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BANDE O FAZIONI? - Dietro le quinte del Teatro Vittorio Emanuele di Messina

Creato il 25 agosto 2013 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi
BANDE O FAZIONI? - Dietro le quinte del Teatro Vittorio Emanuele di Messina
La scelta che il sindaco Renato Accorinti ha fatto per la presidenza dell'Ente Teatro di Messina non è stata (come sicuramente era nelle intenzioni) super partes. In occasione di questa nomina, infatti, si è assistito alla lotta di due "bande armate" (di argomenti naturalmente) o meglio di fazioni. Niente malviventi, s'intende, anzi benviventi, dato che si tratta di persone appassionate e professionali che vivono di teatro e per il teatro. Una lotta di potere, comunque. Da una parte la fazione che ha candidato Gigi Spedale, affiancato dal suo socio Vincenzo Tripodo, con la regia del chiarissimo professore Dario Tomasello. Dall'altra il candidato Maurizio Puglisi (poi l'"eletto"), affiancato, sostenuto, consigliato eccetera dal suo socio Ninni Bruschetta. Dietro Spedale una folta schiera di attori e compagnie messinesi. Non ha preso posizione il gruppo Giuseppe Ministeri - Angelo Campolo - Annibale Pavone, impegnato a costruirsi un solido avvenire e attento a non essere nemico di nessuno. Sullo sfondo il duo Scimone - Sframeli che, forti del loro successo, sono poco interessati alle lotte di potere a Messina, anche se con una leggera pendenza per il gruppo Tomasello che su di loro ha pubblicato un libro. 
Devo subito dire che Maurizio Puglisi è una persona competente, seria e intellettualmente onesta. Ha qualità organizzative e morali che fanno ben sperare. Potrà quindi essere un buon presidente. Le mie obiezioni riguardano altri aspetti: 1 - L'ho detto per Spedale, sarebbe valso per Miano, vale anche per Puglisi: sono profondamente convinto che un produttore teatrale privato non possa fare né il presidente né il sovrintendente né il consigliere perché si trova in uno stato palese di conflitto di interessi. 2 - La legge assegna al sindaco il diritto pieno di nominare il presidente che vuole. Perché organizzare la "farsa" (teatralmente parlando) della presentazione dei curricula? Su questa base, altri (alcuni anche prima di me) avrebbero meritato la nomina. 3 - La situazione dell'Ente Teatro (e dei teatri siciliani in generale) è talmente tragica che sarebbe stato fondamentale (più dei curricula) rendere pubblici i progetti organizzativi presentati da ciascun candidato. Se il sindaco ha scelto su questa base, ha fatto bene, però i progetti sarebbero dovuti essere pubblici.
Pertanto, senza livore alcuno, posso confermare che Puglisi si trova in assoluto conflitto di interessi e mi riesce difficile capire come una popolazione - così giustamente sensibile al conflitto di interessi massimo che affligge l'Italia - trovi normale quello - senz'altro più piccolo - dell'Ente Teatro di Messina. Evidentemente tendiamo al sonnambulismo. Va detto per completezza che in Italia, paese che pure in certe cose è fin troppo disinvolto, nessun produttore teatrale privato è presidente di un ente teatrale pubblico. Né ha alcun senso dire: adesso mi sono dimesso. Anche Berlusconi si è dimesso, ma la Cassazione gli ha inflitto una condanna definitiva proprio per vicende della società da cui si era dimesso. E allora? L'etica, come il conflitto di interessi, dovrebbe essere uguale per tutti.
Il sindaco Accorinti, credendo di scegliere per il meglio e non vedendo l'evidente conflitto di interesse in cui stavano sia Spedale sia Puglisi (ambedue produttori teatrali privati), involontariamente si è schierato con una delle parti in lotta. Che cosa succederà adesso? E' difficile dirlo. Si spera, naturalmente, che deposte le armi (pardon, gli argomenti) si remi tutte insieme per mantenere in vita - e bene - l'Ente Teatro.
A scanso di equivoci, visto che in questa città c'è l'abitudine alle battaglie personali e non a quelle di principio, dichiaro che, se domani si votasse nuovamente per il sindaco, darei anche questa volta il mio voto a Renato Accorinti.
Vincenzo Bonaventura

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