Vista di Barcellona dalla collina di Collserola
«Vivi a Barcellona da quasi 15 anni e non hai mai scritto un post sui luoghi da visitare in città, un articolo per i turisti, insomma». L’osservazione è di una coppia di amici italiani che hanno intenzione di trascorrere alcuni giorni di vacanza in Catalogna, a zonzo tra la Costa Brava e Barcellona.
In effetti, della terra che mi ospita mi è capitato di scrivere solo in chiave politica, per spiegare le rivendicazioni indipendentiste di questi ultimi anni e far capire ai visitatori che quella che molti chiamano Spagna lo è quasi solo sulla carta. Nella vita reale, le differenze linguistiche e culturali tra la Catalogna e Madrid sono piuttosto marcate.
Plaza Catalunya
Il fatto di non aver mai rivolto l’attenzione alle attrazioni turistiche della città, che sono molte e hanno fatto di Barcellona una delle mete più amate dai turisti di casa nostra e non solo, dipende soprattutto dal fatto di avere sempre dato per scontato che guide turistiche e blog di viaggio soddisfacessero in modo abbondante le necessità del viaggiatore. E probabilmente è così. Tuttavia, da residente, qualche suggerimento su luoghi e itinerari meno popolari ma ugualmente interessanti si può trovare.
La lingua
La prima avvertenza per chi della città non sa poco o nulla è che ormai la totalità delle indicazioni stradali e delle insegne è in catalano, una lingua che scritta risulta un po’ meno ostica a chi “mastica” il francese, ma che parlata può essere davvero incomprensibile. Qualche esempio utile?
La parola “uscita”, che in spagnolo si traduce con “salida” in qualsiasi locale pubblico di Barcellona è la “sortida” (sortie in francese).Se viaggiate con il vostro cane e in qualche aiuola o parco cittadino trovate il cartello “Espai per a gossos”, sappiate che quello è uno “spazio per cani” in cui il vostro animale potrà giocare in libertà.
Se invece sulla porta di un negozio o di una toilette pubblica trovate il cartello “tancat” (“cerrado” in spagnolo) significa che è chiusa.
L’elenco è lungo, ma va detto che, scritte a parte, tutti i cittadini sono perfettamente bilingue e farsi capire, anche in italiano non è mai un problema.
I luoghi classici
La spiaggia della Barceloneta
e sullo sfondo l’Hotel W
Se avete in mente di visitare Barcellona è probabile che abbiate già individuato i luoghi-simbolo della città. Un ripasso veloce: la Sagrada Familia, il Barrio Gótico, il quartiere pedonale della città vecchia con le sue stradine piene di negozi e la Cattedrale dedicata a Santa Eulalia e alla Santa Croce; la famosa Rambla, ovvero la strada alberata che da Plaza Catalunya porta fino alla statua di Colombo (su cui si può salire per godersi il panorama) e che prosegue fino al Maremagnum, il centro commerciale più turistico della città. Al numero 91 della Rambla c’è il noto il mercato della Bouqueria, un tempo meta privilegiata dei barcellonesi in cerca di cibo fresco e di qualità e oggi in mano quasi esclusivamente ai turisti (e purtroppo ai borseggiatori). Anche se i prezzi sono triplicati in pochi anni e al posto di molti banchi ci sono mini-ristoranti, una visita vale sempre la pena. Altri luoghi simbolo sono il quartiere della Barceloneta il cui lungomare oggi termina davanti all’imponente Hotel W, che i cittadini chiamano “vela” per la sua forma che ricorda, tra l’altro, quella del lussuoso hotel di Dubai.
Casa Milà detta La Pedrera
Altre tappe obbligate per i turisti sono il Port Vell (Porto Vecchio), Plaza de España con la avenida Maria Cristina che conduce ai piedi della collina del Montjuïc su cui domina il Palau Nacional sede del MNAC (il Museo nazionale d’arte di Catalogna), il Parc Guell, parco progettato da Antoni Gaudí, Casa Batlló e Casa Milá (detta la Pedrera), anche queste realizzate dall’architetto simbolo del modernismo catalano e situate nel centralissimo Paseo de Gracia.
