A fine 800′ un giovane Joseph Conrad scriveva in “La linea d’ombra” di come gli apparve Bangkok mentre arrivava a bordo della nave di cui era, per la prima volta, comandante:
” Era là, sviluppata su entrambe le rive, la capitale orientale che non aveva ancora subito alcun conquistatore bianco, una distesa di case marroni di bambù, di stuoie, di foglie, di uno stile architettonico fatto di vegetali, spuntate fuori dal suolo marrone sulle rive del fiume fangoso. E’ stato incredibile pensare che in quelle miglia di abitazioni non vi era probabilmente una mezza dozzina di chili di chiodi… Alcune di quelle case di bastoni ed erba, come il nido di una razza acquatica, si aggrappavano alle sponde, altre sembravano crescere fuori dall’acqua, altre ancora galleggiavano ancorate in lunghe file nel bel mezzo del torrente.”
Così era Bangkok nei suoi primi anni di vita. Inizialmente c’erano solo le “case galleggianti”, dentro le quali gli abitanti dormivano, mangiavano e vendevano i loro prodotti. Nel 1820 iniziarono ad apparire le prime case-palafitta, semplici strutture appoggiate su pali infissi nell’acqua per proteggere gli abitanti da inondazioni e animali selvaggi. Si trattava di una vera e propria città sull’acqua costruita, come la maggior parte dei villaggi thailandesi, sulle rive di un fiume. Il Mae Nam Chao Phraya, “il fiume del re” che ha rivestito, e ancora oggi riveste, un ruolo importante di comunicazione e commercio per l’intera Thailandia, oltre ad aver creato la più fertile area del mondo per la coltivazione del riso. La rete di canali, naturali o costruiti era lunga oltre 2.000 Km e ai visitatori d’occidente apparve come una “Venezia dell’Est”. La prima strada fu costruita solo nel 1862, ben 80 anni dopo la fondazione di Bangkok. Fino ad allora ci si muoveva, si trasportava, si vendeva ed acquistava solo sull’acqua.
Così era Bangkok nei suoi prima anni di vita e così ci appare ancora Bangkok navigando nelle acque torbide dei suoi “Klongs”, come vengono chiamati i pochi antichi canali sulla riva sinistra del Chao Phraya che non sono stati ricoperti da cemento per fare posto alle strade. Noi abbiamo scelto di passare così una domenica mattina nei Klongs di Thonburi, partendo dal molo di Tha Thewet che, se pernottate alla Phranakorn Nornien Guest House, si trova solo a qualche minuto d’auto, taxi o Tuc Tuc. In questo molo c’è anche una piccola attrattiva per i bimbi in quanto vendono pane secco da lanciare ai pesci. Non vi aspettate qualche pesciolino rosso, ma tanti pescioni enormi agguerriti e pronti a lottare per un pezzo di pane. Sia Diego che Carlo Alberto si sono divertiti molto e volevano continuare a comprare pane da gettare.
p.s. le foto in questo post non sono sempre perfettamente a fuoco e le inquadrature non sempre diritte. A mia discolpa che non è facile fotografare al volo su una barca in movimento!