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Norman ha solo 17 anni, suo padre è morto da poco- sembrerebbe per un incidente - e Norma decide di acquistare un Motel.
Per la verità Norman almeno inizialmente non si dimostra molto contento della sua nuova vita, anche se in seguito grazie all'incontro con i nuovi compagni di scuola, tra cui la bella e popolare Bradley e l’eccentrica Emma, affetta da una grave malattia sembra cominciare ad adattarsi.
Ma White Pine Bay si rivela molto diversa da quello che sembra, troppi crimini si compiono in quel luogo. E perfino Norman, quel ragazzo tranquillo e generoso che tutti hanno cominciato ad amare nel profondo nasconde un lato oscuro che lentamente comincia a venire allo scoperto.
Forse la colpa sta tutta nel rapporto morboso che lega Norman con sua madre
Nelle intenzioni dei creatori Bates Motel sarebbe dovuta essere la nuova Twin Peaks.
Nelle intenzioni dei creatori Bates Motel sarebbe dovuto essere un omaggio al film di Hitchcock.
Nelle intenzioni dei creatori Bates Motel sarebbe dovuta essere una serie "ispirata ai personaggi creati da Robert Bloch nel romanzo Psicho".
Nella realtà le cose sono andate in maniera profondamente diversa.
Già perché il creatore di Bates Motel non si chiama né David Lynch, non si chiama Alfred Hitchcock e nemmeno Robert Bloch (e sicuramente sarebbe stato chiedere troppo, non credete?), ma il creatore di questa serie risponde al nome di Carlton Cuse, uno sceneggiatore anche bravino di suo, che magari ha fatto bene in serie action come Nash Bridges ma che poi è risultato meno convincente nella lunga prova di Lost.
A voler ben vedere, il proposito di creare una serie sulle gesta di un giovane e non ancora Serial Killer Norman Bates di per sé sarebbe stata un idea interessante, se gestita bene si sarebbe potuto osservare la trasformazione del personaggio da timido e gentile studente a pazzo psicopatico episodio dopo episodio, così come ci poteva stare il proposito di Carlton Cuse e della sua collaboratrice Kerry Ehrin (autrice peraltro della maggior parte delle sceneggiature) di trasportare gli eventi dagli anni '50s fino ai giorni nostri.
Erano stati questi concetti a convincere la piccola rete via cavo A&E Network a sostenere il progetto. L'emittente con sede a Manhattan aveva infatti finanziato direttamente la messa in onda di una prima stagione di dieci episodi senza nemmeno ordinare un pilot.
Ora se è vero che dieci episodi sono il numero minimo sufficiente per poter impostare una serie, per poter definire i caratteri dei vari personaggi e, di conseguenza, le interazioni tra i medesimi già da questi primi episodi -se una serie fosse fatta bene- si dovrebbe riuscire a comprendere anche la direzione che la serie dovrebbe essere in grado di prendere.
Invece Bates Motel fallisce proprio su questo punto: l'aspetto horror -che pure era presente nel romanzo di Bloch e nel film di Hitchcock- qui è totalmente assente, del lato thriller poi non parliamone nemmeno.
Il serial si rivela così un immenso pacchianissimo psicodramma, in cui molte situazioni assumono quasi un tono da commedia involontaria, un qualcosa che sa di artefatto, con delle situazioni assurde ed illogiche e che procede oscillando stancamente di puntata in puntata verso toni ridicoli.
Oltretutto senza mai decidersi su quale direzione si voglia prendere.
Bisogna aggiungere anche un altro dettaglio, un dettaglio molto significativo però.
Un operazione come quella di imbastire un prequel presenta già di suo molti rischi e diverse incognite, specie se si tratta di storie conosciutissime come quella di Psycho o di personaggi comunque iconici come Norman Bates proprio perché si va a parlare di un qualcosa di cui tutti quanti sanno già come va a finire, quindi o si è bravi, si riesce a programmare bene lo svolgimento delle trame e dell'evoluzione dei personaggi e sopratutto si è ben supportati a livello di sceneggiatura altrimenti il rischio del fallimento- o peggio dell'annoiare i telespettatori- sarà sempre dietro l'angolo.
In Smallville- tanto per citare una serie criticatissima dai più- questo non succedeva; voglio dire la serie aveva molti difetti per altri motivi, però dal momento che tutti, ma proprio tutti perfino coloro che non avevano mai toccato un fumetto in vita loro erano comunque a conoscenza del fatto che da adulti Clark Kent e Lex Luthor sarebbero stati avversari, i due creatori di Smallville Alfred Gough e Miles Millar erano stati attenti e certosini nel descrivere l'evoluzione del rapporto tra le due incarnazioni giovanili dei personaggi e, soprattutto, erano stati efficaci nel tratteggiare la progressiva trasformazione di Lex Luthor dall' onesto e benintenzionato amico del protagonista dei primi episodi fino al genio del male che tutto conosciamo.
