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Basterà un’analisi del sangue per evitare l’amniocentesi

Creato il 19 marzo 2013 da Yellowflate @yellowflate

amniocentesi1L’amniocentesi è una metodica di prelievo transaddominale di liquido amniotico dalla cavità uterina, alfine di ottenere campioni biologici utili per una diagnosi prenatale del feto, dando anche la possibilità di prelevare e conservare le cellule staminali.

L’amniocentesi era nata all’inizio del XIX secolo come pratica per il polidramnios, aumento del liquido amniotico oltre un certo range, o per indurre l’aborto mediante instillazioni di soluzioni ipertoniche.

Adesso è stato creato un nuovo test di laboratorio, meno invasivo e privo di rischi, che permette di esaminare il dna del feto attraverso il sangue della madre.

Mediante questo test si possono individuare alcune tra le anomalie cromosomiche più frequenti, dimostrando un’attendibilità superiore al 99% nel rivelare la trisomia 21 (Sindrome di Down) e del 98 e 80% nel rilevare rispettivamente le trisomie 18 e 13 (Sindrome di Edwards e Sindrome di Patau).

Il test può essere eseguito dalla decima settimana di gestazione e i risultati arrivano entro 15 giorni, contro il mese necessario per il referto dell’amniocentesi. Il suo aspetto è l’elevata accuratezza con cui si riesce ad individuare la presenza delle trisomie fetali più frequenti, attraverso un metodo che non comporta alcun rischio d’aborto.

Il test è stato avallato dalla comunità scientifica internazionale.


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