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Batteri su meteorite, si infiamma il dibattito

Creato il 06 marzo 2011 da Zonwu
Batteri su meteorite
Eccoci di fronte ad una questione che di certo farà discutere per diverso tempo: Richard Hoover, astrobiologo della NASA, ha di recente pubblicato una ricerca su Journal of Cosmology (per leggerla, vedere il secondo link in fondo al post) in cui descrive alcune strutture rilevate su un meteorite che risalirebbe ad oltre 4 miliardi di anni fa.
Niente di interessante, se solo non fosse che queste strutture somigliano parecchio a filamenti di cianobatteri. Se la loro origine biologica dovesse essere confermata, sarebbe una prova decisamente pesante a favore della panspermia, la possibile origine della vita attraverso "inseminatori cosmici" come meteore o comete.
"La vita ha una distribuzione planetaria più vasta che essere semplicemente limitata al pianeta Terra" dice Hoover, che suggerisce che vita microscopica possa esistere e sopravvivere a bordo di comete, o in mondi ghiacciati come Europa o Encelado.
Non è la prima volta che si discute sulla possibilità di vita a bordo di un meteorite. Era già successo (e il dibattito continua) con il meteorite marziano ALH84001, su cui sono state scoperte delle strutture che potrebbero rappresentare i primi esempi di fossili extraterrestri mai scoperti dall'essere umano. Ma non è stata ancora portana nessuna prova schiacciante a favore di una o l'altra ipotesi, e sembra essere lo stesso per il caso dei presunti cianobatteri spaziali.
Sul caso del meteorite di Hoover c'è scetticismo e una dovuta dose di cautela. "Potrebbe diventare un altro caso controverso, ma rimane indimostrato" dice Seth Shostak, astronomo del SETI, che sostiene che se la scoperta si dimostrasse reale sarebbe davvero importante.
C'è però chi sostiene che la ricerca non debba nemmeno fare notizia: "Molti scienziati hanno esaminato in dettaglio migliaia di meteoriti negli ultimi 50 anni senza trovare alcuna prova di vita fossile" dice David Morrison, del NASA Astronomy Institute. Morrison sottolinea anche che Hoover non è nuovo a dichiarazioni controverse, come quella del 2005 in cui dichiarò di aver scoperto un nuovo tipo di organismo vivente in Antartide, e di averlo riportato alla vita dopo 32.000 anni di ibernazione.
"Invocherei il famoso consiglio di Carl Sagan sul fatto che dichiarazioni straordinarie richiedano prove straordinarie. Come minimo questo richiederebbe la pubblicazione in una rivista scientifica prestigiosa, cosa che Journal of Cosmology non è. Cianobatteri in un ambiente privo d'aria sembra uno scherzo. Forse la pubblicazione è uscita troppo presto; sarebbe stato più appropriato il 1 Aprile".
Il dibattito sulla ricerca di Hoover si concentra principalmente sull'ipotesi che le strutture scoperte sul meteorite potrebbero essere di origine biologica. Hoover sostiene che i filamenti, lunghi circa 20 micron, siano della giusta misura e forma per assomigliare alle strutture caratteristiche osservate nei cianobatteri.
"Dato che sono così grandi e così complessi, e molti di loro hanno cellule specializzate, questi cianobatteri possono essere identificati - a volte riconoscendo genere e specie - sulla base di alcune cellule specializzate" dice Hoover, che ha ricondotto alcune delle strutture del meteorite al cianobatterio Titanospirillum velox.
La somiglianza con il Titanospirillum velox lascia però aperta l'ipotesi che ci possa essere stata una contaminazione del meteorite una volta giunto sulla Terra, ma Hoover sostiene che non ci sia stata alcuna contaminazione, dato che questi cianobatteri si trovano in ambienti acquatici in cui il materiale del meteorite si sarebbe disgregato.
I test chimici sui filamenti non hanno inoltre mostrato presenza di azoto, che sarebbe stato presente se si fosse trattato di un cianobatterio terrestre. "L'impossibilità di rilevare azoto nei filamenti indica che sono antichi, e dato che il meteorite cadde sulla Terra nel 1864, questo ci dice che erano a bordo quando il bolide è caduto" sostiene Hoover.
Rocco Mancinelli, ricercatore del Bay Area Environmental Research Institute, sostiene che ci siano troppe falle di natura tecnica alle analisi di Hoover, e che non ci sia alcuna prova che questi filamenti siano di origine organica.
Chiede cautela anche Dale Andersen, del Carl Sagan Center for the Study of Life in the Universe del SETI Institute, che sostiene che sarebbe affascinante se si trattasse di strutture di natura biologica, ma che è necessario seguire il percorso tradizionale di pubblicazione e di peer-review per capire come la ricerca sia stata eseguita, e se possa essere considerata valida dal punto di vista scientifico.
Quello che si sa per certo è che, natura biologica o no delle strutture scoperte sul meteorite, si discuterà ancora parecchio della questione.
Life in meteorites? Study stirs debate
Fossils of Cyanobacteria in CI1 Carbonaceous Meteorites

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