Barack e burattini

Creato il 13 febbraio 2012 da Giorgiocaccamo
Aveva cominciato Berlusconi tempo fa: i film, le serie televisive e i libri che parlano di mafia fanno una pessima pubblicità all'Italia. Eh già, mannaggia a quelli che si sono inventati la mafia apposta per vendere libri e trovare ispirazione per la tv e per il cinema. Denunciano la criminalità, epperò ci guadagnano sopra. Proprio dei bei disonesti, non c'è che dire.
Da siciliano, non mi ero mai accorto che la letteratura e la cinematografia sulla mafia avrebbero rovinato la reputazione della mia terra. Ingenuamente pensavo - e penso tuttora, e penserò sempre - che la reputazione pessima fosse colpa della mafia e non di chi la racocnta denunciandola. E invece, evidentemente, mi sbagliavo. Ora ci ha pensato un vecchio ex amico di Berlusconi a rincarare la dose. Raffaele Lombardo, che della Sicilia è il massimo rappresentante politico, se l'è presa addirittura con Martin Scorsese. Nella consueta gara al "non c'è limite al peggio", il cosiddetto governatore di Grammichele critica il grande regista, produttore della serie televisiva (in onda ora anche in Italia, su Sky) Boardwalk Empire. Una serie che è piaciuta a molti, critici e spettatori, ma non a don Raffaè.
«Nel pieno rispetto della libertà di espressione, e pur riconoscendo la sua grandezza artistica, faccio un appello a Martin Scorsese, la cui serie Boardwalk Empire associa di nuovo la Sicilia ai mafiosi, arrecandole un danno d'immagine incalcolabile. Suggerisco a Scorsese, produttore del serial, di ambientare invece in Sicilia, con tutta la sua storia, una produzione sulle tante cose straordinarie che questo popolo è stato in grado di fare, compresa la lotta vincente contro la mala pianta della mafia»
Martin, ma che combini? Parli ancora di mafia e di Sicilia? Basta con la "mala pianta". La Sicilia è molto di più e molto meglio. Fin qui ci arrivo pure io e sono il primo a dirlo, mica sono così scemo da non riconoscere la grandezza della mia terra. Anzi. Io riconosco la grandezza della Sicilia e di certi siciliani forse anche di più di quanto non facciano quelli che, come Lombardo, si riempiono la bocca di frasi fatte e si lasciano andare a reazioni infantili. Dunque secondo il presidente della Regione, Scorsese avrebbe potuto ispirarsi a Federico II o ai magistrati siciliani antimafia (questo è già un buon segno: se parla di antimafia, allora Lombardo riconosce almeno che la mafia c'è... non si sa mai, ndr). Vabbè, siciliani meritevoli di essere ricordati ce ne sarebbero a migliaia, ma forse a Lombardo è sfuggito che Boardwalk Empire è una serie che parla proprio di criminalità: i meriti dell'avanzata Sicilia normanna credo c'entrino davvero poco...
D'altra parte, la colpa degli sceneggiatori è stata quella di parlare di Lucky Luciano. Che non era un personaggio di fantasia, ma esisteva davvero ed è stato "semplicemente" il padre della moderna mafia internazionale. Era siciliano, ma questa, caro presidente, non è colpa né della Sicilia né di Martin Scorsese.
Non sono ingenuo. Non tutti saranno d'accordo con me: mi aspetto che la sortita del governatore siciliano piacerà a molti. Le sue frasi mi sembrano simili a quelle che ogni tanto dicono le varie associazioni di italo-americani (e siculo-americani) in giro per gli Stati Uniti, i gruppi anti-diffamazione che si indignano in casi come questi. Basta un libro o una fiction sulla mafia e subito arrivano le reazioni incazzate di chi si sente offeso e danneggiato dalle semplificazioni "etniche". Semplificazioni che fanno schifo e fanno incazzare anche me, ma mi sforzo di non fare la parte del perseguitato.
La cosa che più mi ha fatto sorridere leggendo le dichiarazioni di Lombardo è stato il tempismo. Oggi su La Stampa è comparso un bell'articolo di Paolo Mastrolilli, «New York, mafia in crisi: il padrino s'è estinto». La colpa? Non solo gli arresti, ma anche la partecipazione a certi show televisivi, reality in testa, che hanno ridicolizzato le vecchie famiglie mafiose italo-americane. "Nel rispetto della libertà d'espressione, e pur riconoscendo la grandezza artistica", anche la mafia, e non solo la Sicilia, fa una brutta figura in televisione, president Ralph Lombard.
P.S. A proposito di presidenti. A me dispiace - ma proprio tanto - contraddire ancora lo psichiatra di Grammichele che lavora temporaneamente a Palazzo d'Orleans, però a volte la cronaca smentisce anche le più sincere questioni di principio. Non saremo tutti criminali, noi siciliani, ma qualcuno ci casca. Magari poi si fa beccare in maniera grottesca. Come un certo Michele Grasso, 27 anni, di Taormina. Condannato per spaccio di droga e latitante dal 2008, scoperto casualmente a Londra, perché aveva postato foto compromettenti su Facebook. Sul social network aveva scritto scherzosamente di essere residente ad Alcatraz ma in realtà l'ha fregato una foto scattata con Barack Obama. No, non con l'originale: Grasso non ha resistito a farsi immortalare con la statua di cera del presidente Usa al museo di Madame Tussaud a Londra.
La finzione, caro Lombardo, a volte è peggio della realtà. O viceversa?

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