Invece la stessa cosa non avviene per Bates Motel.
Ci sono troppe incongruenze nella gestione dei personaggi e nelle loro motivazioni.
A partire dai due protagonisti principali.
Quello che ne esce peggio è proprio il character di Norman Bates: invece di descriverne la progressiva caduta nella follia la sceneggiatura sembra procedere a strappi nell'ambito della stessa puntata presentandoci alternativamente prima un Norman Bates già pazzo furioso ed esattamente cinque minuti dopo -senza alcuna spiegazione logica-ad un Norman apparentemente gentile ed inoffensivo; tra le altre cose l'attore che interpreta il protagonista- ossia l'ex bambino prodigio Freddie Highmore ( era Charlie nel burtoniano La Fabbrica del Cioccolato )- non è nemmeno troppo male, anzi si vede che ha fatto i suoi bravi compitini e che in molti momenti fa di tutto per assomigliare ad Anthony Perkins.
Leggermente diverso- nel bene o nel male- è invece il discorso su Vera Farmiga l'interprete di Norma Bates. La Farmiga è un attrice che apprezzo molto ( ne ho parlato recentemente quando ho recensito il film L'Evocazione ) ma in questo caso però forse però non viene aiutata troppo dalle sceneggiature troppo (volutamente?) sopra le righe.
Mi spiego meglio: per certi versi Vera Farmiga risulta efficace nel tratteggiare la personalità complessa di Norma Bates, il suo avere una personalità totalmente disturbate e borderline, il suo rapporto morboso col figlio. anche se almeno nella prima stagione gli aspetti peggiori e quasi incestuosi della loro relazione vengono solo suggerito, inoltre, in alcune scene, l'attrice sembra divertirsi un mondo ad interpretare un ruolo da milf.
D'altro canto però il personaggio viene tratteggiato in maniera immotivata con scoppi di rabbia senza senso, assurde faccine, comportamenti che definire surreali sarebbe poco (roba che al confronto una Soap Opera venezuelana o una televendita di Giorgio Mastrota risulterebbero più credibile)
Lo stesso si potrebbe dire anche per come viene gestito il resto del cast. E la cosa dispiace perché si tratta di attori comunque tutti di un buon livello che comunque rimane assolutamente di buon livello, con una predominanza di coloro che io definisco come Facce da Telefilm.
Ne cito qualcuno tra i principali.
Nel ruolo dell'ambiguo sceriffo Romero viene cooptato direttamente dall'isola di Lost Nestor Carbonell che, vista la frequenza con cui viene chiamato da Cuse, sembrerebbe uno degli attori preferiti da quest' ultimo. In sette episodi compare in anche la futura star di Under the Dome Mike Vogel mentre ha un ruolo ricorrente da antagonista Richard Harmon ( ESP2- Fenomeni Paranormali ). Infine Nicola Pelz e Olivia Cooke arricchiscono il gruppo nel ruolo di Bradley Martin e Emma Decody le due compagne di liceo di Norman Bates diversissime tra loro: tanto bella ed oggetto delle attenzioni di Norman la prima quanto reietta e condannata dalla fibrosi cistica la seconda. Completa il cast fisso, l'altro figlio di Norma, Dylan ( un efficace Max Theriot) l'unico personaggio decente del mazzo, nonostante per lavoro spacci droga - figuratevi quindi tutti gli altri!
Ma basta un buon cast a salvare una serie?
Bella domanda.
Vorrei poter avere la risposta definitiva
Certo, non si può dare la colpa nemmeno al comparto tecnico; ma questo, trattandosi di una serie americana è il minimo che sarebbe lecito aspettarsi dalla produzione, cioè una certa professionalità senza sbavature perlomeno nella confezione formale.
Una menzione d'onore andrebbe data agli scenografi (chiunque abbia ricostruito l'Hotel in maniera totalmente fedele a quello che compariva in Psycho meriterebbe un premio o un aumento dello stipendio )
Cos'altro si può dire sui primi dieci capitoli di questa serie in chiusura dell'articolo?
Ecco, la definizione migliore che potremmo dare di Bates Motel è quella di un occasione sprecata, di una buona idea sviluppata però male.
Però vista sotto un altro occhio è anche un guilty pleasure, un qualcosa di cui vedere gli episodi nonostante i difetti (anzi, forse proprio grazie a loro) per gli stessi motivi per cui si guarderebbe The Walking Dead
Con la speranza che con la seconda e la terza stagione le cose cambino.
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