«Una decisione storica». Anche così l'ha annunciata oggi il direttore generale della Bbc, Tony Hall: per la prima volta nella sua storia un canale della tv pubblica britannica viene eliminato e i suoi contenuti (notevolmente ridotti) saranno accessibili solo online, a partire dall'autunno 2015. È «una decisione giusta», ha detto Hall, oltre che «finanziariamente necessaria».
Ma è anche una sfida e con tutta probabilità l'inizio di un nuovo corso, in tempi in cui si impone per molti la necessità di contenere i costi e la cosa fa rivolgere lo sguardo al web. Il canale in questione è Bbc3 e fu lanciato 11 anni fa con un target prettamente giovanile. Divenne presto fucina di giovani talenti e un vero e proprio cantiere per produzioni spesso leggere ma anche nuove ed interessanti. Per questo si sono alzate voci di protesta dopo l'annuncio, da parte di volti noti ma non solo - c'è anche una petizione che ha già raccolto migliaia di firme - e ciò nonostante oggi Hall abbia reso noto che parte dei 'risparmì dovuti al taglio verranno reinvestiti in produzioni e programmi. La decisione rientra in un piano volto a ridurre i costi di 100 milioni di sterline in un anno.
Il trasferimento di Bbc3 esclusivamente sul web dovrebbe ridurre da 85 a 25 milioni di sterline i costi del canale, rendendo così anche possibile reinvestire fino a 30 milioni, per esempio nel settore fiction.
Sono tentativi, certo, e la decisione non è stata facile per stessa ammissione di Tony Hall, ma la speranza (e i calcoli) si basano sul fatto che l'audience più giovane la televisione non la guarda più, tanto vale trasferire i contenuti sui dispositivi con cui ormai ha più dimestichezza. «Strategicamente e finanziariamente giusto», insiste Hall. Restano poco convinti, tuttavia, coloro che puntano il dito contro la riduzione dei contenuti e sul rischio di cedere sulla qualità, marchio di fabbrica per l'emittente pubblica britannica. Su questo Hall tenta di rassicurare come è d'obbligo: «Non siamo pronti a scendere a compromessi sulla qualità» e poi :«Non posso escludere che sia l'ultimo dei cambiamenti ai nostri programmi e servizi». Ma è evidente che indietro non si torna.