Ancora una passeggiata al Porto Olimpico e, se avete dei bambini, una scappata allo zoo all’interno del bel parco della Ciutadella, una al Tibidabo (il secondo luna park più antico d’Europa situato sull’omonima collina) e una al Poble Espanyol (una sorta di Spagna in miniatura con la ricostruzione delle vie e degli stili architettonici di numerose città e la presenza di molti negozi di artigianato) e potrete dire di aver visitato quasi tutte le attrazioni principali della città.
Ma Barcellona ha anche tesori meno noti.
Quello che le guide non dicono (quasi) mai
Uno scorcio della Carrettera de las Aguas
con la vista su Barcellona
La capitale catalana è una città compressa tra la collina e il mare e dall’alto offre panorami eccezionali. Una delle esperienze più piacevoli è osservare la città dalla Carrettera de las Aguas. Si tratta di una strada di collina, non asfaltata e chiusa al traffico, che fa parte del parco naturale di Collserola. Lunga approssimativamente 20 chilometri e frequentata da ciclisti, runner e famiglie a passeggio, nei giorni in cui tira vento (frequentissimi in città) è un punto d’osservazione da cui si possono scattare meravigliose foto. E se siete fortunati potete incontrare appassionati di modellismo che fanno volteggiare i loro alianti sopra la città e magari qualche cinghiale curioso (nel caso tenetevi alla larga). Senza auto la carrettera si raggiunge prendendo la Funicular de Vallvidrera che parte dal quartiere di Sarrià.
Quest’ultimo è uno di quei quartieri semi-sconosciuti ai turisti che merita una breve passeggiata. Un tempo era un borgo indipendente che l’espansione della metropoli ha inglobato senza, tuttavia, modificarne troppo l’aspetto.
Major de Sarrià, la via pedonale dell’antico quartiere in Zona Alta
La via centrale, chiusa al traffico e ravvivata da tanti esercizi commerciali ormai introvabili in centro (ferramenta, merceria, cartoleria, libreria e nessun franchising) danno a questa zona un sapore antico che difficilmente si trova nelle zone turistiche.
L’ottima pasticceria El Foix de Sarrià
È in questo quartiere che ha sede la scuola italiana, frequentata dalla comunità di connazionali (oggi la più numerosa a Barcellona) e una delle più antiche e famose pasticcerie della città, diventata famosa per aver preparato la torta nuziale dell’infanta Cristina: El foix de Sarria. Se vi capita di passare di lì chiedete una fetta di pastel real (panna e fragoline di bosco), caro ma da applauso.
Poche fermate di autobus e si arriva all’elegante quartiere residenziale di Pedralbes. In questa zona sorgono quasi tutti gli edifici e le ville più care della città.
Il Monastero di Pedralbes
Nella parte più alta del quartiere sorge il Monastero di Pedralbes, un gioiello dello stile gotico catalano che vale la pena di vistare per il bel chiostro e la sua chiesa. Costruito nel 1327, fino al 1983 il monastero ospitava le monache dell’ordine delle Clarisse. Visitando il museo annesso si possono vedere, oltre a diverse opere d’arte, gli oggetti di uso quotidiano della vita monastica.
Dal monastero, scendendo verso la Diagonal (la via che scorre da un estremo all’altro della città e la divide in due), nello stesso quartiere si può fare una piacevole passeggiata negli eleganti e ombrosi giardini del Palazzo Reale di Pedralbes, che fino a pochi mesi fa ospitava il museo della ceramica e delle arti decorative ora trasferito nella nuova sede in plaza de las Glòries.
In questo parco, ricco di statue, fontane (una di Gaudí) e vegetazione di ogni tipo, nel mese di giugno si sono tenuti diversi concerti che hanno registrato il tutto esaurito, da Josep Carreras a Julio Iglesias fino a David Crosby, Stephen Stills y Graham Nash, riuniti per l’occasione.
