Raccontare e raccontarsi attraverso 50 letture, scelte attraverso un arco temporale lungo (vasto?) 10 anni, è un progetto tipicamente baricchiano...
Il rapporto inscindibile fra le storie e la Storia, ma altrettanto fra un certo passato e un (in)certo presente sono fondamentali cardini attitudinali di un autore che, amore/odio, è certamente fra le presenze più significative dell'attuale panorama culturale.
Tralasciando le sterili (stucchevoli) polemiche sul presunto narcisismo/egocentrismo del Baricco romanziere (per alcuni impegnato solamente a scriversi addosso, cercando godimento manieristico in una perfezione stilistica fine a se stessa), versus l'appassionato affetto di quanti, attraverso la sua penna, riescono a cogliere differenti prospettive, suggestioni di bellezza e genuinità, anche nella vita di tutti i giorni, questa volta A.B. ci consegna, via La Repubblica, un sunto dei suoi settimanali consigli di lettura, per quanto mi riguarda una salvifica ancora di speranza, nel naufragio costante del mare magnum cultural-letterario (sin dai tempi di Totem, per altro).
Una certa idea di mondo, che passa attraverso romanzi, saggi, opere filosofiche, storiche e giornalistiche, tratteggiando coordinate personali (intime?) sulla mappa collettiva e condivisa, chiamata cultura.
Tante le idee, numerosi i suggerimenti e gli indizi, moltissime le citazioni, in questi agili articoli, che si leggono con lo stesso piacere con cui si conversa di qualcosa che ci sta culturalmente a cuore, lasciando a casa la spocchia del maestro e la furbizia del politico, con il solo, semplice intento di esprimere la propria opinione (si diceva, una volta, Weltanschauung) riguardo qualcosa che ci è parso significativo. Punto.
E dopotutto, in una vita sempre e comunque di difficile interpretazione (nella duplice accezione di decifrazione e rappresentazione), sono spesso le esperienze significative (nel bene e nel male) a scolpirci progressivamente, a volte con delicatezza, a volte con brutalità, come gli esseri umani che, consapevolmente o meno, siamo, o finiamo per essere:
" Intanto mi va di parlare di libri, in un momento in cui non sembra più così importante dirsi quali sono belli e quali no, litigarne un po', pronunciarsi. Più facile che lo si faccia coi film, o con la politica. Eppure i libri sono ancora lì, a migliaia, e continuano a declinare una civiltà di piaceri pazienti che in modo piuttosto silenzioso collabora a ridisegnare l'intelligenza e la fantasia collettive. Tutto quel che si può fare per dare evidenza a una simile liturgia mite, lo si deve fare. E allora eccomi qui a fare la mia parte. Ma c'è anche, alla fine, un'altra ragione, perfino più importante, almeno per me. Ho cercato di riassumerla nel titolo di questo progetto lungo un anno. Una certa idea di mondo. Il fatto è che mi riesce sempre più difficile dire cosa vedo quando mi guardo intorno, e perfino il concentrarsi su un particolare spicchio di questo gran spettacolo non sembra portare molto lontano: si finisce per impelagarsi in tecnicismi che magari mettono a fuoco il dettaglio, ma perdono la mappa complessiva, l'unica che conta davvero. [...] Mi è venuta un giorno questa idea: che se solo mi fossi messo lì a parlare di loro, prendendone uno per volta, solo quelli belli, senza smettere per un po' - beh, ne sarebbe venuta fuori innanzitutto una certa idea di mondo. "
...And so be it. Chapeau!