All’inizio erano blu, ed hanno destato subito curiosità. Le bottiglie del Barley erano di quel colore, ma ci se ne accorgeva solo quando le avevi svuotate. Un vezzo, confessa Nicola Perra: erano comunque scure, preservavano correttamente la birra, ma soprattutto erano del suo colore preferito (indossa sempre qualcosa di blu, Nicola). Poi sono diventate di difficile reperibilità, e quel vezzo è quasi del tutto sparito. 9 Agosto 2006: la data della prima cotta di questo microbirrificio della provincia di Cagliari; oggi è uno dei più “medagliati”, merito dei prodotti che Nicola Perra (il mastrobirraio) e Isodoro Mascia (l’ “amministrativo”, ma
Nicola ed Isidoro nel 2009 al loro primo Villaggio.
non solo) hanno saputo creare. Il tutto nasce da una precisa volontà: trasformare in lavoro una passione, quella dell’homebrewing, che Nicola aveva coltivato per una decina di anni. Passione che nasce dalla frequentazione giovanile della storica birroteca cagliaritana Il Merlo, dove Nicola scopre le “birre strane”, e soprattutto i prodotti artigianali del Belgio, alla cui secolare tradizione brassicola ha sempre dichiarato di ispirarsi. Accantonate le precedenti esperienze lavorative legate alla laurea conseguita in ingegneria idraulica, Nicola ed Isidoro decidono di dare vita ad una vera e propria scommessa lavorativa, quella di impiantare un birrificio, in una regione, tra l’altro, a scarsa vocazione brassicola e relativamente penalizzata da una logistica dei trasporti alquanto complessa. Una scommessa che prende corpo nel paesino di Maracalagonis, 17 km. da Cagliari, in una zona a grande vocazione vitivinicola.
I nonni stessi di Nicola, sia quelli paterni che quello materno, erano entrambi proprietari di vigne e produttori vinicoli, ed esportavano il proprio prodotto fino in Piemonte; le vacanze universitarie Nicola, spesso, se le passava a diserbare i vitigni di famiglia. Vino che compare anche fra le materie prime usate in birrificio: la Sapa di Cannonau per la BB10 e la Sapa di Nasco per la BB evò. Un prodotto del territorio, quindi, come il miele d’arancio usato per brassare per la Zagara. Sono otto le birre che compongono l’attuale range produttivo del Barley, tutte e otto ad alta fermentazione, non filtrate, non pastorizzate e rifermentate in bottiglia (sia da 0,75 che da 0,375): Friska, Sella del Diavolo, Toccadibò, Tuvi Tuvi, Zagara, Macca Meda, BB10, BB evò nelle due versioni “piatta” e normalmente luppolata. Tre di queste otto (BB10, BB evò e Toccadibò) hanno ricevuto l’ambito riconoscimento delle 5 stelle dalla Guida Slowfood alle birre d’Italia (ed. 2011), attribuito a sole 55 birre. Birre che sono espressione della genuina passione di Nicola (“faccio solo le birre che mi piacciono”, dice), dai nomi legati alla lingua e ai modi di dire sardi, tutte “illustrate” da splendide labels (disegnate da un grafico amico di Nicola, suo ex compagno di scuola).
La produzione annuale si attesta sui 500 hl. circa, 2/3 dei quali destinati all’esportazione, nella quale la parte del leone la fa l’America, dove le birre del Barley vengono distribuite in più di 30 stati da B. United International. Numerosi i riconoscimenti ricevuti in Italia da Nicola e dalle sue birre: ultimo, in ordine di tempo, il Premio Birraio dell’anno 2010 ricevuto nella splendida cornice dell’ Open Baladin di Roma. Eravamo tutti con lui. Se lo meritava abbondantemente.
TùviTùvi
Blonde Ale che ci conquista, per la sua linearità e la sua estrema bevibilità. Birra dal carattere “internazionale” che le deriva dall’uso (oculato e sapiente) di luppoli provenienti dalla zona di Poperinge, il britannico Challenger e il polacco Marynka, entrambi ricchi di proprietà amaricanti e decisamente aromatiche. 6.2% alc. vol.
Macca Meda
Una Amber Ale di grande respiro e di ottima complessità, accompagnata dalla “solita” splendida bevibilità. Un bel colore aranciato, mediamente opalescente, e un cappello di schiuma cremosissimo e compatto. Grazie ad un uso calibratissimo del luppolo First Gold, il naso (splendidamente fresco e fragrante) ha gustose note aranciate e di albicocca, con un sottofondo leggermente asprigno e speziato. In bocca è rotonda, corposamente morbida e allo stesso tempo acutamente dissetante. 7.8% alc. vol.
Duenna
American Saison dal bouquet straordinario, vario e all’insegna della freschezza con note agrumate, di frutta esotica, erbacee, pepate e speziate. Nel palato mantiene le promesse con la parte fruttata che ben contrasta l’imponente retrogusto, decisamente amaro ma secco e dotato di gran finezza ed equilibrio. (©Kuaska). 6.5% alc. vol.
Baccardus Beer
Birra prodotta per il decimo anniversario dell’enoteca Baccusardus di Villasimius(CA), tra i migliori clienti del Birrificio. Una “double blanche” alla sapa di uve Nasco. Lorenzo Dabove (Kuaska) la riassume così: La Baccusardus mi ha colpito moltissimo, una delle migliori birre italiane che abbia ai assaggiato, Nicola sei un grande birraio e sono onorato di poter apporre il mio nome sulle tue etichette! 7% alc. vol.
Testo ©Alberto Laschi. Foto in in evidenza ©Valentina Brambilla