Magazine Diario personale

Basta!

Da Marcello89
Basta! Ti scrivo dal buio di una camera vuota, nonostante mi fossi imposta di riporti in uno scatolone, a lasciare che ti confondessi con i ricordi: tu che sei uno di quelli. 
Volevo farti prendere polvere mentre il tempo strappava prepotentemente alle mie mani i secondi, i minuti, le ore, i giorni, le settimane, i mesi…anche gli anni senza di te. Ne sono trascorsi tanti ormai, ho perso quasi il conto, mentre mi aggrappavo a speranze inutili, convinta che qualcosa sarebbe cambiata, prima o poi.
Ma “prima o poi” non è esistito. È stato una bugia che mi sono raccontata fino a convincermi davvero che potesse essere possibile stravolgere quella realtà decisa a mantenere le distanze. Ciniche foto riempiono pareti, costringono il passato a ritornare, a ingombrare spazi che non gli appartengono. Quel pensiero nuovamente fisso pretende ancora una possibilità: non gli è bastata la seconda, nemmeno la terza, la quarta…vuole a tutti i costi provarci ancora, assicurandomi che non sarà come le altre volte. Ma io ho smesso di credere alla sua buona fede, ai suoi buoni propositi, al suo “ritornerò” pronunciato fin troppo spesso e concretizzatosi mai. Ho cercato di dire “basta!”con la fermezza di chi, in realtà, ci crede ancora e ho tentato di convincere anche me stessa di quella parola. Confidavo nel tempo: mi avevano assicurato che avrebbe trascinato con sé tutti i dispiaceri, le gioie, i dolori, i rimpianti, la tristezza, la malinconia, quella stupida allegria…tutto ciò che odora di vecchio. Ci contavo. Adesso mi sto accorgendo che però, forse, il mio è difettoso, deve avere per forza qualcosa che non va. Probabilmente è troppo fragile. O forse è solo dispettoso. Un immaturo. Come la mia memoria che promette e non mantiene niente. Mi aveva giurato che avrebbe dimenticato. Io, ingenuamente, le ho creduto. E invece no. Ti ha fatto tornare qui, adesso. Adesso che sei una di quelle voci stridule che riecheggiano ancora, fino a sovrastare il caos incredibile del silenzio. Sei la mia rabbia che non so far tacere. Sei un pensiero che ti dedico ogni volta che l’amarezza mi si fionda addosso, un po’ mi distrugge, mentre scende quella lacrima che non so giustificare. È tua, prendila! È per te, amica che mi hai lasciato in ginocchio a supplicare il cielo di farti tornare.


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COMMENTI (1)

Da  Ata
Inviato il 10 maggio a 22:09
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