La grande canzone
Alcuni vini sono entrati così profondamente nell'immaginario collettivo da rappresentare i momenti della nostra vita, che siano belli o tristi, unici o quotidiani.
I riferimenti ad alcolici nella canzone italiana, cosi come in quella internazionale, sono tantissimi. Ogni testo si riferisce ad una situazione ben precisa da descrivere e ogni alcolico cantato riesce sempre a creare quell'atmosfera che tutti prima o poi abbiamo vissuto, o stiamo vivendo, tanto da immedesimarci seduti in quel bar come il cantante davanti a quel bicchiere che ci comunica tantissime sensazioni. Dal whisky di Vasco Rossi al Barbera e Champagne di Giorgio Gaber, ogni volta che le ascoltiamo ci troviamo in quella situazione che ogni alcolico ci trasmette. Se lo Champagne di Peppino di Capri ci fa un po sorridere e pensare ad un futuro dove due adulti cinquantenni si incontrano e si innamorano, quello di Giorgio Gaber invece ci offre l'incontro di due persone deluse, ognuno con aspettative diverse.
Il vino e le situazioni
Ogni vino ed ogni distillato ha la sua situazione, il suo ambiente, la sua occasione. Lo champagne e lo spumante in generale è il vino della festa, della compagnia e delle celebrazioni. È il vino delle vittorie, dei traguardi raggiunti e degli anniversari. Ormai in uso ovunque, quando una squadra di calcio vince un campionato, quando un pilota vince una gara motoristica o quando un ciclista vince una tappa. Lo champagne è il vino per le situazioni felici, per l'allegria e per la gioia. Ma è anche il vino delle occasioni importanti, romantiche o di affari, in cui si vuole augurare la buona riuscita del corteggiamento o del progetto aziendale. Impossibile associare questo vino ad eventi tristi, sfortunati o non auguranti.
Così il vino diventa metafora identificativa per ogni situazione e anche i poeti e i cantautori riescono a cogliere queste sensazioni che il vino porta con se. Il vino rosso, bevuto da soli, in una taverna è invece il vino del dolore, del ricordo struggente di una situazione che non c'è più.
Il vino bianco fresco e fermo è invece il segno dell'estate, della libertà e del sole. Anche la birra rispecchia un pochino quest'andamento, pur essendo comunque un mondo a parte, con birre invernali e birre estive.
I distillati rispecchiano sempre questo andamento, con quelli estivi e quelli invernali, quelli da bere soli e quelli da bere in compagnia.
Una tequila rappresenta la festa, e si beve in compagnia, associabile allo champagne nel vino, un whisky invece è meditativo, associabile al rosso bevuti soli, quando non si vuole nessuno attorno.
La canzone e il vino
Ma quanto invece è legata la canzone italiana al vino? Moltissimo, sin dai tempi passati, quando il vino veniva ancora distribuito in tazze di coccio e il popolo si ritrovava nelle osterie a bere in compagnia e a cantare. Moltissime delle canzoni popolari italiane nacquero nelle osteria, come canti di compagnia o nei campi e nei vigneti, per passare bene il tempo durante le dure ore di lavoro agricolo.
Forse la più famosa canzone da osteria è La società dei magnaccioni, la più legata all'immagine delle fraschette romane dove bere il vino rustico, cantare e mangiare tutti piatti popolari. È la presa in giro della società proveniente dalle osterie, con l'oste come figura di potere e il popolo che sembra disinteressarsene per vivere in allegria e compagnia, nonostante tutto.
Un'altra famosa canzone popolare è El Can de Trieste, nel dialetto locale, che racconta la storia dove un cane si divertiva in anniversari e festini solitario con un bel fiasco di vino.
Passando a canzoni con autori conosciuti c'e la Canzone delle osterie di fuori porta del grande cantautore Francesco Guccini, dove il vino e l'osteria sono protagonisti assoluti, o Er tranquillante nostro del famoso comico romano Gigi Proietti, metafora sulle proprietà officinali del vino che tutti i mali cura e porta via, nell'ebrezza dell'alcol.
Poi c'e Vendemmia giorno e notte di Domenico Modugno, altro famosissimo, Na gita a li Catelli di Franco Silvestri, del 1926, con il famosissimo inizio “Lo vedi, ecco Marino”, tutta dedicata al vino e ai luoghi romani di questa buonissima bevanda, ripresa poi dai più grandi attori italiani come Ettore Petrolini o Alvaro Amici, un grande stornellista romano.
Le vigne sono il luogo dove fare l'amore in Due mondi di Lucio Battisti, dove l'amore e la natura si identificano con i buoni vigneti italiani.
Insomma Gaber non è certo l'unico ad aver usato cantare di vino, facendone metafore delle situazioni della vita.
Il vino è parte della canzone popolare italiana fin dai tempi in cui la vendemmia era una festa paesana, di ritrovo e congregazione tra tutti gli abitanti. È parte della nostra cultura, un unico con la canzone popolare, un momento di festa, ogni tanto usato per descrivere anche momenti di tristezza.