Mercoledì sono stato alla presentazione del libro di Raffaella Notariale, già giornalista di Chi l’ha visto?, Segreto criminale. Si tratta della ricostruzione dei misteri che ancora oggi avvolgono la scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta nel 1983. La giornalista, nel 2006, ha avuto modo di intervistare Sabrina Minardi, ex amante di “Renatino” De Pedis, uno dei boss della cosiddetta Banda della Magliana. De Pedis, alla luce di quanto accaduto durante una puntata di Chi l’ha visto? di alcuni anni fa, pare sia stato l’artefice del rapimento. Per volere di chi e perché (qualcuno nel Vaticano?) non è dato sapere. La Minardi, in quel periodo, ha confessato parecchie vicissitudini riguardo la scomparsa della giovane cittadina vaticana, persino un suo diretto coinvolgimento. Fatto, quest’ultimo, che rende la donna un teste attendibile, osserva la Notariale. Tali teorie, però, vengono demolite da Pino Nicotri, giornalista e autore di diversi libri sull’argomento. Nel suo ultimo lavoro, Cronaca criminale, anch’esso uscito da non molto, viene in primo luogo smontata la tesi secondo cui De Pedis fosse un boss della “bandaccia”. “Suscita sgomento – si legge nella presentazione – scoprire che il can can che per esempio porta vanti da anni su tale vicenda il programma televisivo “Chi l’ha visto?” è lastricato di falsi e scoop fasulli, il più vistoso dei quali è il “mistero” della sepoltura di Renato De Pedis, definito a torto un boss della banda della Magliana e un pluriassassino nonostante sia morto incensurato e sia sempre stato assolto dalle varie accuse sempre più pesanti”. De Pedis, infatti, è sepolto nella basilica di Sant’Apollinare, probabilmente perché ne fu un benefattore (è notizia di oggi che la tomba verrà forse aperta per le indagini). Facciamo un passo indietro. Diversi anni fa, uno dei libri più significativi scritti sulla Banda della Magliana è stato quello del giornalista del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi: Ragazzi di malavita. Anche Bianconi, per convenienza, chiama la bandaccia “Banda della Magliana”, ma non viene mai negato come questa in verità (Nicotri lo sottolinea più volte) fosse una sorta di sovrastruttura criminale di cui facevano parte diversi gruppi spesso in guerra tra loro. De Pedis, tanto per dire, era il capo dei “testaccini”. Il ragionamento non è stato mai messo in dubbio neppure da Raffaella Notariale. Quello che sorprende, piuttosto, è come Nicotri faccia quasi passare De Pedis per un brav’uomo, lui che di certo uno stinco di santo non era. Lo stesso De Pedis - raccontava Bianconi – era solito vantarsi delle amicizie importanti (politici? servizi segreti deviati? alti prelati?) che spesso lo tiravano fuori dai guai. Renatino morì il 2 febbraio del 1990, in seguito a un agguato in Via del Pellegrino (vicino Campo de’ Fiori). Fu un regolamento di conti tra rivali ed ex alleati. In sostanza: secondo la versione della Notariale, i racconti della Minardi potrebbero corrispondere al vero. Per Nicotri sono balle colossali in quanto il rapimento fu un depistaggio mediatico organizzato ad hoc per coprire un qualche scandalo in Vaticano. In ogni caso, sempre dinanzi a un mistero si è. E arriviamo alle conclusioni a cui si accennava all’inizio. I due libri in questione sono usciti a poco tempo di distanza l’uno dall’altro. Potrebbe dunque trattarsi di una battaglia editoriale tra la Baldini Castoldi Dalai (Cronaca criminale) e la Newton Compton (Segreto criminale). Per non parlare dei titoli. Non ricordano quel Romanzo criminale che, complice la trasposizione cinematografica e televisiva, ha avuto un incredibile successo di pubblico? Un ottimo espediente per le vendite. Business puro, al di là delle argomentazioni dei due autori.
