«Nel pieno rispetto della libertà di espressione, e pur riconoscendo la sua grandezza artistica, faccio un appello a Martin Scorsese, la cui serie Boardwalk Empire associa di nuovo la Sicilia ai mafiosi, arrecandole un danno d'immagine incalcolabile. Suggerisco a Scorsese, produttore del serial, di ambientare invece in Sicilia, con tutta la sua storia, una produzione sulle tante cose straordinarie che questo popolo è stato in grado di fare, compresa la lotta vincente contro la mala pianta della mafia»Martin, ma che combini? Parli ancora di mafia e di Sicilia? Basta con la "mala pianta". La Sicilia è molto di più e molto meglio. Fin qui ci arrivo pure io e sono il primo a dirlo, mica sono così scemo da non riconoscere la grandezza della mia terra. Anzi. Io riconosco la grandezza della Sicilia e di certi siciliani forse anche di più di quanto non facciano quelli che, come Lombardo, si riempiono la bocca di frasi fatte e si lasciano andare a reazioni infantili. Dunque secondo il presidente della Regione, Scorsese avrebbe potuto ispirarsi a Federico II o ai magistrati siciliani antimafia (questo è già un buon segno: se parla di antimafia, allora Lombardo riconosce almeno che la mafia c'è... non si sa mai, ndr). Vabbè, siciliani meritevoli di essere ricordati ce ne sarebbero a migliaia, ma forse a Lombardo è sfuggito che Boardwalk Empire è una serie che parla proprio di criminalità: i meriti dell'avanzata Sicilia normanna credo c'entrino davvero poco...
D'altra parte, la colpa degli sceneggiatori è stata quella di parlare di Lucky Luciano. Che non era un personaggio di fantasia, ma esisteva davvero ed è stato "semplicemente" il padre della moderna mafia internazionale. Era siciliano, ma questa, caro presidente, non è colpa né della Sicilia né di Martin Scorsese.
Non sono ingenuo. Non tutti saranno d'accordo con me: mi aspetto che la sortita del governatore siciliano piacerà a molti. Le sue frasi mi sembrano simili a quelle che ogni tanto dicono le varie associazioni di italo-americani (e siculo-americani) in giro per gli Stati Uniti, i gruppi anti-diffamazione che si indignano in casi come questi. Basta un libro o una fiction sulla mafia e subito arrivano le reazioni incazzate di chi si sente offeso e danneggiato dalle semplificazioni "etniche". Semplificazioni che fanno schifo e fanno incazzare anche me, ma mi sforzo di non fare la parte del perseguitato.
La cosa che più mi ha fatto sorridere leggendo le dichiarazioni di Lombardo è stato il tempismo. Oggi su La Stampa è comparso un bell'articolo di Paolo Mastrolilli, «New York, mafia in crisi: il padrino s'è estinto». La colpa? Non solo gli arresti, ma anche la partecipazione a certi show televisivi, reality in testa, che hanno ridicolizzato le vecchie famiglie mafiose italo-americane. "Nel rispetto della libertà d'espressione, e pur riconoscendo la grandezza artistica", anche la mafia, e non solo la Sicilia, fa una brutta figura in televisione, president Ralph Lombard.
La finzione, caro Lombardo, a volte è peggio della realtà. O viceversa?