La Fontana Magica di Montjuïc
Sempre in tema di spettacoli, è da non perdere quello serale de la Font màgica (fontana magica) di Montjuïc che regala un quarto d’ora di emozioni a base di luci e suoni davvero memorabili. In estate lo show viene ripetuto dal giovedì alla domenica, ogni mezz’ora a partire dalle 21 fino alle 23.
Il Labirinto d’Horta
Un altro luogo divertente e suggestivo è il Labirinto d’Horta, un giardino-museo, nato in stile neoclassico alla fine del settecento e terminato in stile romantico a metà dell’ottocento. Perdersi nel labirinto di cipressi piacerà soprattutto ai bambini.
Il Camp Nou
Foto: Oh-Barcelona.com / Foter / CC BY
Gli appassionati di calcio sappiano che il celebre Camp Nou, lo stadio del F.C. Barcelona, è visitabile tutti i giorni e che oltre al tour del campo e delle installazioni interne, la visita comprende anche l’ingresso al museo della squadra. Magari non incontrerete Messi, ma la sua maglietta la potrete sicuramente acquistare.
Uscire, mangiare, divertirsi, comprare
Sfatiamo un mito: Barcellona non è una città dove si vive di notte. La vera “movida” è a Madrid, un pianeta diverso rispetto alla capitale catalana. La crisi ha aggravato la situazione e oggi sono pochi i locali che riescono ancora a permettersi il tutto esaurito.
Chi pensa di poter mangiare anche alle quattro del mattino perché “in Spagna si trova di tutto a tutte le ore”, ha sbagliato destinazione. È vero che gli orari locali sono spostati almeno di un’ora in avanti rispetto a quelli di casa nostra (in genere per pranzare ci si dà appuntamento verso le 14.30 e per cenare alle 22.00), ma è altresì vero che nella maggior parte dei casi dopo la mezzanotte le cucine chiudono anche qui.
I negozi hanno una regolamentazione molto più rigida rispetto a quella italiana e non aprono mai nei giorni festivi (nemmeno in centro anche se è in progetto una riforma), fatta eccezione per poche domeniche all’anno indicate dalla legge.
Una fideuà
Foto: jlastras / Foter / CC BY
Paella & C.
La città offre una quantità di bar e ristoranti impressionante e dare consigli non è semplice. Ogni residente ha i suoi locali favoriti, ma ci sono alcuni punti di riferimento che tutti i barcellonesi conoscono bene. Per chi è in cerca di una buona paella, una fideuà piatto tipico molto simile alla paella ma con i fideos (una specie di capelli d’angelo più o meno sottili) al posto del riso, oppure una gran mariscada (vassoio di frutti di mare cotti o crudi spesso serviti su un letto di ghiaccio) i ristoranti più indicati sono il Cal Pinxo (con una terrazza all’aperto che dà sulla zona pedonale antistante il Palau de Mar, sul porto vecchio), lo storico ristorante 7 puertas che nonostante sia conosciuto dai viaggiatori è frequentato anche dai locali e, fuori dalle rotte turistiche tradizionali, La Xarxa in Plaza Molina.
Las tapas
Chi va in cerca di tapas (stuzzicchini e piccoli piatti sfiziosi tipici in Catalogna) non ha che l’imbarazzo della scelta. Quelle d’autore, firmate dai grandi chef della cucina catalana, ormai pluristellata, si trovano al Tickets, il bar dei fratelli Albert y Ferrán Adrià (AvenidaParalel 164). Mangiare qui è un’esperienza, ma richiede una prenotazione anticipata di molte settimane.
Altro luogo di culto per gli amanti delle tapas più creative è il Ten’s dello chef Jordi Cruz (Avinguda del Marquès de l’Argentera, 11) nella zona del Born, uno dei quartieri più pittoreschi per le sue viuzze e le piccole piazze costellate di negozi e ristoranti.
Un piatto di patatas bravas.
