Al centro c'è la "qualità"
Il lancio di Battlefield 4 si è rivelato pieno di problemi per utenti e sviluppatori, cosa che sta diventando una sorta di preoccupante abitudine per i titoli blockbuster moderni con forte componente online.
Bug e imperfezioni a vari livelli hanno costretto DICE a rilasciare numerosi aggiornamenti per tutte le versioni del gioco, cosa che ovviamente ha fatto insorgere parte del pubblico che attendeva il gioco con trepidazione. Qualcuno si è spinto oltre, portando tutta la questione sul piano legale: lo studio legale Robbins Geller Rudman & Dowd LLP ha infatti presentato una causa contro Electronic Arts, a nome di Mr. Ryan Kelly e di "chiunque altro abbia acquistato stock EA tra il 24 luglio e il 4 dicembre di quest'anno", dunque rivolta agli azionisti, a quanto pare.
Nel testo dalla causa si legge che il motivo di questa risiede nel fatto che EA abbia mentito riguardo la "qualità" di un gioco che si è invece rivelato pieno di problemi, di cui il publisher probabilmente era già da tempo a conoscenza. Tutto questo per gonfiare la promozione del titolo e spingere verso alte previsioni di profitti, sembrerebbe. Si tratta, insomma, della seconda class action contro EA per motivi simili. La legislazione americana è materia complessa, ma certo, come fa notare Kotaku, è un po' difficile definire in questo caso come si debba considerare il concetto di "qualità", visto che la sua applicazione è alquanto soggettiva e soprattutto va distinta tra qualità dei contenuti e funzionamento del prodotto. Dunque non sarà un caso legale di facile soluzione.
Fonte: Kotaku