BICEFALO - Vuoto o con il cervello? E... il cuore?
Altissimo, tanto che, quando gli stavo vicino e teneva le braccia distese lungo i fianchi, la mia testa arrivava all’altezza dei sui gomiti; faceva veramente impressione anche con le sue spalle che eguagliavano, in larghezza, tutte le mie braccia aperte. L’immagine dava proprio il senso, veramente, della imponenza della montagna, così, come della montagna era il silenzio profondissimo, che unito all’aspetto, non incuteva timore, ma faceva riflettere sulle piccolezze della vita. Definire Basilio un uomo taciturno era riduttivo tant’era talmente stridente il paragone con l’aspetto enorme della persona, con l’assenza dell’ascolto sonoro. Evitava ogni contatto allontanandosi timoroso tenendo stretta la bottiglia dell’acqua minerale come se avesse in braccio una creatura. Anche su questo era esagerato: ne beveva almeno sette/dieci litri! Sul suo conto circolavano diverse versioni di vita: che era un gran suonatore di cornetta nella banda del suo paese; che era un grande studioso di ingegneria civile; c’era chi diceva che era uscito di senno perché non si accettava come uomo troppo possente; chi raccontava che, rapito dalla passione, risvegliandosi dopo l’amore, non avesse più ritrovato la sua bella; chi sa con certezza che fu rapito da una tribù di vestali che lo tennero per anni sul trono adorandolo come l’idolo della fecondità addetto alla riproduzione. E tante altre leggende che a narrarle tutte occorrerebbero diverse tonnellate di carta da lettere. Fatto è che il suo senno era perso e, quando il senno è perso è perso, perso per sempre, per questo Basilio viveva solitario, stretto alla sua sempre piena, sempre vuota, bottiglia di acqua minerale. Un giorno, il primo di maggio, si respirava nell’aria la festa: c’erano le bandiere rosse ovunque, era passata la banda cittadina e come tutti gli anni, sotto alle finestre della casa di riposo, aveva eseguito un breve concertino; gli anziani, con le lacrime agli occhi, avevano applaudito. Poi, tutto riprese, come sempre. Invece, mentre passavo vicino a Basilio, sentii il suo ritmato sussurro:
Do Re Sol Re Sol
Do Re
Sol Do Mi
Re Sol Sì
Re Sol Sol Do Re
Sol Do La Sol Fa
Re Sol Do Re Sol Do
Mi Re Do Sol Do…
… intesi e commosso, con le parole sul fil di voce, cantai:
Com - pa - gni avanti il gran part - ti - to noi sia - mo dei la - vo- ra -
tor - - rosso un fior c’è in petto fio - ri - to u - na
fe - de c’è na - ta in cor…..
sorrise con la bocca ma non con gli occhi: quelli erano sempre assenti. Stese la mano aperta verso di me: la strinsi forte forte fino a quando vidi che il suo sguardo mi vedeva.