Le carriere di Marco Belinelli e Bruce Bowen hanno qualche tratto comune e i due condividono almeno un paio di aspetti del loro carattere: “il segreto per arrivare al top è avere perseveranza e credere continuamente nelle proprie forze e nel proprio talento” prosegue il cestista americano, scartato al draft del 1993 e poi vincitore di tre anelli con la franchigia texana (nel 2003, nel 2005 e nel 2007), “spesso le cose che cerchiamo non arrivano quando vogliamo; l’importante è essere pronti a prenderle al volo quando si presentano”.
Dopo l’esordio da professionista in Francia e qualche campionato in leghe minori statunitensi, Bowen non si lasciò sfuggire l’occasione di giocare nell’NBA, disputando le prime cinque stagioni con le maglie di Miami Heat, Boston Celtics e Filadelfia 76ers. Nel 2001 giunse a San Antonio, dove giocò fino al ritiro, nel 2009. Questi alcuni dei suoi numeri con gli Spurs: tre titoli, 630 partite e 5 presenze consecutive nell’NBA all-defensive first team, tra il 2004 e il 2008; due anni fa la sua maglia numero 12 è stata ritirata. Per buona parte assomiglia alla storia di Belinelli, partito da Bologna e passato per Golden State Warriors, Toronto Raptors, New Orleans Hornets e Chicago Bulls prima di sollevare il Larry O’Brien Trophy con la maglia nero-argento.
“Il segreto per vincere è fare le cose semplici e quello per rimanere ai massimi livelli è continuare a fare le cose semplici, che sono anche le più efficaci” spiega Bruce Bowen a proposito del gioco e dei successi (del passato e del presente) della sua ex squadra, negli States la più vincente degli ultimi 16 anni insieme ai Los Angeles Lakers; e con una battuta aggiunge: “è come la passata di pomodoro qui in Italia, è buona perché è fatta con il solo pomodoro e l’unico trucco per mantenerla sempre così buona è continuare a farla sempre allo stesso modo, che è anche il più facile”.