Sono poche le armi raccolte ieri a Bangui in occasione di una giornata di disarmo volontario indetta dalle autorità per recuperare fucili, munizioni e armi da taglio in possesso dei civili.
“Non è la quantità finale di armi consegnate che conta, ma piuttosto la prova di buona volontà e l’adesione della popolazione”.
Questo lo ha dichiarato il primo ministro di transizione André Nzapayéké, aggiungendo di aver preferito un disarmo su base volontaria “piuttosto che uno obbligatorio che avrebbe causato vittime”.
L’operazione è stata attuata nelle otto circoscrizioni di Bangui – tra cui Boy Rabe, feudo delle milizie di autodifesa Anti-Balaka, e al Pk5, a maggioranza musulmana – e nei due vicini comuni di Begoua (nord) e Bimbo (Sud).
Le armi recuperate, solo poche centinaia al termine della giornata, sono state consegnate alle forze africane della Misca e ai soldati francesi dell’operazione Sangaris.
Il primo ministro ha annunciato il prossimo avvio di un programma di disarmo, smobilitazione e reinserimento (Ddr) destinato ai gruppi armati già identificati e ai soldati delle Forze armate centrafricane (Faca).
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)