Ancora una volta il blog WWW.POESIAELETTERATURA.IT – Canto e parole nell’era dei sentimenti estinti… si occupa di musica presentando una band.
La band in questione si chiama BANDA POPOLARE DELL’EMILIA ROSSA. Nata nel 2011, si propone come una band rivoluzionaria in epoca post-moderna, attenta ai problemi sociali, immersa nel quotidiano di una realtà non molto rosea per la gente comune, in una parola, per il popolo. La sua musica forse vuole ridare speranza ad una nazione che sembra averla persa da tempo e insieme conservare la memoria collettiva di giorni passati importanti per un intero popolo. Ci auguriamo che sia davvero così.
Francesca Rita Rombolà ha posto alcune domande alla band per farla conoscere meglio e per capire.
D-Ciao ragazzi, mi chiamo Francesca Rita Rombolà. Sono poetessa e scrittrice, scrivo sul blog WWW.POESIAELETTERATURA.IT - Canto e parole nell’era dei sentimenti estinti… Innnanzitutto vorrei fare una premessa: sono molto legata alla data del 25 aprile 1945 per via di mio padre, eroe della Resistenza morto negli anni settanta del secolo scorso quando ero ancora una bambina e il cui ricordo e il cui affetto saranno sempre nel mio cuore fino all’ultimo istante della mia vita. Vedo che anche per voi questa data riveste una certa importanza. Per la formazione della vostra band vi siete ispirati al 25 aprile 1945 e a ciò che rappresenta per il popolo italiano?
R-Ciao Rita, innanzitutto grazie per l’interesse e l’attenzione nei confronti del progetto musicale della nostra Banda. Il 25 aprile del ’45 (come il 25 aprile del ’75 in Portogallo) rappresenta una data centrale per la nostra formazione non solo perché fu la data in cui la classe operaia e i partigiani dimostrarono che anche in Italia è possibile cambiare (e si sarebbe potuto cambiare non solo forma di governo ma anche sistema socio-economico), ma anche e soprattutto perché è la data che più è stata vittima di revisionismo storico in questi anni.
Dato che, come disse Orwell: “Chi controlla il passato controlla il futuro, gli sfruttati di questo paese devono tornare ad appropriarsi di ciò che gli appartiene”. Riappropriarsi del 25 aprile del 1945 significa porre le basi ideologiche per poter costruire un nuovo, prossimo 25 aprile. Ne abbiamo davvero bisogno!
D- Musica e rivoluzione possono andare d’accordo e camminare insieme, secondo voi?
R- Gli Area,uno dei gruppi che più hanno segnato la formazione musicale oltre che politica di molti di noi, compose un meraviglioso brano intitolato “Gioia e Rivoluzione”. Valerio Evangelisti, nella sua anche troppo lusinghiera recensione del nostro primo disco sul suo blog “Carmilla online”, ha giustamente ricordato come da sempre il movimento operaio (che è il motore per definizione della rivoluzione) in ogni periodo di conflitto di classe ha accompagnato le lotte con canti e musiche, la cui funzione è proprio quella di creare coscienza e consapevolezza facendo anche divertire, cantando e ballando. Lo stupore e il timore reverenziale di Romiti nel vedere gli operai cantare, ballare e ridere davanti ai cancelli della Fiat durante i 35 giorni di sciopero del 1980, in quegli stessi giorni in cui lui non riusciva a prendere sonno per paura di perdere tutto. Noi siamo, allo stesso tempo, quella gioia operaia e quella paura padronale. Perciò, in sintesi la risposta è mille volte si!
D-Sogno da sempre un mondo libero, senza costrizioni; una società dove il denaro non conti e gli esseri umani, uomini e donne, non abbiano più condizionamenti di alcuna natura, siano tutti uguali e lo spettro della fame e della povertà non allunghi più i suoi tentacoli sulla vita quotidiana di ciascuno. Resterà il sogno di un poeta ribelle, un’utopia per sognatori folli o un giorno diventerà un progetto veramente realizzabile? Cosa ne pensate?
R- Se il 25 aprile del ’45 ha dimostrato che sarebbe stato possibile anche in Italia, il 7 novembre 1917 (la rivoluzione Russa) ha dimostrato che è possibile cambiare il mondo. E fu proprio nei primi anni della rivoluzione, prima della sua degenerazione stalinista, che l’arte ebbe il suo più splendente rigoglio.
D-In che modo riproponete al pubblico i canti di lotta partigiana o le canzoni che scrivete e musicate?
R- Cercando di “modernizzare” quei canti tradizionali con un miscuglio di generi e musiche. Parlano per tutte, ci pare, le nostre versioni di “Bandiera Rossa” e “Sebben che siamo donne”. Lo stesso vale per i nostri brani inediti come “Mimma e Balella (per Irma Bandiera e Gabriella degli Esposti)” e “Riscossa Operaia”. Ci piace definire la nostra musica col termine “internazionalista”. È il nostro genere, se così possiamo dire.
D- Bene. Musica e poesia, poesia e musica. Canto, parole, libertà di esprimersi, di essere e di sentirsi liberi; “Canto e parole nell’era dei sentimenti estinti…” Il vostro parere al riguardo.
R- In realtà non crediamo che i sentimenti, se per sentimenti intendiamo le emozioni e le attitudini umane più squisitamente sociali e quindi più generose e “belle”, siano estinti. Sono certamente repressi e sopiti dall’individualismo che l’ideologia egoista ed “arraffona” di questa società impone. Una ideologia che contrasta palesemente con l’attitudine innatamente sociale dell’umanità. Il capitalismo è disumano e va spazzato via. Le classi subalterne, cioè la stragrande maggioranza della popolazione, non hanno nulla da perdere se non le proprie catene. Hanno tutto un mondo da guadagnare e costruire, un mondo di parole, canzoni e sentimenti profondi e liberi.
D-Grazie mille –
(Francesca Rita Rombolà)
R- Grazie ancora a te per il tempo che ci hai voluto dedicare.
(Banda POPolare dell’Emilia Rossa)
LINE UP:
Francesca Parlati, studentessa precarissima (Tastiera e Voce) Giuseppe Violante, Rsu Fiom Maserati (Batteria)
Matteo Parlati, Rsu Fiom Ferrari (Basso)
Marco Pastorelli, Rsu Fiom Crown (percussioni autoprodotte) Manuel Carrabs, dipendente arci per forza, chitarrista per professione (Chitarra Solista)
Federico Ferrara, insegnante precarissimo (Tastiera)
Paolo Brini, Comitato Centrale Fiom (Voce)
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