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Battle Princess Of Arcadias – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 25/06/2014

Cover Battle Princess of Arcadias

PS3 Pegi 12 TESTATO SU
PS3

Genere: ,

Sviluppatore: Nippon Ichi Software

Produttore: NIS America

Distributore: Digitale

Lingua: Giapponese (sub ENG)

Giocatori: 1

Data di uscita: 18/06/2014

VISITA LA SCHEDA DI Battle Princess of Arcadias

Pro-1Approccio originale per un JRPG Contro-1Livello di difficoltà scarso

Pro-2Formula di gioco scorrevole e adatta anche a brevi sessioni Contro-2Molti elementi appaiono ancora grezzi

Accostare un action vecchia scuola a un JRPG classico? Ci pensa NIS America. Rilasciato pochi giorni fa sul PSN in esclusiva Playstation 3, Battle Princess of Arcadias all’apparenza ricorda da vicino beat’em up a scorrimento orizzontale di natura fantasy come i recenti Dragon’s Crown e Code of Princess, tuttavia è sufficiente dedicargli un po’ di tempo per scoprire una seconda anima fortemente ispirata ai giochi di ruolo orientali. Level system, skill, equipaggiamento, attributi, non manca niente all’appello, ma anziché sommergerci di menù e didascalie, il titolo propone un battle system in tempo reale frenetico e senza fronzoli. Dal modo in cui la software house nipponica ha orchestrato il tutto, sondando diverse soluzioni in un campo per loro abbastanza insolito, il titolo ci ha dato l’impressione di essere una sorta di esperimento, una potenziale nuova strada da battere in cerca di esperienze fresche, esperimento che possiamo dichiarare sin da subito riuscito, seppur con qualche margine di miglioramento. Di seguito la recensione completa.

battle-princess-of-arcadias-evidenza

FOIE GRAS?

Nella recente recensione di Mugen Souls Z abbiamo espresso tutto il nostro diniego a proposito dell’utilizzo massiccio di comicità grossolana e stereotipi nel tentativo di allungare una storyline di suo inconsistente, pur quando prendersi sul serio non è tra le sue priorità, ma questo ovviamente non ci porta a vedere di cattivo occhio tutte le produzioni votate al distintivo slapstick giapponese, specie se confezionate decorosamente, come nel caso di Battle Princess Of Arcadias. Certo, anche nel titolo NIS America i lunghi dialoghi tra una missione e l’altra sono caratterizzati da un mood leggero e un umorismo tutt’altro che ricercato, il cast non spicca affatto per carisma, tanto meno complessità, tra oche parlanti al trono e principesse con qualche rotella fuori posto, tuttavia il gioco è scandito da un ritmo frizzante che ben si sposa con l’atmosfera leggera, si parla a vanvera il dovuto, sfoggiando un canovaccio fantasy semplice ma al contempo piacevole da seguire, senza spostare i riflettori dall’azione o da quei rari momenti vagamente più “impegnati” dal punto di vista emotivo.

Seguendo la stessa filosofia del comparto narrativo, la struttura di Battle Princess Of Arcadias è lineare e snella, quasi mordi e fuggi (tanto che non sfigurerebbe su console portatile): i livelli, brevi ma intensi, possono essere affrontati e rigiocati liberamente consultando la mappa principale, che funge da HUB, segnalando obiettivi principali, record e tipologie delle missioni, mentre il battle system si appoggia su una selezione non particolarmente ampia di combo e attacchi speciali, basati sull’utilizzo di appena due tasti, e un level system rigido, privo di diramazioni, punti da spendere o altri gingilli. Le meccaniche di base sono insomma elementari, ciononostante c’è sufficiente varietà per arrivare alla fine dell’avventura (parliamo di una ventina di ore circa) e non essere ancora riusciti a padroneggiare l’intero arsenale, e il sistema di controllo intuitivo e ben calibrato aiuta a farsi strada senza il timore di incappare in tempistiche fallate o collisioni birichine; altra nota positiva l’assenza di tutorial, al di là di un paio di spiegazioni rapide, che lasciano al giocatore la possibilità di affinare lo stile di gioco e testare tutte le possibili varianti per conto proprio.

Nel corso della storia incontreremo una dozzina di eroi più o meno convenzionali che potremo impersonare in battaglia; ognuno è specializzato nell’utilizzo di un’arma in particolare, e sebbene i singoli moveset siano stati concepiti per funzionare benissimo da soli, alcuni sviluppano tra loro sinergie più efficaci rispetto ad altri, ed è compito del giocatore scoprire quali, dato che nel party potranno figurare un massimo di tre membri. Spade, archi, bastoni, lance, asce, bastarde, pistole, una selezione oculata, bilanciando punti di forza e lacune, diviene presto fondamentale per approntare una squadra efficiente e versatile, in grado di adattarsi a ogni situazione; in gioco potremo switchare personaggio attivo in qualunque momento, pratica che attueremo comunque con una certa frequenza, in quanto l’esperienza guadagnata, salvo quella bonus di fine livello, non viene condivisa, ergo expare equivale a mettersi di buona lena con ogni disgraziato, ripetendo più volte gli stessi passaggi, a meno che non si opti per un team d’assalto fisso e via!

