Abbiamo misurato raffiche a 20 nodi il sabato e a 30 nodi la domenica: abbiamo quindi scelto di lavorare "in context", adattando gli argomenti scelti dagli "allievi sperimentali volontari" alle condizioni del lago, sferzato da folate ravvicinate e segnato da onde nervose e rigate di bianco.
Sabato i quattro volenterosi hanno dedicato due ore piene a perfezionare delle manovre.
Riccardo si è cimentato con la pagaiata in avanti, approfittando sia del vento a favore e contrario che di quello al traverso, variando in ogni circostanza la tecnica di pagaiata.
Laura si è riparata in un angolo ridossato dal vento, nella piccola darsena vicina al belvedere, e ha usato l'imboccatura per migliorare gli spostamenti laterali ad un tempo.
Mirella ha invece optato per le virate e ha disegnato serpenti d'acqua tra le boe gialle, scoprendo come sfruttare il vento di poppa e come risalire quello di prua.
Marco infine ha sperimentato il "trim" nel vento e tra le onde, modificando l'assetto dello scafo con una sempre diversa dislocazione del carico nei capienti gavoni del suo nuovo Voyager...
Col freddo pungente dei giorni scorsi, gli esercizi di riscaldamento sono irrinunciabili!
Mirella alle prese con l'inclinazione dello scafo (ma il bicchierino di punch in bilico sulla pagaia è caduto!)
La bella darsena della "nostra villa sula lago"...
Una volta "dentro", non sembra poi così cattivo!
Ma le raffiche erano davvero forti!
Domenica il vento è salito prima del previsto e già alle dieci del mattino sono comparse le prime paperelle ad imbiancare il lago. Quando siamo saliti in kayak, dopo i rituali esercizi di riscaldamento, abbiamo capito di doverci spostare nella baia di Reno, più riparata dalle forti raffiche da nord.Mentre Mirella lavorava sugli spostamenti laterali Groenlandesi nella acque basse della darsena tranquilla di una bella villa abbandonata, Riccardo, Paolo e Camillo si sono trovati a pagaiare in un lago agitato che a tratti diventava molto scuro.
Riccardo ha lavorato ancora sulla pagaiata in avanti, studiando la corretta posizione di mani&braccia in ogni diversa andatura e migliorandola postura a seconda del vento laterale, di poppa e di prua.
Paolo e Camillo, padre e figlio, hanno nel contempo perfezionato la pagaiata alta e bassa e hanno capito l'importanza di alternare spinta e trazione, di modulare la pagaiata sulle onde e di lasciare lo scafo libero di scivolare sull'acqua.
Per finire in bellezza, e per rispondere alla loro richiesta di lavorare anche sulla sicurezza durante la navigazione, abbiamo dedicato l'ultima ora ai traini, prima in acqua piatta e poi tra le onde.
Rientrare alla base non è stato semplice, per via delle onde contrarie e degli spruzzi che bagnavano tutti, ma con noi sono tornati anche Mauro e Gianni, usciti per una pagaiata di piacere, e abbiamo così festeggiato tutti insieme al bar!