Forse non avete mai sentito parlare dei gessetti. Io non ne conoscevo l’esistenza fino a pochi mesi fa e la mia vita scorreva senza grosse scosse. Poi spicy me li ha fatti conoscere e molte cose sono cambiate. Ovviamente non sto parlando dei gessetti colorati con cui realizzare disegni, non sono abbastanza creativa per questo, ma di quelle caramelline di liquirizia morbida con un sottile strato di zucchero intorno e una goccina al sapore di liquirizia all’interno. Da alcune settimane mi è partito il trip dei gessetti. A un certo punto, in prima mattina, dopo poco che ho iniziato a lavorare, comincio a sentirne una gran voglia. Per un po’ resisto, penso al mare dove ho ormai iniziato ad andare, mi dico “prova di volontà, prova di volontà”, ma ben presto mollo tutto, buone intenzioni comprese, e vado in un noto negozio di dolciumi che ho la sfortuna di avere a due passi dal lavoro. Lì chiedo un etto, solo un etto, mai di più perché mi conosco, di quei gessetti malefici, subisco con un sorrisino scemo la solita battuta della commessa che mi chiede se ho la lavagna e me ne esco con già un gessetto in bocca. Il problema è che non si riesce a succhiarli, no, si devono masticare subito, lentamente, godendo della goccina e poi della liquirizia e immediatamente si passa al successivo e così via. Rapidamente e compulsivamente faccio fuori quell’etto di zucchero dopo il quale mi sento rilassata e in pace col mondo, di più: letteralmente fatta di zucchero.
Oggi stava accadendo proprio questo: in una pausa dal lavoro ingurgitavo gessetti senza soluzione di continuità quando mi è capitato tra le mani un articolo uscito lo scorso anno su Aggressive Behavior scritto da Scienziati statunitensi e olandesi e improvvisamente tutto è diventato chiaro. Partendo dal presupposto che i comportamenti aggressivi e violenti vengono bloccati dall’autocontrollo che per essere messo in atto consuma una gran quantità di zuccheri nel cervello, hanno voluto indagare se bassi livelli di zuccheri sono legati ad aggressività e violenza.
Per verificare l’ipotesi hanno messo su ben quattro studi: gli Scienziati, si sa, per il bene dell’Umanità non si risparmiano. I risultati:
Studio #1: i partecipanti che avevano bevuto una bevanda arricchita con glucosio si comportarono meno aggressivamente di quelli a cui era stato dato del placebo.
Studio #2: si rilevò una relazione tra diabete, una condizione notoriamente caratterizzata da livelli elevati di zuccheri, e scarso controllo dell’aggressività. Come dire: hanno tanto zucchero in circolo, dunque non ne hanno consumato nemmeno un po’ per auto-controllarsi [boh].
Studio #3: si evidenziò che i paesi con tassi elevati di diabete avevano anche alti tassi di criminalità violenta. [Conosco molto bene un diabetico: è un iracondo , ma non mi sembra il tipo del serial-killer. Dovrei comportarmi in modo circospetto quando sono con lui?].
Studio #4: si vide che i paesi con alti tassi di carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (una malattia metabolica caratterizzata da bassi livelli di zuccheri) avevano anche tassi più elevati di omicidi, legati o meno a guerre.
Non mi sembra chiarissimo e congruente tutto questo, non so se avete la stessa impressione, o forse sarà colpa dei gessetti che mi ottundono la mente. Dunque, ricapitoliamo: gli Scienziati, nella loro testa, ritengono di aver dimostrato che pochi zuccheri vogliono dire aggressività. Ora capisco il mio stato di serenità e di pace dopo che mi sono rimpinzata di zucchero. Però, se lo scoprono i miei colleghi, già felici quando prendo gli antistaminici, pur di vedermi placata non si tratterranno dal farmi trovare ogni giorno sulla scrivania un pacchetto di gessetti. Dovesse accadere sarebbe una vera iattura, vorrebbe dire tenersi alla larga dalle spiagge a meno di non avere un burka disponibile.