Banda larga: paghino anche Google, Facebook e Yahoo

Da Pinobruno

Il dibattito è vecchio quanto la rete, e si ravviva alla vigilia di ogni grande investimento infrastrutturale. I gestori italiani delle reti presentano il conto ai grandi utilizzatori delle reti. Lo ha fatto ieri l’amministratore delegato di Fastweb, Stefano Parisi, lo ha ripetuto oggi il suo collega di Telecom Italia, Franco Bernabè. Il discorso è questo, in soldoni. Se mi intasi le autostrade con i tuoi immensi convogli, devi pagare congruo pedaggio. Destinatari del messaggio Google, Facebook, Yahoo e compagnia, cioè le Over the Top di internet.

Senza investimenti sulle infrastrutture, tra cinque-sei anni la rete sarà così...

Insomma, se il governo lesina soldi sulla banda larga, si bussa alla porta dei privati. D’altronde, se non si posa la fibra ottica, se non si potenziano le centrali, l’intasamento sarà inevitabile, per reti fisse e mobili. Ieri Stefano Parisi ha indossato i panni di Cassandra, annunciando altri cinque-sei anni di vita delle telecomunicazioni italiane: “non reggeranno più perché’ il traffico sta aumentando in maniera esponenziale”.

Senza investimenti la rete rischia di arrugginirsi

Parlando di Google, l’AD di Fastweb non ha pronunciato la parola parassita, ma ci è andato vicino: “riescono a portare a casa ricavi senza compartecipare alle spese della reteâ€�. Gli ha fatto eco Franco Bernabè: “l’attuale modello di business che ha consentito agli Over The Top di raggiungere, a livello mondiale, ricavi totali analoghi a quelli conseguiti dagli operatori di rete per l’accesso ad Internet (circa 130 miliardi di euro nel 2010), pur non essendo gravati dagli elevati investimenti infrastrutturali di questi ultimi“.

D’altronde nei prossimi quattro anni serviranno trenta miliardi di euro, per far fronte all’adeguamento/potenziamento delle telecomunicazioni italiane. Per questo, chiedono Parisi e Bernabè, Google & C. devono mettere mani al portafogli. Altrimenti?  

Non è problema di oggi, non è problema solo italiano. Già tre anni fa i fornitori britannici di servizi on line presentarono il conto alla BBC, ritenuta colpevole di intasare la rete  con i suoi programmi on line….senza ottenere risposte.


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