Foto: Antonio de la Mano / Foter / CC BY-NC-ND
Altro locale in voga è il Tapas24. Dalle nove del mattino a mezzanotte lo chef Carles Abellan (lo stesso del ristorante Bravo 24 nell’Hotel W dal quale però mi sarei aspettata di più) offre un menu composto dai classici “de toda la vida” come le patatas bravas, le bombe (“palle” di patate fritte e ripiene di carne), le crocchette ma anche le invenzioni più creative come un dolce di cioccolato, pane, olio e sale.
Chi non cerca esperienze “stellate” ma tapas di qualità può seguire i barcellonesi al Montesquiu – non è un errore si scrive proprio così – in calle Mandri 56, oppure a Casa Fernandez (Carrers de Santaló 46).
Terrazze con vista e musica
Barcellona in estate offre luoghi suggestivi per passare una serata ad ascoltare musica e “tomar una copa” (bere qualcosa). Tra i più amati dai barcellonesi c’è senz’altro la Pedrera (casa Milá) che dal 20 di giugno al 7 di settembre tutti i giovedì, venerdì e sabato sera, previa prenotazione (27 €), permette una visita guidata che termina con un concerto Jazz mentre si sorseggia un bicchiere di Cava sulla splendida terrazza.
Diversi hotel posseggono terrazze con viste strepitose aperte al pubblico. La più classica è quella del centralissimo Hotel Claris (Pau Claris, 150), un cinque stelle lusso a pochi metri da Paseo de Gracia dove tre giorni a settimana si ascolta musica dal vivo mentre si possono “picar” (assaggiare) tapas e piatti sfiziosi di ogni tipo.
Terrazza La Isabela dell’Hotel H1898
Foto credits: terraza-laisabela.com
Altre conosciute terrazze, frequentate dai barcellonesi, sono “La dolce vita” dell’hotel Majestic in Paseo de Gracia e “La Isabela” dell’Hotel H1898 che si trova in piena Rambla e offre un ambiente sofisticato con letti balinesi, candele, musica e cocktail.
Di recente apertura (non l’ho vista personalmente ma ne ho letto sui giornali) la terrazza dell’hotel Gallery (calle Rosselló 249), a due passi dalla Pedrera dove si può anche cenare. L’elenco è ancora lungo, ma credo di avervi offerto un’idea.
Barcellona grazie ai voli low cost che la collegano con il Nord Europa negli ultimi anni è diventata una meta di moda per gruppi di giovanissimi che vengono a fare le ore piccole nei locali della città per poi tornare a casa la mattina dopo brilli ma felici. È cosa ormai frequente incontrare ragazze vocianti che festeggiano in massa il compleanno o l’addio al nubilato di una di loro. In genere questo tipo di clienti da “toccata e fuga” frequenta i locali del Porto Olimpico che danno direttamente sulla spiaggia.
La “barca- locale” del Luz de Gas al Port Vell
foto: luzdegas.com
Per chi ha qualche anno in più e ha voglia di ballare, magari ascoltando una band suonare dal vivo, il locale storico si chiama Luz de Gas e si trova in carrer Muntaner 246. Il locale ha anche un “distaccamento marinero” al Port Vell, dove non si balla ma si beve.
Voglia di pizza
Si sa che quando si va all’estero l’ideale è provare la gastronomia locale, ma se vi dovesse cogliere un’improvvisa voglia di pizza o di pasta (o se avete con voi bambini che la reclamano), Barcellona offre numerosi locali italiani non solo nel nome, ma anche in cucina.
Una delle pizzerie più apprezzate dai residenti italiani è senz’altro la Bella Napoli (calle Margarit, 14). Ci sono stata varie volte, pizza e pasta sono davvero buone, ma il locale non ha una location particolarmente favorevole. Con la famiglia in genere preferisco il ristorante Mamarosa beach, sul paseo del mare Nostrum, proprio sotto l’Hotel W. Si mangia bene e ha il vantaggio di essere direttamente sulla spiaggia. Una volta terminato il loro pasto, i bambini possono giocare senza pericoli (tutta la zona è chiusa al traffico) mentre i genitori li possono sorvegliare senza alzarsi da tavola. E la sera c’è anche la musica.
Buon soggiorno.
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