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Barcellona – Milan: la Notte delle stelle

Creato il 14 settembre 2011 da Postscriptum
Barcellona – Milan: la Notte delle stelle

Thiago Emiliano da Silva (classe 1984) esulta dopo il gol che regala un insperato pareggio al Milan al Camp Nou

Ieri sera il mitico Nou Camp, uno degli stadi più suggestivi del mondo, era gremito in ogni ordine di posto ed il meraviglioso tifo blaugrana è stato cornice perfetta per una parata di stelle ed uno scontro tra filosofie di gioco.

Il Barcellona pluri campione, che negli ultimi tre anni ha ceduto il passo solo in due occasioni prima di un titolo (battuto in semi-finale di Champions dall’Inter di Mourinho nel 2010 e Reàl Madrid in finale di Coppa del Re nel 2011 ancora guidato dal portoghese) ed il Milan, club più titolato al mondo, campione d’Italia in carica e rinato sotto la guida del sacchiano Massimiliano Allegri.

Il Barcellona di Messi,Xavi,Iniesta,Villa,Fabregas etc.. ma sopratutto di Guardiola dispensa lezioni di bel calcio ovunque vada, fa del possesso palla e degli inserimenti improvvisi ed organici il suo marchio di fabbrica ma vince anche grazie alla capacità di corsa e di ripiegamento anche delle punte in fase difensiva, è squadra di fuoriclasse umili e dalla mentalità unica, tutta spirito di sacrificio e determinazione,insomma il Barcellona è il calcio moderno.

Il Milan invece va controcorrente, in un periodo in cui tutte le grandi del mondo tentano di imitare lo stile Barcellona, la squadra di Allegri segue una strada diversa, trova una sua identità nuova nel dinamismo e nell’ordine tattico; i rossoneri hanno un sistema di gioco imperniato in primo luogo su una difesa tatticamente ordinata e supportata da un centrocampo tutto corsa e forza fisica che aiuta a raddoppiare sull’avversario e favorisce ripartenze rapide,precise e letali.

Allegri ha inculcato ai suoi i dogmi Sacchiani e Capelliani che hanno fatto la fortuna del Milan dei tre olandesi insomma, “se non prendi gol di sicuro non perdi” ma sopratutto ha ricordato al calcio italiano che non è importante dominare in lungo ed in largo il campo con il possesso palla od una tecnica eccelsa -come fece il MIlan di Ancellotti e nonostante comunque il tasso tecnico dei meneghini sia tutt’altro che basso- bastano tre passaggi rapidi e precisi dopo aver recuperato la palla, una verticalizzazione calibrata e gli attaccanti vanno in porta comunque.

La partita di ieri sera è sta il perfetto esempio di queste opposte visioni del calcio moderno, il 69% di possesso palla in favore del Barça alla fine dell’incontro ne è chiara testimonianza e letto da solo lascerebbe pensare ad un’altra goleada dell’armata guidata dalla “pulce” Messi ma non è così, il risultato finale è stato comunque un 2 – 2 che ha regalato divertimento ed emozioni ma che alla fine ha premiato più i rossoneri che gli spagnoli.

Incredibile quel che accade nei primi venti minuti di gioco però, pronti-via subito dopo il fischio iniziale il milan confeziona tre passaggi in orizzontale e lancia pato tra i due centrali difesivi spagnoli, il papero controlla, tocca lungo tra i due e li brucia con uno scatto davvero pauroso impossibile da prevedere o contenere, il brasiliano si presenta davanti a Valdes e lo fulmina con un tunnel preciso e letale, il Barcellona è sotto.

Alla ripresa del gioco il Milan inizia un pressing asfissiante recuperando diversi palloni ed avendo altre occasioni ma non concretizza e questo alla lunga contro la squadra di Guardiola si paga, i catalani salgono di tono, prendono il controllo della partita ed il Milan non uscirà più dalla sua metà campo per il resto della partita salvo qualche sporadica sortita.

É un piacere per gli occhi ammirare la classe e l’eleganza con cui Xavi accarezza il pallone, la diligenza con cui Iniesta – fino al momento dell’infortunio e della sostituzione con un ordinato Fabregas- si inserisce negli spazi e da equilibrio alla fase offensiva dei suoi consentendo maggiore libertà ai vari Messi,Pedro e Villa e quei tre lì davanti sono un esempio perfetto di cosa sia il gioco di squadra per un attaccante, si scambiano continuamente di posizione, quando hanno palla guardano continuamente il posizionamento dei compagni e se partono in azione solitaria cercano sempre il passaggio al compagno, come fa Messi al trentaseiesimo, quando irride tutta la difesa rossonera partendo dalla sinistra e mette al centro per Pedro, dimenticato da un disattento Zambrotta (unico errore della sua partita), che insacca facilmente.

