Oggi tocca a Serena, che ci invia il suo basta al neuro-sessismo:
“Vorrei fare una premessa. Vorrei cominciare il mio “basta” con una vicenda personale.
L’anno scorso, in quinta superiore, ho assistito ad una lezione di neuroscienze sulla differenza tra i sessi, tenuta da una donna che lavorava nell’ambito universitario (in realtà non ricordo se fosse un’insegnante o una studentessa). Insomma, sono stata due ore a seguire i vari esperimenti e le varie teorie per dimostrare quanto uomini e donne fossero naturalmente diversi.
A quel tempo ero abbastanza ignorante sull’argomento della questione femminile e più che mai confusa. Confusa perché mesi prima mi capitò di leggere “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti, che affermava a gran voce quanto fosse importante la cultura nella costruzione del genere. Sentire quella sedicente scienziata dire che le differenze tra i sessi erano innate mi lasciò piuttosto perplessa…
Ogni tanto il ricordo di quell’incontro riappare e mi fa pensare: cosa farei adesso se partecipassi ad una lezione del genere? Probabilmente alzerei la mano e direi il mio parere sulla questione, ora che penso di saperne qualcosa di più.
Voglio che il mio basta parta da qui. Da questa voglia di riscatto.
Sin dall’antichità noi donne siamo state sottoposte a qualsiasi tipo di esame, solo per dimostrare quanto fossimo inferiori agli uomini.
Sarebbe bello credere che oggi non sia più così, sarebbe bello sapere che finalmente anche (e soprattutto) la scienza si sia convinta dell’uguaglianza tra uomo e donna, ma ogni giorno dobbiamo fare i conti con la dura realtà.
Mentre nei secoli scorsi si misuravano crani e si pesavano cervelli, oggi le neuroscienze, complici i mass media, che continuano a veicolare messaggi scientifici sessisti, vogliono ancora dimostrare che le donne non sono portate per la matematica mentre gli uomini si; sono convinti che le donne siano naturalmente inclini al pettegolezzo e alle materie linguistiche, mentre l’uomo non sa mettere due parole di fila.
Insomma, per questi illustri intellettuali ogni differenza può essere spiegata con ormoni, cervelli e geni (chi non ha sentito parlare di “gene della fedeltà” o di “gene dell’omosessualità“?).
Ed è così che se una donna non ha un buon senso dell’orientamento o non va d’accordo con i motori, è perché il suo cervello è fatto in maniera diversa da quello di un uomo. Mica è perché non ha mai avuto la possibilità di giocare con macchine e camioncini vari! Semplicemente esiste un cervello “femminile” diverso strutturalmente da quello “maschile“.
Sono stanca di sedicenti esperti che pubblicano libri e articoli sui sessi dal tono ironico e spiritoso.
Voglio urlare BASTA a questa sorta di NEUROSESSISMO che continua a diffondere messaggi medioevali e stereotipati sulle differenze tra uomini e donne.
BASTA a queste ricerche scientifiche di dubbia validità, ingannevoli e fuorvianti, sempre accolte a braccia aperte da un’opinione pubblica che si accontenta di spiegazioni semplicistiche, in cui pare che solo gli ormoni decidano il sesso e il genere delle persone. Teorie che sembrano voler strizzare l’occhio alle industrie farmaceutiche.
Voglio una scienza che pensi di meno ai guadagni e alla popolarità, meno presuntuosa e più seria!
Invocare ragioni biologiche per spiegare come donne e uomini siano diversi vuol dire ignorare la storia e mettere in dubbio la legittimità di programmi sociali mirati a garantire le pari opportunità!
BASTA con queste teorie deterministe, che rischiano (o mirano?) di far accettare alla società civile lo status quo, di giustificare ogni disuguaglianza, ogni DISCRIMINAZIONE!”