- Etichetta: Autoprodotto
- Anno: 2014
Among My Giants … e tra i giganti Sebastiano Conti c’è davvero: infatti, il chitarrista siciliano è riuscito a coinvolgere, per il suo progetto solista, delle vere icone dell’hard rock ed heavy metal mondiale.
Un sogno che si realizza per il musicista italiano quello di avere sul proprio album vocalist del calibro di Mark Boals e Michael Vescera, entrambi ex Malmsteen, e batteristi di pari fama quali Vinnie Appice (Black Sabbath e Dio), John Macaluso (Riot, James Labrie, Malmsteen, TNT) e Thomas Lang (Paul Gilbert, Glenn Hughes).
Conti si è scritto e prodotto l’album, un lavoro straordinario il suo, impreziosito da una prova alla chitarra sontuosa, che lo piazza alla pari dei suoi illustri ospiti.
Innamorato del metal classico, studioso dei metodi adottati dai guitar heroes che hanno fatto la storia della nostra musica preferita come Malmsteen, Morse, Blackmore e Zakk Wilde, con il monicker Bastian realizza questo bellissimo disco di metal classico nel quale i musicisti coinvolti sono solo la ciliegina su una già fantastica torta.
Difficile parlare di particolari influenze, anche perchè alcuni dei protagonisti sono qui, mettendo il loro talento al servizio di un progetto ambizioso ma altrettanto riuscito, e contribuendo così nel migliore dei modi a concretizzare le idee di Sebastiano.
Odyssey apre il disco immergendoci in piena atmosfera Black Sabbath, era Tony Martin,ed è una piacevole sorpresa questo prima presa di contatto con il chitarrista siciliano, il quale, evidentemente assimilando un po’ da tutti i suoi idoli, si è costruito un suo tocco del tutto persone.
Le tracce scorrono e si respira l’atmosfera dei grandi dischi di Sabbath, Dio, Rainbow, i due cantanti si alternano sapientemente al microfono esibendo prove da incorniciare, mentre la chitarra di Conti regala momenti di grande rock (Mother Earth, Hamunaptra, Magic Rhyme); quando le atmosfere cambiano, si passa dal metallo epico in pieno trip Rainbow/Dio, all’hard rock ottantiano (Tamburine Song), a quello scanzonato e stradaiolo di Sexy Fire, fino alla perla strumentale dal titolo Justify Blues, dove il trio tutto italiano Conti, Leggio, Giardina sciorina una jam blues da applausi.
Non si possono non dedicare due parole anche alle ballad presenti nell’album, The Fisherman e An Angel Named Jason Becker (dedicata all’indimenticato chitarrista americano), che sanno emozionare senza essere stucchevoli, a riprova di un songwriting ispirato.
Cosa da non trascurare: pur dimostrando un innato talento e potendo circondarsi di musicisti di livello assoluto, il nostro è riuscito a registrare un album dove al primo posto ci sono le canzoni, scritte e suonate con passione, lasciando il mero virtuosismo relegato a pochi accenni e dimostrando che, con costanza e determinazione, i sogni di ognuno possono diventare realtà.
Sebastiano “Bastian” Conti ci è riuscito, complimenti a lui.
Tracklist:
1.Odyssey
2.Mother Earth
3.Hamunaptra
4.Tamburine Song
5.Secret and Desire
6.Sexy Fire
7.Lights and Shadows
8.Justify Blues
9.Magic Rhyme
10.The Beach
11.The Fisherman
12.Song of the Dream
13.Soul Hunters
14.An Angel Named Jason Becker
Line-up:
Sebastiano Conti – Guitars
Guests:
Michael Vescera – Vocals
Mark Boals – Vocals
Vinnie Appice – Drums
Thomas Lang – Drums
John Macaluso – Drums
Giuseppe Leggio – Drums
Corrado Giardina – Bass