Siamo nell'ambito della appercezione interiore per ciò che riguarda i rapporti dell'Inter con l'universo Calcio.
I Nuovi saggi di antropologia di Maine de Biran, profondo conoscitore del legame tutto interista fra fede e ragione, o meglio del rapporto fra Inter e Assoluto calcistico analizzano profondamente questa relazione.
Tutto è basato sul tentativo di considerare l'intera vita psichica dell'Inter derivante da una coscienza specifica e originale ( conscius sui- compos sui). Senza questo non c'è un fatto che si possa dire conosciuto, giacché un fatto è nullo se non è conosciuto, se non c'è un soggetto permanente che conosce ( l'Inter conosce la sua forza fatta di tante individulità eccezionali, così come conosce la pazzia, così interista, che spesso la imbriglia) E' successo anche nella partita con il Bayern, dove dopo essere stata in vantaggio grazie al solito immenso Eto'o si è fatta travolgere dai tedeschi che avrebbero potuto segnarne 5 e invece ne hanno fatto solo 2.
Insomma l'Inter conscia di essersela cavata ( dopo essere finita sotto un camion si accorge che non s'è fatta nulla) comincia a stringere i denti con una assoluta consapevolezza di saper soffrire. Rivede l'idea della propria esistenza ( l'ultima italiana rimasta in Europa, un orgoglio immenso e la solita pazzia che fa capolino) e dunque la prova immediata che l'io della squadra è di per se stesso causa libera, forza che si distingue dai suoi effetti transitori e da tutti i suoi nodi passivi. Così fa vedere i sorci verdi ( anzi nerazzurri) al Bayern che comincia a farsela sotto ( infatti va sotto per 3 a 2)
Qui è il punto centrale del carattere Inter, cioè il passaggio dalla psicologia alla metafisica identificando immediatamente un dato dell'esperienza interna, lo sforzo, con un principio metasfisico. E accanto a tutto ciò la fortuna che assume alla fine una giustificazione assoluta. l'Inter ancora una volta batte il Bayern e passa ai quarti di Champions, unica squadra italiana.