La degradante realtà è quello di un provvedimento dove probabilmente sono stati volutamente inseriti errori marchiani e lacune indecorose, proprio per poterlo correggere all’ultimo minuto secondo i desiderata degli oligarchi europei. Il tradizionale assalto alla diligenza dei soldi pubblici – tranne quelli che afferiscono al cerchio magico, ovviamente – è stato evitato non per la credibilità personale e politica del premier e del suo esecutivo, quanto per il fatto che la carrozza stessa è stata venduta. Non è più proprietà né del Parlamento né tanto meno degli italiani, ma di una holding non eletta da nessuno di cui Renzi e il sistema politico nel suoi complesso non sono che esecutori.
Dunque non si poteva far nulla prima che il fiduciario tornasse con i desiderata del consiglio di amministrazione. E ‘come in certi film degli anni ’50 nei quali la servetta si finge padrona di casa dando origine ad una serie di equivoci inestricabili: meglio apparire come padrone sciatte e cialtrone che come domestiche a servizio. Di certo è motivo di viva e vibrante soddisfazione per i poteri di Bruxelles e di Berlino, sapere che in Italia non c’è nemmeno bisogno di corrompere i deputati per ottenere un assenso ai massacri, come invece accade in Grecia (vedi qui) dentro una nuova vergogna europea, perché le risorse nazionali sono ancora sufficienti a garantire un’adeguata remunerazione, specie in presenza di grandi opere e grandi eventi. Un Expo qui, un’Olimpade là, una tav qui e un Mose là sono più che sufficienti, basta che si mantenga lo statu quo e naturalmente la poltrona. Basta dire di sì