SHOPPING SFRENATO E BAGNI DI SANGUE

A livello di gameplay, Battle Princess Of Arcadias può essere scisso in tre distinte modalità, simili nell’esecuzione ma concettualmente diverse: nella prima, standard, dovremo semplicemente muoverci da una parte all’altra dello stage, eliminando senza pietà qualunque mostro ci sbarri la strada; nulla di trascendentale, un po’ di sane mazzate e poco altro. La seconda, Skirmish, è senza dubbio la più interessante del trio, aggiungendo alla formula un accenno di strategia che ci ha riportato alla mente Sword and Soldiers (o lo sconosciuto Yggdra Union, almeno a giudicare dalle meccaniche). Qui l’azione si svolge su due fronti: mentre in primo piano il giocatore tiene testa a orde incessanti di generali e soldati, sullo sfondo impazza lo scontro tra l’esercito alleato e quello avversario. Questi saranno composti da svariati battaglioni “monotematici” (di solito dai 3 ai 5) da 50 unità ciascuno; potremo schierarne solo uno per volta e i rapporti di forza con il nemico dipenderanno non tanto dai numeri, quanto dal livello raggiunto e dall’arma equipaggiata. Ovviamente sarà possibile influenzare l’andamento della battaglia consumando il morale accumulato per impartire ordini, come cambiare squadra in campo, alternare assetto di combattimento, o sfoderare l’immancabile mossa finale, inoltre selezionando un personaggio con il medesimo equip delle truppe attive (denominato Leader) la barra del morale si riempirà più rapidamente e si potrà beneficiare di alcune abilità passive piuttosto utili. L’idea funziona, ma abbiamo avuto l’impressione che il tutto manchi di bilanciamento, gli scontri sono fin troppo a senso unico (vedi Marauder), forse a causa dell’IA incapace di formulare tattiche vincenti. Dulcis in fundo c’è Siege, riservata alle boss fight, in cui saremo al comando di un esercito di 150 soldati per abbattere un unico, gigantesco bersaglio, combinando lo stile delle due modalità precedenti. Tuttavia, sebbene ergersi alla testa di un’armata e dare il segnale di carica in direzione di un drago suoni divertente, una volta capito il trucco scontri del genere si rivelano di una facilità disarmante; peccato, ma se non altro in questo modo le ricompense superiori dei boss si possono farmare in quantità industriali in un batter d’occhio.

Una volta conclusa una quest, i frutti del nostro duro lavoro possono essere investiti al borgo cittadino, centro nevralgico dell’esperienza, dove addestrare le truppe o acquistare equipaggiamento e oggetti con il denaro accumulato, oppure fare visita al fabbro e utilizzare i materiali ricavati dai mostri per potenziare le armi o forgiarne di nuove (à la Monster Hunter per intenderci). La mole di opzioni a disposizione è notevole, ogni strumento presenta numerose variabili in termini di statistiche e skill, e sono ulteriomente personalizzabili grazie alle funzioni di Enanche e Unlock. Ripetere il procedimento per ogni arma è alquanto dispendioso, soprattutto se si ricorre alle materie prime più rare (e potenti), fortunatamente, come già accennato, il backtracking è agevolato dalla longevità irrisoria dei livelli e dal tasso di sfida ridotto, non esattamente un pregio per un action, ci mancherebbe, tuttavia raramente ci è capitato di grindare così volentieri come in Battle Princess Of Arcadias (che tra l’altro è anche uno dei titoli più facilmente “platinabili” in circolazione).

Dal punto di vista tecnico, Battle Princess Of Arcadias è caratterizzato da un art direction 2D dalle tinte pastello particolarmente accese, che riesce a regalare scorci suggestivi pur non sfiorando i vertici del genere. I fondali, dettagliati e abbastanza variegati, tra foreste tropicali, deserti, vulcani, paludi, ghiacciai e vascelli infestati, si legano a generosi artwork dalle animazioni “scattose” ma funzionali al contesto old-school; unico neo un motore grafico parco di effetti speciali e sporadici cali di frame rate quando gli elementi a schermo iniziano a sovrapporsi in massa. Buono il doppiaggio, stranamente disponibile nella sola lingua giapponese (non che ci dispiaccia), idem la colonna sonora, una tracklist di brani dal sapore fantasy tradizionali unita ad alcuni jingle pop orecchiabili ma decisamente fuori luogo.

Battle Princess Of Arcadias – Recensione IN CONCLUSIONE
Scarno come action, basilare come JRPG, un titolo controverso, concepito con l'intento di innovare e accomunare due generi antistanti e poco inclini a stravolgimenti, Battle Princess of Arcadias è riuscito sicuramente a suscitare in noi emozioni contrastanti, da un lato sorprendendo, merito di una formula di gioco fluida e accattivante contraddistinta da alcune idee interessanti e un'ottima gestione del ritmo, che permette al giocatore di prendersi lunghe pause di riflessione nella gestione del party, come in ogni gioco di ruolo che si rispetti, senza perdere al contempo quel taglio rapido e senza soste tipico di un beat'em up; dall'altro la produzione NIS America risente della carenza di rifiniture e un livello di difficoltà a tratti inesistente, fattori che onestamente non ci saremmo aspettati da un team con una certa esperienza nel settore. Scelta di design per sondare le reazioni del pubblico? È lecito dunque aspettarsi un sequel che vada a migliorare delle basi dal discreto potenziale? Ad ogni modo, nel suo piccolo, e con tutti i difetti del caso, Battle Princess of Arcadias ci ha intrattenuto non poco in questi giorni, e non possiamo che consigliarlo agli appassionati del genere o ai giocatori in cerca di esperienze leggere e genuine. E in caso di dubbi, il prezzo budget aiuta. ZVOTO 7.5
Voto dei lettori7.5
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