Mercoledì sono stato alla presentazione del libro di Raffaella Notariale, già giornalista di Chi l’ha visto?, Segreto criminale. Si tratta della ricostruzione dei misteri che ancora oggi avvolgono la scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta nel 1983. La giornalista, nel 2006, ha avuto modo di intervistare Sabrina Minardi, ex amante di “Renatino” De Pedis, uno dei boss della cosiddetta Banda della Magliana. De Pedis, alla luce di quanto accaduto durante una puntata di Chi l’ha visto? di alcuni anni fa, pare sia stato l’artefice del rapimento. Per volere di chi e perché (qualcuno nel Vaticano?) non è dato sapere. La Minardi, in quel periodo, ha confessato parecchie vicissitudini riguardo la scomparsa della giovane cittadina vaticana, persino un suo diretto coinvolgimento. Fatto, quest’ultimo, che rende la donna un teste attendibile, osserva la Notariale. Tali teorie, però, vengono demolite da Pino Nicotri, giornalista e autore di diversi libri sull’argomento. Nel suo ultimo lavoro, Cronaca criminale, anch’esso uscito da non molto, viene in primo luogo smontata la tesi secondo cui De Pedis fosse un boss della “bandaccia”. “Suscita sgomento – si legge nella presentazione – scoprire che il can can che per esempio porta vanti da anni su tale vicenda il programma televisivo “Chi l’ha visto?” è lastricato di falsi e scoop fasulli, il più vistoso dei quali è il “mistero” della sepoltura di Renato De Pedis, definito a torto un boss della banda della Magliana e un pluriassassino nonostante sia morto incensurato e sia sempre stato assolto dalle varie accuse sempre più pesanti”. De Pedis, infatti, è sepolto nella basilica di Sant’Apollinare, probabilmente perché ne fu un benefattore (è notizia di oggi che la tomba verrà forse aperta per le indagini). Facciamo un passo indietro. Diversi anni fa, uno dei libri più significativi scritti sulla Banda della Magliana è stato quello del giornalista del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi: Ragazzi di malavita. Anche Bianconi, per convenienza, chiama la bandaccia “Banda della Magliana”, ma non viene mai negato come questa in verità (Nicotri lo sottolinea più volte) fosse una sorta di sovrastruttura criminale di cui facevano parte diversi gruppi spesso in guerra tra loro. De Pedis, tanto per dire, era il capo dei “testaccini”. Il ragionamento non è stato mai messo in dubbio neppure da Raffaella Notariale. Quello che sorprende, piuttosto, è come Nicotri faccia quasi passare De Pedis per un brav’uomo, lui che di certo uno stinco di santo non era. Lo stesso De Pedis - raccontava Bianconi – era solito vantarsi delle amicizie importanti (politici? servizi segreti deviati? alti prelati?) che spesso lo tiravano fuori dai guai. Renatino morì il 2 febbraio del 1990, in seguito a un agguato in Via del Pellegrino (vicino Campo de’ Fiori). Fu un regolamento di conti tra rivali ed ex alleati. In sostanza: secondo la versione della Notariale, i racconti della Minardi potrebbero corrispondere al vero. Per Nicotri sono balle colossali in quanto il rapimento fu un depistaggio mediatico organizzato ad hoc per coprire un qualche scandalo in Vaticano. In ogni caso, sempre dinanzi a un mistero si è. E arriviamo alle conclusioni a cui si accennava all’inizio. I due libri in questione sono usciti a poco tempo di distanza l’uno dall’altro. Potrebbe dunque trattarsi di una battaglia editoriale tra la Baldini Castoldi Dalai (Cronaca criminale) e la Newton Compton (Segreto criminale). Per non parlare dei titoli. Non ricordano quel Romanzo criminale che, complice la trasposizione cinematografica e televisiva, ha avuto un incredibile successo di pubblico? Un ottimo espediente per le vendite. Business puro, al di là delle argomentazioni dei due autori.
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