Basket maschile: tutto pronto per l’All Star Game di Pesaro

Creato il 09 marzo 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Di scena a Pesaro, regno della Scavolini, l’edizione italiana 2012 dell’All Star Game, l’occasione di mettere in mostra tutto l’atletismo e la bellezza del basket della Serie A1, nonché di assegnare premiazioni per sfide particolari ed a sé stanti, ovvero la gara del tiro da 3 punti che vedrà sul podio più alto uno dei più temibili cecchini del campionato e la gara delle schiacciate, una delle sfide più attese per via dell’alto tasso di spettacolarità che dona solitamente una competizione del genere. All’Adriatic Arena grande attesa soprattutto per l’evento clou, vale a dire lo scontro sul parquet pesarese tra i migliori giocatori italiani scelti personalmente da coach Pianigiani (a detta dei più il miglior head-coach della nazione, senza nulla togliere ai vari Scariolo e Trinchieri) e il “Dream Team”composto dai 5 giocatori stranieri votati direttamente dal pubblico, ai quali verranno affiancati 7 compagni selezionati, seguendo il regolamento della Lega, proprio dal coach della Bennet Andrea Trinchieri.
Malgrado i favori del pronostico di questa ambita amichevole vertano inevitabilmente sul gruppo straniero, lodi al mister della Montepaschi per l’accurata scelta della compagine azzurra da schierare nella sfida (o massacro?) contro i più temibili giocatori della Serie A1. Risalta nettamente la presenza dei giocatori dell’Armani Jeans Milano, Mancinelli, Melli e Gentile, tre dei più quotati uomini a disposizione di Pianigiani, nonché speranze del futuro della nazionale italiana (escluso il “Mancio“, ormai avvezzo alla convocazione). Le speranze dei molti appassionati di basket della penisola convergono su Alessandro Gentile, il più pericoloso del trio se in giornata, in quanto dotato non soltanto di un’ottima mira dal perimetro, ma anche di una fisicità non indifferente, fondamentale contro alcuni dei giocatori più imponenti del campionato. Da non sottovalutare, in ogni caso, Nicolò Melli, possibile mina vagante poiché dotato di talento a iosa, enfatizzabile dall’assenza di pressione che una gara di tal fatta assicura ad un giovane come lui. Occhi puntati anche sull’innesto di Pianigiani nell‘area dipinta, sconosciuto ai più, ovvero sul centro di Treviso Gino Cuccarolo, l’azzurro più alto nel campionato con i suoi 2 metri e 22 centimetri, dal quale ci si aspetta una gara senza timori reverenziali verso i lunghi avversari.
“Dream Team ”ormai pronto sull’altro versante, malgrado si presenti pesantemente influenzato dalla votazione dei supporters della Scavolini Pesaro, ansiosi di vedere nella gara delle stelle i propri beniamini e successivamente sicuramente soddisfatti di vederne in quintetto titolare ben 3, ovvero l’idolo di casa Jumaine Jones (il più votato, con oltre 14.000 preferenze), seguito da James White e Richard Hickman. A completare il quintetto di partenza, Linton Johnson ed un acclamato Marques Green di Avellino. Maggiore attenzione si posa sulla restante parte della rosa, più folta e scelta di persona dal coach della Bennet Cantù Andrea Trinchieri, lievemente criticabile per l’esclusione di alcune delle più importanti stelle del panorama italiano (a sua difesa, 7 scelte non sono poi così tante; era doverosa una dura selezione). Tra i nomi più altisonanti appare immediatamente quello di Bo Mc Calebb, asso della Montepaschi Siena e vero pericolo della compagine del "resto del mondo", sorprendentemente fuori dal quintetto ideale dell’All Star, dietro persino a Linton Johnson. Ad accompagnare la minaccia senese, la scelta è ricaduta sulle stelle di altre sei differenti compagini del campionato (dolorosa l’esclusione di gente del calibro di David Andersen e Moss della Montepaschi, Micov di Cantù e Tucker dell’Acea Roma). In rappresentanza della Canadian Bologna in campo un ottimo Chris Douglas-Roberts, mentre per Milano sfiderà i suoi tre compagni di squadra l’atteso Antonis Fotsis. Per nulla sorprendenti anche le convocazioni di Travis Diener di Sassari e Andre Smith di Caserta (temibile sotto le plance), mentre meno scontate ( od addirittura criticabili) le chiamate di Giorgi Schermadini della Bennet, ma, soprattutto di Aubrey Coleman di Biella, al posto del quale sarebbe stato più pericoloso probabilmente il velocista Clay Tucker.
Polemiche o meno, tutto pronto per lo spettacolo del basket italiano, in quella che si preannuncia sicura,mente la sfida dell’anno in prospettiva puramente estetica. Si auspica soltanto che le compagini in competizioni salvino quel minimo di agonismo che rende la sfida in sé infinitamente più appetibile, tratto che l’omonima competizione americana sembra aver perso ormai da anni.
Filippo Caiuli

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