Bari/ Fiera del Levante. Assenti le Nazioni dei Balcani

Creato il 18 settembre 2012 da Antonio Conte

di Vincenzo LEGROTTAGLIE – Bari, 18 settembre 2012. L’afflusso di visitatori in Fiera è andato bene. Oltre le previsioni. La novità è che i baresi e la provincia si sono riappropriati del quartiere fieristico come spazio di svago e divertimento specie la sera. Del resto durante la conferenza stampa iniziale il presidente Gianfranco VIESTI lo aveva preannunciato: “Tante le novità che verranno offerte al pubblico dall’8 al 16 settembre a partire dal prezzo d’ingresso fissato a tre euro, e quindi è più che dimezzato rispetto allo scorso anno (sette euro)”. Questa variante è stata fondamentale tanto che fin dal primo giorno si sono riversati tra gli stand tanti visitatori provenienti da tutta la Puglia e dalle regioni vicine favoriti dall’Estate che ancora bacia il Sud. Anche se non è mancato qualche segno di stanchezza fisica. Il padiglione più amato da tutte le generazioni rimane quello delle nazioni dalla Cina al Kenya, passando per la Lituania, l’India e il Vietnam. Per la 76^ edizione è stato denominato Salone dell’Artigianato Internazionale per la sua ricchezza di prodotti, fascino e tradizione. La storica Galleria delle Nazioni verrà trasformata in un centro congressi ancora in costruzione e il nuovo Salone è stato spostato al Padiglione 11, interrompendo una tradizione epocale e completando una metamorfosi che la renderà più fruibile e funzionale. Per quest’anno non sono mancati colori, profumi, sapori, musica che incarnano la cultura e l’anima dell’intero pianeta. I paesi rappresentati all’interno del Padiglione 11 sono stati: Bangladesh, Bolivia, Camerun, Cina, Colombia, Danimarca, Ecuador, Egitto, Germania, India, Indonesia, Kenia, Kuwait, Madagascar, Malaysia, Marocco, Pakistan, Palestina, Perù, Polonia, Russia, Rwanda, Senegal, Spagna, Sudan, Tunisia, Vietnam, Zimbabwe. Ciascuno di questi paesi ha mostrato le particolarità del proprio artigianato tipico. Nello stand del Nepal si è subito il fascino dell’Oriente. Tra i tanti prodotti esposti sono andate a ruba le spade dei gurkha, i soldati nepalesi al servizio di Sua Maestà Britannica tanto temuti dagli argentini durante la guerra per il possesso delle Isole Falkland o Malvine. Lo stand della Siria ha fatto riflettere sul dramma di quel paese. Il Padiglione 96, invece, ha ospitato la Francia con la partecipazione ufficiale della Camera di Commercio italo-francese di Marsiglia. Una presenza quest’ultima confermata da dodici anni. Tra artigianato polacco e pelletterie megrebine, maglioni peruviani e souvenir dell’ex Unione Sovietica si è notata un’assenza: dov’è finita la penisola balcanica e le sue culture, i suoi popoli e le economie in fermento? Non fu forse il vento di Levante a spingere i popoli dell’una e dell’altra sponda dell’Adriatico ad incontrarsi proprio in Puglia? In parte il problema si è risolto. In Fiera è tornata dopo ventitré anni di assenza la FIAT che ha presentato la 500 L prodotta in Serbia negli stabilimenti di Kraguijevac, nel distretto di Šumadija. Ma l’assenza dei paesi aderenti al CEFTA (il mercato comune dei Balacani) si è fatta sentire. E pensare che a pochi metri dall’ingresso del quartiere fieristico denominato italo-orientale c’è il varco del porto direttamente collegato con Montenegro, Albania, Grecia, e Turchia.

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