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Barry Lyndon, di Stanley Kubrik

Creato il 08 agosto 2012 da Tizianogb
Barry Lyndon, di Stanley Kubrik
Se io e voi ci mettessimo improvvisamente a parlare di Stanley Kubrik, uno degli ultimi titoli che vi verrebbero in mente sarebbe con molta probabilità quello di "Barry Lindon", che senza ombra di dubbio è uno dei suoi film meno famosi. Eppure, per quel che mi riguarda, tra tutti quelli di Kubrik è il mio preferito. Non "Arancia meccanica", con la sua satira condita di ultra-violenza e l'interpretazione divina di Malcom Mc Dowell;  non "Shining", con le sue atmosfere raggelanti e un Jack Nicholson in stato di grazia; e neppure "Full metal jacket", che è a tutt'oggi il miglior film di guerra di sempre, insieme ad "Apocalipse Now" e "La sottile linea rossa"; bensì, questo. Alquanto strano, per uno che ha chiamato il suo blog Sangue sul muro, non vi pare? Naturalmente adoro tutti gli altri capolavori di Kubrik, questo è chiaro, ma "Barry Lindon" è di una meraviglia tale, di una perfezione così assoluta che potrei rivedermelo centinaia e centinaia di volte senza mai stancarmi. Usare il termine perfezione riferendosi ad un film di Kubrik non è certo una novità, e ognuno a suo modo tutti i suoi lavori della maturità lo sono (diciamo da Rapina a mano armata in poi). "Barry Lindon", però, possiede un'anima, una bellezza visiva e tematica tale che in una qualsiasi classifica dei migliori cento film mai fatti dovrebbe perlomeno stare tra i primi dieci. Dall'uso della sola luce naturale (che Kubrik ottenne usando un otturatore Zeist usato dalla NASA per le foto satellitari), alle geniali inquadrature, che dal particolare si allargano fino al generale, rivelandosi dei magnifici quadri in movimento; la colonna sonora semplicemente perfetta (Bach, Handel, Schubert e i Chieftains!) e un Ryan O' Neal di una bellezza trascendentale... insomma non esiste una sola imperfezione, nei 178 minuti di questo capolavoro assoluto. La scena qua sotto ne è un esempio illuminante.
Barry Lyndon, di Stanley Kubrik

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