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Bass di compleanno

Da Pietroinvernizzi

Bass preso in una cava a milano con l'esca fiolosofaleQuando esci di casa alle 4,45 per andare a pescare ti puoi aspettare tante cose, ma di rimanere imbottigliato nel traffico, ecco, quello proprio no. Quindi, mentre percorro un intero viale a passo d’uomo, la mia espressione, da assonnata si trasforma in una smorfia di orrore e incredulità. Per fortuna la gente che riempie la strada come se fossimo in corso Buenos Ayres il 24 dicembre, reduce dalla Festa della Musica, sfoggia visini parecchio stralunati tra i quali posso mimetizzarmi senza problemi. Io però oltre agli occhi rossi ho le narici dilatate, digrigno i denti e schiumo di rabbia. Ma è inutile rovinarsi l’umore, non posso farci niente, tanto vale battere cinque come se avessi appena segnato un gol e smetterla di ringhiare a chi mi attacca bottone.
Finalmente supero lo svincolo da cui appaiono nuovi amici a non finire e posso tirare dritto verso la mia meta: una bella cavetta appartata. Io arrivo per primo e dopo un paio d’ore mi raggiungerà Pietro. Dopo un altro paio d’ore arriverà anche la B, uno che ha smesso di suonare a Torino poche ore fa e uno che entro poche ore dovrà essere in ufficio. Si tratta della seconda plenaria nel giro di una settimana, un evento epocale. Del resto è il compleanno di Francis e vogliamo salutare Pietro, in partenza per lavoro, in stile Anonimo.

Monto la canna nella ritrovata solitudine e, vedendo qualche cacciata, decido di usare un’esca mai provata prima: un walking the dog. Motivato dalla voglia di vedere una bell’abboccata a galla ma scettico anche solo sulla mia capacità di muoverla bene, guardo l’esca volare parecchio più lontano di quanto mi aspettassi, vista la sua stazza esilina. Sbacchetto goffamente la canna fino a quando un’alga mette fine alle sofferenze dell’artificiale. Rilancio e, dopo qualche metro, trovo ritmo e movimento giusto. Bene, adesso posso crederci di più. Ma la fantasia cede il passo alla realtà e le tanto sognate esplosioni lasciano il posto a timide bollatine, indegne anche di avannotti di trota a fondo lama…

Bass preso in una cava vicina a Milano
Va bè, io continuo, prima o poi passerà qualcosa di molto grosso, no? No. Infatti dopo un po’ di lanci riesco a ferrare due bassettini e sbagliarne un altro paio. Ok, cambio approccio e monto una gomma più voluminosa, almeno faccio un po’ di selezione, giusto? Sbagliato. Ne allamo un altro paio della stessa misura. Cambio ancora tipo di esca e continua l’aggressione dei piccoli pinnuti. Va bè, torno alla gomma che almeno raccolgo meno alghe. In un’ansetta finalmente vedo la lenza andare per i fatti suoi, ferro e poco dopo ho tra le mani un bass per lo meno degno di questo nome. Uno scatto al volo, per altro venuto orribile, e lo rimetto in acqua.

Intanto arriva Pietro che, a mosca, decide di iniziare anche lui a top water con dei

Piccolo bass preso con popper a mosca in una cava a Milano
popperini. I risultati non si fanno attendere e anche lui incanna un paio di piccoletti finché non decide di provare uno streamer. Da lì in avanti è uno sfacelo. A ogni lancio, in ogni punto del lago, vediamo mangiate cattivissime, potrebbe essere il Sacro Graal di ogni pescatore: l’esca filosofale. Certo, se venisse attaccata da qualcosa di più serio avrebbe tutta un’altra aura… Io intanto, vicino a una punta, vedo un’ombra nera gironzolare. Mi acquatto e lancio nella direzione in cui si sta muovendo. Scatta per portarsi vicino al vermozzo e lì si inchioda. Continuo la danza del silicone finché un’alga blocca la lenza e posso farlo ballare in verticale. Continuo così qualche secondo finché non vedo spuntare dalle alghe solo la coda. A quel punto succede tutto in un attimo: attacco, botta in canna, ferrata sbagliata, smadonnio a pioggia.

Mi raggiunge Pietro e facciamo ancora qualche metro. Chiacchieriamo di cose da serie A mentre facciamo due lanci. Poi, una signora con due bellissimi bracchi di Weimar raccoglie un bastone e, come se noi non fossimo lì, lo lancia in mezzo al lago e i cani naturalmente ci si fiondano dietro. Impietriti dall’orrore giriamo i tacchi e torniamo sui nostri passi, inutile andare dove la sciura ha appena pasturato a cani…

Regalo a Francis per il suo compleanno durante un'uscita a bass per festeggiarlo
Proprio sul tuffo canino fa la sua gloriosa apparizione la B. Peschiamo tutti insieme per un po’, allamando ancora qualche portachiavi, ma io devo andare, quindi appoggiamo le canne per un attimo. Celebrazioni, foto, auguri, regali, pacche sulle spalle, altre foto, abbracci, altre pacche e li lascio a fare gli ultimi lanci e lottare con gli ultimi bass.

Bass di compleanno
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