Magazine Diario personale

BBella da impazzire

Creato il 21 luglio 2011 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Storie di ordinaria folliaIn questa storia i nomi saranno inventati per proteggere la privacy delle persone, ma soprattutto per non ricevere querele, dal momento che vi racconterò una storia folle.C’era una volta una stagista, una ragazza piccina di 22 anni che decise di esaurire le 250 ore di tirocinio presso una redazione. Nonostante fosse impaurita e nervosa, col passare del tempo iniziò ad entrare nei ritmi redazionali, scoprendo storie divertenti e lati oscuri della città. Ad un certo punto dello stage, in redazione si iniziò a parlare di un certo concorso di bellezza, dove 25 ragazze si sarebbero contese la corona della PIÚBBELLA. C’era Giovanna, c’era Greta, c’era Carla, ma soprattutto c’era Lei, Lucia! Lucia non era proprio un fiore di ragazza, anzi, diciamo pure che era brutta: la dentatura da cavallo e le poche forme non le rendevano certo facile il suo percorso verso il podio. Lucia, però, iscrivendosi al concorso di bellezza aveva dimostrato di essere sicura di sé, convinta di essere BBELLA, magari non per tutti, ma comunque lei era BBELLA.La stagista sentiva che la sua responsabile/insegnante parlava ogni tanto di “ste deficienti…” e se la rideva, perché effettivamente le vedeva nelle foto sul giornale ed erano ridicole. Tutte infiocchettate, alcune che sembravano appena uscite da un lifting per quanto era tirato il loro sorriso. Bene, un giorno la sua responsabile le chiese un favore: “Puoi aiutarmi a contare i coupon per favore?”. Era l’ultimo giorno del concorso e quindi si dovevano tirare le somme: “Sì, certo. Finisco velocemente questo lavoro e arrivo”. La stagista si attivò subito per togliere questo onere alla sua responsabile, rammaricata per la demenza dilagante delle concorrenti.Un bel pacco di buste. La tirocinante si vide ‘sta pila di carta, una serie di voti che nemmeno al referendum del 13 giugno ce n’erano tanti. “Ma chi è che vota?”. Inizio ad aprire le buste su cui è scritto l’indirizzo della redazione. Su tutti i tagliandini c’è il numero 24: Lucia. 24,24,24,24,24. Mabbasta! La stagista non capiva, ma poi la sua insegnante la illuminò: “Questa Lucia, anche se tenta di cambiare grafia e penna, si vede che è sempre lei”. Morale della favola, Lucia si era autovotata per ben 633 volte.Ma come? Perchè? Lucia, tu ti eri iscritta al concorso di bellezza perché pensavi di essere BBELLA, credevi in te! Cosa ti è successo Lucia? Eri sicura, eri convinta.La stagista era lì, a chiedersi se dovesse ridere sguaiatamente alle spalle della povera Lucia o se, invece, dovesse rattristarsi per lei che, poverella, si è ritrovata a barare pur di non essere umiliata pubblicamente. E allora la tirocinante si domandò quante volte capita che il voto o la valutazione di qualcuno o qualcosa venga storpiato da agenti esterni: non era caduta dalle nuvole, era abituata a una realtà molto spesso ingiusta. Si era solo indignata per qualche minuto, pensando che le persone, a volte, perdono la testa anche per cretinate e si ritrovano a fregarti pur di ottenere quello che vogliono.Lucia, ma che cavolo hai fatto? Se eri così insicura era meglio se al concorso manco ti ci iscrivevi e, magari, fossi stata tu a contare quei maledetti coupon. Perlomeno avresti occupato il tuo tempo in maniera molto più produttiva.

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