di Giovanni Agnoloni
Battaglie romane e fantasy possono stare insieme? Ammesso che di “fantasy” si tratti, pare veramente di sì, come ci dimostra Alessio Gallerani col suo autoprodotto Litania. Ho avuto il piacere di intervistarlo.
- Il tuo romanzo Litania potrebbe definirsi un “fantasy storico”? Perché questa scelta di genere?
Più che un fantasy, direi un paranormal thriller a sfondo storico.
La scelta è stata quella di narrare una storia dai contorni noir-thriller a cavallo tra i secoli. L’elemento paranormale o sovrannaturale è una naturale conseguenza della scelta. Non è un romanzo di genere ben definito, è una storia che potrebbe anche rientrare nei parametri della fantascienza. In ogni caso l’elemento fantastico è presente, quindi forse la tua definizione iniziale non è del tutto senza fondamento. L’importante è divertirsi, credo. E divertire.
La Selva Litana (da celticworld.it)
- Hai concentrato la tua attenzione su una battaglia di età repubblicana (216 a.C.), quella della Selva Litana, poco conosciuta e forse anche “insabbiata” da gran parte degli storici latini. Perché questo silenzio?
Be’, quello, il 216 a.C., è l’anno della clamorosa sconfitta dei Romani a Canne da parte di Annibale, nell’ambito della seconda guerra Punica. In quella battaglia hanno perso qualcosa come cinquantamila uomini.
La perdita di un altro esercito (due legioni più gli alleati, per un totale che poteva andare da dieci a venticinquemila uomini, secondo le ipotesi) nello stesso anno non è una bella pubblicità per la rampante Repubblica di Roma. La sconfitta di Canne non si poteva tacere; per l’altra, quella della Selva Litana, probabilmente è stato fatto di tutto da parte di Roma per mettere a tacere la vicenda. Quasi una damnatio memoriae.
Sappiamo che anche allora la propaganda era molto importante, e l’eco di una battaglia in cui erano coinvolti interi eserciti poteva avere risonanza per secoli e capovolgere i destini di interi popoli. La pubblicità negativa che poteva scaturire da una sconfitta del genere avrebbe potuto creare sentimenti di rivalsa in altre popolazioni e abbattere ancor più il morale di Roma stessa.
- Hai trovato difficile inserire nella cornice rigida degli eventi storico l’intreccio fantasioso della tua trama?
Ho barato. Proprio il fatto di scegliere un evento poco noto della storia romana mi ha dato modo di rendere più “elastici” gli eventi storici stessi. La ricerca sull’esercito repubblicano c’è stata ugualmente, ovvio, e anche sui socii, gli alleati di Roma, su chi potevano essere e come dovevano essere equipaggiati. Stessa cosa per i Galli Boi, in quell’epoca stanziali nella zona di pianura padana interessata allo scontro; sono loro che realizzano l’imboscata ai danni degli “invasori”romani.
C’è un’altra cosa: l’elemento paranormale. Anche questo mi ha permesso di avere maggiori spazi di manovra rispetto alla rigida realtà. Poi però il difficile è stato far convivere i due ingredienti assieme: il fatto storico, realmente avvenuto, anche se poco documentato, assieme all’elemento fantastico.
Il racconto-romanzo è stato rivisto più volte, partendo da un racconto breve, poi dilatandolo successivamente. L’ampliamento ha ovviamente richiesto l’introduzione di un maggior numero di particolari, di uno sviluppo più impegnativo della trama e di informazioni storiche più accurate, oltre anche a un accrescimento dello spessore psicologico di tutti i personaggi, con la necessità dell’introduzione di svariate figure secondarie.
- Perché la scelta del self-publishing?
Avevo scritto questo romanzo per una collana di romanzi brevi di un editore di Bologna, ma la collana non esiste più. Così, per qualche tempo l’ho pubblicato su un sito di narrativa digitale e l’ho reso scaricabile gratuitamente.
In un secondo momento ho deciso di buttarmi nell’avventura “Amazon”. Ho creato una copertina nuova, più interessante, basata sulla rievocazione storica avvenuta a Castenaso (Bologna) nel 2007, sullo scontro tra le legioni repubblicane di Roma e i Galli. È disponibile in ebook, ma ho stampato anche copie in cartaceo che vendo alle varie fiere di settore.
Ah, sì, mi sono affidato al lavoro di un professionista madrelingua e l’ho fatto tradurre in inglese, per ampliare le sue possibilità di diffusione.
- Parlaci del resto della tua produzione narrativa e dei tuoi progetti in corso.
Il primo romanzo che ho pubblicato risale al 2008: è un fantasy, il primo libro di una trilogia, per una casa editrice di Piacenza, la Domino Edizioni. Non è un fantasy classico, però; è piuttosto “weird”, lontano dagli schemi abituali del genere.
Nello stesso anno il Resto del Carlino mi ha pubblicato un racconto breve e altri racconti sono venuti di lì a poco alla luce su una rivista letteraria dell’editore Moby Dick, come anche una raccolta di racconti tributo a Lovecraft per le Edizioni Scudo e un fantasy eroico per lo stesso editore. Dall’anno scorso mi sono dato integralmente al self-publishing, sia in digitale, su Amazon e Simplicissimus, sia in cartaceo, su Lulu.
Gli ultimi volumi della trilogia weird-fantasy li ho pubblicati direttamente in ebook (in diversi formati a seconda della piattaforma). Poi ho implementato su Amazon anche un paio di romanzi di fantascienza di cui vado particolarmente fiero. Il primo è: Idiota Universo, breve excursus umoristico nel sistema solare assieme a una pillola che incrementa le prestazioni sessuali. Il secondo è: Alieni Mannari, la mia personale visione dei vari esseri soprannaturali che invadono il mercato, in salsa extraterrestre.
Un ultimo appunto: tra i miei scrittori preferiti ci sono Alan D. Altieri, Joe Lansdale e Gianluca Morozzi, quindi azione, umorismo nero e a volte surreale. La letteratura che preferisco leggere. E scrivere.
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