La notizia della bambina che viveva come un cane continua a fare il giro della rete ed un pò tutti sono rimasti “basiti”. Il procuratore capo Antonio Laudati nella sede della Dia di Bari durante una conferenza stampa dichiara: “Una città civile come questa e una società evoluta come la nostra non possono permettersi casi di questo tipo: dobbiamo dare una soluzione e soprattutto deve servire come monito perchè cose simili non si ripetano piu”. Secondo quello che emerge dalle ipotesi poste in essere dal procuratore capo, la bambina che ha vissuto per due anni come un cane non solo era in completo abbandono ma avrebbe subito anche violenza sessuale. Ma è difficile stabilire le modalità.
Dopo lo sconcerto iniziale adesso si indaga sulle responsabilità dei servizi sociali, ma anche della scuola. Dalla lettura di diversi quotidiani online emerge anche la decisione del l procuratore capo Laudati di non archiviare il caso ma di affidare le indagini ad un nucleo specializzato della Polizia nella tutela dei minori. Da quest’oggi il procuratore capo è deciso si procederà anche per le ipotesi di abbandono di minore e maltrattamenti. Difficile perà capire umanamente come un Comune potesse permettere simili cose e sopratutto perchè i servizi sociali che avevano in cura i genitori della piccola, (il papà 57 anni, invalido civile e senza reddito è morto a marzo, la mamma 46 anni, con problemi psichici e una piccola pensione), non si siano mai accorti dello stato in cui questa viveva.
La bambina che ha oggi 9 anni non sa parlare, probabilmente non ha mai parlato, si esprime solo a gesti e, grazie ai gesti è riuscita a narrare le tremende violenze subite. “Ora bisogna indagare sulle responsabilità penali dirette e indirette di chi accudiva la bambina – spiega Laudati – la piccola frequentava abitualmente la scuola e aveva anche una insegnante di sostegno. I servizi sociali visitavano la casa ogni 15 giorni. Bisogna capire come mai nessuno abbiamo denunciato una situazione simile”.
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Bari, la bambina che abbaiava è stata anche ripetutamente violentata. Si indaga in una storia di una società ai margini
Creato il 12 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate
La notizia della bambina che viveva come un cane continua a fare il giro della rete ed un pò tutti sono rimasti “basiti”. Il procuratore capo Antonio Laudati nella sede della Dia di Bari durante una conferenza stampa dichiara: “Una città civile come questa e una società evoluta come la nostra non possono permettersi casi di questo tipo: dobbiamo dare una soluzione e soprattutto deve servire come monito perchè cose simili non si ripetano piu”. Secondo quello che emerge dalle ipotesi poste in essere dal procuratore capo, la bambina che ha vissuto per due anni come un cane non solo era in completo abbandono ma avrebbe subito anche violenza sessuale. Ma è difficile stabilire le modalità.
Dopo lo sconcerto iniziale adesso si indaga sulle responsabilità dei servizi sociali, ma anche della scuola. Dalla lettura di diversi quotidiani online emerge anche la decisione del l procuratore capo Laudati di non archiviare il caso ma di affidare le indagini ad un nucleo specializzato della Polizia nella tutela dei minori. Da quest’oggi il procuratore capo è deciso si procederà anche per le ipotesi di abbandono di minore e maltrattamenti. Difficile perà capire umanamente come un Comune potesse permettere simili cose e sopratutto perchè i servizi sociali che avevano in cura i genitori della piccola, (il papà 57 anni, invalido civile e senza reddito è morto a marzo, la mamma 46 anni, con problemi psichici e una piccola pensione), non si siano mai accorti dello stato in cui questa viveva.
La bambina che ha oggi 9 anni non sa parlare, probabilmente non ha mai parlato, si esprime solo a gesti e, grazie ai gesti è riuscita a narrare le tremende violenze subite. “Ora bisogna indagare sulle responsabilità penali dirette e indirette di chi accudiva la bambina – spiega Laudati – la piccola frequentava abitualmente la scuola e aveva anche una insegnante di sostegno. I servizi sociali visitavano la casa ogni 15 giorni. Bisogna capire come mai nessuno abbiamo denunciato una situazione simile”.
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