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Bastano trentamila euro a nascondere un maltolto di 30 milioni? L'opinione di Germano Meletti
Creato il 06 marzo 2015 da Ambrogio Ponzi @lucecoloreCOME GUARDARE LE "BUSCHE" NEGLI OCCHI ALTRUI E IGNORARE LE TRAVI NEI PROPRI
Oggi credo che si sia consumata una delle più vili e becere, oltre che di basso profilo, operazioni di regime: si è urlato in tono scandalistico di una operazione, assolutamente legale, forse discutibile, ma nel pieno rispetto della legge.
Sto parlando dell'articolo sull'odierno numero della Gazzetta di Parma, in Cronaca di Fidenza. L'argomento in questione è quello dell'aumento degli emolumenti a consiglieri, assessori e sindaco della precedente amministrazione. Se vogliamo dirla in altri termini, tra il serio ed il faceto, è come Satana che si scandalizza perché qualcuno ha rubato una caramella, non a lui, ma a qualcun altro. Che poi a ben guardare non si tratta neppure di furto, ma di una decisione presa da una amministrazione, non mi addentro nei meriti se giustificata o meno, ma stiamo parlando di inezie. Qualcuno ha incominicato ad urlare allo scandalo per questo, lo sta urlando talmente forte per tentare di coprire il vergognoso scandalo, questo sì veramente vergognoso e veramente scandalo, dell'affare Di Vittorio. I bempensanti governanti, favoriti in questo "dall'effetto spugna" di quella parte di popolino che è come le tre scimmiette: io non vedo, io non sento, io non parlo, vendono fumo a tutto spiano, anche a scapito del dovere e dell'onestà di attenersi quantomeno al non diffondere notizie ingannevoli, false e tendenziose. Io aggiungerei la quarta scimmietta che dice: "Io credo a tutto quello che mi dicono, obbedisco ai loro ordini e mi impegno a seguirli ciecamente diffondendone il verbo anche a scapito di mie meschine figure di fronte agli interlocutori". Andiamo per ordine: la solita falsa e tendenziosa informazione dirà che l'Amministrazione Comunale presente ed anche quelle passate (tutte sinistrorse tranne quella cantiniana), son immuni dalle malefatte della Di Vittorio. Loro non c'entrano nulla con le famiglie ridotte al lastrico conseguentemente all'imbroglio di vendere "carta straccia" per "oro colato". Ci sono casi anche estremi, come quello della Signora Gabriella Vaccari, che sperava in un futuro migliore per la propria salute, impegnando in Di Vittorio la speranza di un'operazione che potesse alleviarle quella sclerosi multipla di cui è afflitta da quindici anni: le hanno rubato anche la speranza, non solo i denari. Ebbene, sicuramente non c'è ufficialmente il marchio di fabbrica di una qualunque amministrazione comunale, ma dal consiglio di amministrazione di quella entità, che tanti dolori ha distribuito in quantità industriale, sono passati sindaci, assessori, consiglieri e rappresentanti di partito, tutti rigorosamente di fede comunista, di fede PDS, PD o DS che dir si voglia, tanto si è solo cambiato il vestito esterno, ma dentro sono sempre loro: i "compagni". E allora a cosa serve urlare alla luna che gli ex consiglieri si sono aumentati la paga di "una cicca", quando loro hanno perpetrato danni esistenziali e permanenti, calcolabili in centinaia di milioni di euro. Ci sono poi storie, che senza alcuna pietà questi "giudici" da quattro soldi, hanno inserito nel tritacarne delle ruberie, tacendone vergognosamente scopi ed effetti. Forse non tutti sanno (loro sì!!!!) che Francesca Gambarini, in qualità di Presidente del Consiglio Comunale decaduto circa un anno fa, percependo un compenso di circa mille euro mensili, decise di donare per due anni e mezzo il suo stipendio (totale circa 30 mila euro!!!!! Ovvero 60 milioni delle vecchie lire!!!!) dapprima ai danneggiati delle frane dell'Appennino Parmense e successivamente ai terremotati della provincia di Modena, approssimativamente divisi in due metà quasi equivalenti. Sono in grado i "giudici da quattro soldi" di esibire un simile "pedigree"? Non credo proprio: il loro curriculum vitae si chiama Cooperativa Di Vittorio, si chiama quartieri periferici fidentini (Europa, Villa Ferro e Gigliati), si chiama ex Pinguino, si chiama Nuovi Terragli e si chiama anche come quello scheletro, ancora senza nome, di via IV novembre, che per fargli posto, nonostante le proteste del quartiere, si è persino proceduto alla deviazione "costretta" da una rotonda ingannevole quanto loro e quanto quella a "fagiolo" in prossimità della zona mercato, di quella "maxi" , appena più avanti, che ha sostituito il vecchio megaimpianto semaforico e quella ridicola all'incrocio del Bar Diana. In ognuno di questi casi non si è "rubata la marmellata", ammesso che altri lo abbiano fatto in precedenza, ma si raccontato a tutti che la luna è una forma di formaggio e chi la va a prendere se la può mangiare o grattuggiare, a seconda delle esigenze. Parlare di modo vergognoso nel gestire la cosa pubblica fidentina mi sembra largamente riduttivo. Germano Meletti