Sono passati alcuni mesi dall'annuncio della nascita della Barbecue Academy e, come promesso, ho pensato di aggiornarvi con i nuovi sviluppi. Creare un progetto importante richiede fatica e risorse ma sono certo che è impossibile fallire assestando colpi d'anca risoluti alla determinazione.
Lasciatemi fare un breve riepilogo per coloro che non sanno di cosa sto parlando.
Alcuni mesi fa, insieme a Raffaele Trovato, Direttore Generale dell'IFSE - Italian Food Style Education, abbiamo ragionato sulla possibilità di creare una scuola nella Scuola. Un corso di Studi interamente orientato alla cucina sul fuoco la cui anima si ottiene emulsionando il know-how di BBQ4All ai disciplinari formativi di una grande Scuola di cucina come l'IFSE.
Questo progetto, dal primo momento, mi ha spaventato tanto quanto mi ha emozionato. Per quanto a molti potrà sembrare strano, conosco -profondamente- le dinamiche delle Scuole di Cucina di alto profilo (ce ne sono tre o quattro in Italia, mica tante) e magari prima o poi mi verrà voglia di parlare anche di alcuni Chef famosi, docenti di alto profilo. Ma oggi il focus è un altro.
Mi sono crivellato di domande, potete credermi.
Sul perché avrei dovuto creare una nuova scuola...
- Non serve l'ennessima scuoletta inconcludente.
- Non voglio accostare la scuola di BBQ4All alle scuolette grigie, tristi, fatte da quattro banchi di acciaio usurato dai coltelli.
- Non posso non essere all'altezza della struttura che mi ospita, l'IFSE appunto.
- Non voglio che i ragazzi che escono dai nostri corsi siano dei pinco pallino qualunque
- Voglio e devo insegnare la cucina, prima, e il fuoco poi.
- Voglio e devo creare un percorso formativo unico, di spessore. Un corso di studi per diventare veri e seri professionisti.
Su quale poteva essere il percorso di studi...
- Un Griller dovrà saper fare una crema inglese o no? E la Ganache?
- Sarà necessario insegnare l'arte bianca? I lievitati, le farine e il mondo dei prodotti da forno?
- Dovremo dedicare del tempo all'uso dei coltelli e dei tagli delle verdure? Gli servirà conoscere la differenza tra una brunoise e una julienne?
Su cosa sarebbe accaduto ai nostri ragazzi dopo il corso...
- Dove potrebbero andare in stage dopo? Da McDonald?
- I nostri ragazzi potrebbero rappresentare un contributo importante per le steak house italiane e per tutti i ristoranti a tema? Sapranno essere gli uni all'altezza degli altri?
- Sarà possibile inviarli in stage all'estero? Nelle Steak e Barbecue House americane ad imparare la cultura e viverla?
- Saranno in possesso di tutte quelle competenze che possano spingerli ad affrontare la sfida di avviare una loro attività in questo settore così giovane e vergine qui nel nostro paese?
Vi risparmio le centinaia restanti...
Insomma, più mi facevo domande e più mi veniva voglia di mollare tutto e far finta di niente. Ma io non sono così, non sono uno che molla. E a volte mi verrebbe anche da dire "purtroppo".
Ovviamente non potevo e non posso fare tutto da solo ma per fortuna siamo una squadra coesa e sappiamo riunire le forze e dividere la pazienza quando tutto sembra inestricabile. Dovevamo cercare di uscire dal cul de sac in cui ci eravamo cacciati e iniziare a sciogliere i nodi che erano venuti al pettine. La soluzione era a portata di aforisma:
Bisogna sempre giocare onestamente quando si hanno le carte vincenti.
Oscar Wilde
Vogliamo, dobbiamo e possiamo dimostrare che i percorsi formativi della Barbecue Academy saranno in grado di formare Cuochi del fuoco di altissimo profilo professionale (con le palle quadrate, in pratica).
Come? Poche, semplici regole:
1. La Barbecue Academy è chiusa fino a quando non avremo un percorso formativo completo e rifinito in ogni virgola. Nessuno sborserà un centesimo fino a quando non saremo sicuri di poterlo restituire in "sapienza".
2. Lavoreremo al percorso di studi dividendolo in "comparti formativi" che saranno testati, resi in forma didattica e comunicati pubblicamente di volta in volta, via via che saranno completi.
3. Attenderemo quel momento prima di pensare al dopo.
In questo mondo del food, così pieno di plagi e di segreti, noi spifferiamo tutto. Penso che sia giunto il momento di lavorare a carte scoperte. Tutti noi, oggi, e non mi stanco di dirlo, siamo meno sofisticati ma molto più consapevoli. Molti, troppo cuochi, oggi, sono più delle Rock Star che brucia-padelle. Non basta vivere nel mito di qualcuno e non basta far finta di essere diventati grandi solo perché hai il giornalista di turno, marchettaro, che ti spalleggia. Servono i fatti.
E noi fatti vi daremo. E lascio a tutti la possibilità di cercare e trovare difetti che mi permetteranno di diventare migliore, dopo averli sistemati.
Poi ognuno sarà libero di scegliere.
Alla luce di tutto ciò, sono contento di comunicarvi che i lavori al percorso di studi, che si terranno ovviamente nel nostro Fire Lab, sono ufficialmente iniziati. A breve, vi dirò a cosa stiamo lavorando e in che modo.
E che Dio ce la mandi buona.
E non vedo l'ora di convincervi.