Ma dove è nato il danno per la marca? Certo la querelle sulle famiglie tradizionali e quelle gay ha innescato la discussione a livello planetario. Ma forse il vero danno per la marca è derivato dall’avere infranto un ideale, un’icona. Per questo le scuse, oltre che suonare fasulle come una banconota da due euro, erano ormai inutili perché è impossibile rappezzare uno specchio.
In trent’anni (e qualche palata di miliardi del vecchio conio) Barilla aveva costruito un’immagine ideale della casa e della famiglia.
Lasciamo stare la rappresentazione iconica, da Mulino Bianco appunto. In realtà era il cliam ”Dove c’é Barilla c’è casa” a rappresentare il cuore del posizionamento. Un territorio valoriale aperto, inclusivo, in cui ognuno poteva immaginarsi la casa che preferiva: bianco, nero, giallo, sadomaso, gay, straight, divorziato, single …
Con la sua dichiarazione, Barilla ha visualizzato e razionalizzato per chi lui (o meglio suo padre) aveva costruito quella casa. E in quel momento si è rotto il sogno. L’ideale aperto è diventata una stretta realtà.
Non è più stato un concetto inclusivo e a disposizione di tutti, ma la casa è diventata solo per la famiglia tradizionale. In questo senso credo che sarebbe stato esattamente lo stesso (anche se forse con meno clamore mediatico) se avesse detto che la sua casa era per famiglie gay.
Di colpo qualcuno si sarebbe comunque trovato a dormire sullo zerbino.
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