orizzonti e dei fini che la stessa economia vuole nuovamente tornare ad inseguire: crescita subordinata ad equità ed uguaglianza, sviluppo economico sostenibile subordinato a fenomeni di finanziarizzazione indiscriminata ed incontrollata, [...].  Una possibile via d'uscita potrebbe consistere anche nell'applicazione globale della cosiddetta resilienza, definita dall'autore del libro nel seguente modo:
"[...] Per gli ingegneri descrive la capacità di un materiale  di resistere agli urti senza spezzarsi. Per gli psicologi è la risorsa che consente un recupero più rapido dopo una depressione, aiuta a superare traumi e dolori. In ecologia riassume una forza intrinseca degli ecosistemi: la predisposizione a ritrovare l'equilibrio dopo uno shock esterno. [...] Stiamo tentando di risollevarci dal più grave 'shock sistemico' che abbia mai colpito economia mondiale dopo la Grande Depressione degli anni Trenta.  Capire cosa ci rende resilienti di fronte a questo genere di catastrofi può essere essenziale per evitarle in futuro. O meglio: per ridurre i danni, sociali ed umani, quindi ripartire al più presto. [...]"
Senza scrivere della probabile necessità di effettuare una sorta di alfabetizzazione economica di massa che sappia coinvolgere le generazioni future.  A lettori (e futuro) le ardue sentenze. 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :