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Bar dello sport/ Novara-Inter 3-1

Creato il 21 settembre 2011 da Domenico11
Bar dello sport/ Novara-Inter 3-1
Se dopo due giornate si è già ai titoli di coda, a fare mea culpa non può essere soltanto l’allenatore. Che ci ha messo del suo, ovviamente. Per esempio, non è riuscito a dare un’anima e un’identità alla squadra. E che probabilmente pagherà per tutti, visto che, notoriamente, è più semplice cambiare allenatore che provocare un terremoto facendo rotolare la testa di senatori e dirigenti. Un film già visto l’anno scorso con Benitez. Ma l’esibizione impacciata dell’Inter contro il Novara è stata troppo scadente per pensare che si tratti soltanto di una crisi di gioco e di risultati. È l’approccio alla gara ad essere sconcertante, le infinite distrazioni, gli errori incredibili a questi livelli, l’incapacità di rialzare la testa. L'attesa rassegnata di una fine quasi liberatoria e la mancanza di un sussulto d'orgoglio.
Il campo sintetico del “Silvio Piola” e l’entusiasmo del Novara non sono alibi credibili. Ci deve essere dell’altro. L’ennesima rivoluzione tattica, per esempio. Nel primo tempo, un 3-4-3 con Sneijder al fianco di Cambiasso e la novità Castaignos nel tridente d’attacco, insieme a Milito e Forlan. Per una decina di minuti l’attaccante olandese è sembrato volenteroso e abbastanza in partita, prima di eclissarsi gradualmente ed essere sostituito nell’intervallo con Obi, anche lui impalpabile. Per cui la questione è anche tecnica, di qualità della rosa, con i nuovi non all’altezza di giocatori purtroppo spremuti da anni di battaglie e ormai sul viale di un meritato riposo. Preoccupante l’involuzione di Lucio da quando l’Inter gioca con la difesa a tre: porta palla inutilmente e spesso si ritrova inspiegabilmente a centrocampo o comunque fuori posizione. Tra i problemi più evidenti, la gestione ansiogena della fase iniziale del gioco, che rischia sempre di finire con il pallone calciato volontariamente in fallo laterale o con alleggerimenti difensivi da brivido, come quello di Chivu al primo minuto (salvataggio di Julio Cesar su Meggiorini). Ma anche una linea mediana poco dinamica che soffre gli inserimenti degli avversari (primo gol di Meggiorini e terzo di Rigoni) e che quasi mai accompagna le azioni offensive. Infine, un errore da matita blu, interamente ascrivibile a Gasperini: giocarsi il terzo cambio al 67’ e ritrovarsi così con Ranocchia in campo zoppicante e alla fine espulso per un fallo da ultimo uomo in area causato proprio dalla precaria condizione fisica (rigore trasformato da Rigoni). La parabola di Gasperini volge già mestamente al termine, per responsabilità non soltanto sue. Ma questo è il calcio, un tritacarne sempre acceso.

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