Le Flaneur
Chi è il Flâneur? Secondo wikipedia, dobbiamo questo termine a Charles Baudelaire, che lo coniò per indicare il gentiluomo che vaga per le vie cittadine, provando emozioni nell’osservare il paesaggio. Ancora oggi non si conosce un equivalente in italiano o nemmeno in inglese. Ne ha parlato recentemente Rolf Potts, in un’intervista a Maptia, di cui riporto tradotto il passaggio per me più interessante.
Nata proprio qui sulle strade di Parigi, abbiamo appena scoperto la meravigliosa arte della “flanerie”. Amiamo l’idea di un flaneur come colui che cerca di esplorare e capire l’anima e l’architettura di una città, semplicemente andando a zonzo per le sue vie senza un percorso e una meta precise. Suona come un modo delizioso di spendere il proprio tempo, indifferentemente dal fatto che si è nella propria città o in viaggio. Cosa pensi che faccia di Parigi un posto così adatto per questo tipo di passeggiate?
E’ davvero difficile pensare al flaneur senza visualizzare Parigi, visto che è qui che è nata e si è diffusa questa pratica. Allora Baudelaire notò che, quando diventi un flaneur, “prendi residenza nella molteplicità, in tutto ciò che ribolle, si muove, è evanescente ed infinito: non sei a casa in nessun luogo, ma ti senti a casa dovunque tu sei; vedi tutti e sei al centro di tutto, eppure rimani nascosto da tutto e tutti”.
Ho letto questa intervista qualche giorno fa mentre ero a Nakhon Si Thammarat, e cercavo di capire quella sensazione che mi prende quando arrivo in un posto nuovo e gironzolo con la manopola del volume dei sensi girata al massimo.