Il monologo blaugrana prosegue anche per tutti i 45 minuti successivi, il Milan difende con ordine, cerca di pressare e raddoppiare ai limiti della sua area ed anche se le occasioni sui piedi di Messi e compagnia non mancano, il Barcellona passa a condurre solo grazie ad una perfetta punizione del Guaje David Villa che trafigge un ottimo ed incolpevole Abbiati.

Dopo la classica girandola di cambi, la partita ristagna finchè all’ultimo giro d’orologio il Milan conquista un calcio d’angolo insperato, Seedorf lo batte con consueta forza e precisione e Thiago Silva riesce ad anticipare i due centrali del Barça regalando un pareggio che vale oro ai tifosi ed ad un Galliani sull’orlo dell’infarto.

Si potrebbe discutere ore sul fatto che il Milan non abbia meritato o che il Barcellona abbia dominato, ma sarebbe un errore, ieri sera si sono confrontate due diverse visioni del calcio, due mentalità ugualmente vincenti seppure legate a concetti di gioco diversi ed il pareggio ha dimostrato quanto entrambe possano essere ugualmente fruttuose.

Gli applausi del pubblico, soddisfatto dallo spettacolo dimostrano quanto bella sia stata la partita e che i tifosi ne abbiano reso giusto merito alle due squadre.

PAGELLE

Messi 7 : è lui il faro dell’attacco blaugrana,il primo gol è praticamente suo e tutte le occasioni più pericolose passano per i suoi piedi, solo un Nesta formato 2003 riesce an contenerlo ed evitare il peggio.

Villa 6: evanescente quasi tutto la partita, il gol è una perla e l’ordine tattico gli valgono di certo la sufficienza.

Pedro 6,5: svaria per tutto il fronte d’attacco,non da mai punti di riferimento e quando c’è da buttarla dentro nelle grandi occasioni lui non manca mai.

Xavi 7: potrà sembrae eccessivo come voto, ma il “professore” domina a centrocampo, è il cuore della manovra spagnola e della squadra, detta i tempi, prende una marea di calci ma continua con lucidità ed abnegazione a dispensare bel calcio, solo il Pirlo del 2006 è paragonabile a questo genio incommensurabile.

Pato 6,5: predica nel deserto, alla prima occasione trafigge la difesa spagnola ed impegna praticamente da solo la difesa dei catalani.

Cassano 4,5: superlativo nelle ultime uscite tra nazionale e campionato, visibilmente stanco e spaesato al Nou Camp, qualceh buona giocata nei primi venti minuti poi il nulla, ha bisogno di rifiatare.

Nesta 8: Lontano parente del difensore insicuro ed imballato visto contro la Lazio, perfetto su ogni intervento, copre anche i buchi lasciati dai compagni e riesce ad imbrigliare,per quanto possibile il marziano Messi ; Sandro Nesta sembra tornato quello della Champions vinta  a Manchester contro la Juve, un baluardo insuperabile.

Thiago Silva 7,5: Perfetto gemello di Nesta, copre su tutto e tutti dalla sua parte di campo, si fa ipnotizzare da Messi sul primo gol degli spagnoli ma rimedia con un colpo di testa perfetto al novantunesimo , regalando il pareggio ai suoi, il più forte centrale difensivo al mondo è certamente lui.

Seedorf e Nocerino 6,5: nessuno pare averlo notato, ma il trentaseienne olandese rientrava dopo un lungo stop ed ha giocato una partita di grande ordine e sacrificio da vero capitano; l’azzurro è  arrivato in rossonero in sordina, conosce poco gli schemi ed ancor meno i compagni ma Allegri punta già fortissimo su di lui e Nocerino lo ripaga con una partita di grande sacrificio ed ordine, raddoppia sempre quando Abate è solo, recupera palloni e cerca di non sprecarne mai, è sempre aggressivo ma mai eccessivo, se continua così Gattuso faticherà parecchio per riavere il suo posto.

Allegri 7: coraggiosa scelta nell’impostazione della partita, perfetta la preparazione tattica e la gestione dello spogliatoi0, riesce a sopperire con grande intelligenza alla pesante assenza di Ibra ed all’evanescenza di Cassano; se continua così il tecnico livornese ha grandi possibilità di ripercorrere le vestigia del maestro Sacchi.


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