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Beasts of the Southern Wild

Creato il 10 gennaio 2013 da Misterjamesford
Beasts of the Southern WildRegia: Ben ZeitlinOrigine: USAAnno: 2012
Durata:
93'
La trama (con parole mie): Hushpuppy vive con il padre nel pieno delle terre selvagge oltre la diga che protegge tutta quella gente che festeggia soltanto una volta l'anno e piange lacrime amare ad ogni morte.
Hushpuppy danza e racconta la sua storia agli scienziati del futuro, che la ricorderanno come una piccola, coraggiosa creatura pronta ad ascoltare il battito del cuore di ogni animale di questa terra e scoprire che crescere, a volte, è un mestiere più duro che sopravvivere.
Nel frattempo, mentre i ghiacci del Polo Sud si sciolgono e chi vive oltre il confine vorrebbe proteggere quelli come lei, Hushpuppy si prepara ad affrontare l'arrivo degli Aurochs, liberati dalla loro ibernazione e pronti a correre verso di lei come le bestie più incontrollabili dell'estremo Sud.
Beasts of the Southern Wild
Forse il 2013 cinematografico ha deciso in qualche modo di rendere il sottoscritto uno spettatore felice per festeggiare l’attesa ormai agli sgoccioli per l’arrivo del Fordino: dopo le rivelazioni che sono state Vita di Pi e Cloud Atlas – due pellicole alle quali non avrei dato un soldo bucato, e invece mi ritrovo ad incensare – ecco spuntare un titolo che il tam tam della blogosfera aveva già reso a suo modo un cult negli ultimi tempi e che si propone come serio candidato al Ford Award 2013 per i titoli non distribuiti in Italia – perché tanto so che purtroppo qui nella Terra dei cachi non arriverà mai e poi mai -: Beasts of the Southern Wild.
Ora, cercare di tradurre adeguatamente in parole un’esperienza visiva ed emozionale come quella legata al lavoro di Ben Zeitlin suonerebbe riduttivo rispetto ad una favola nera, una magia per gli occhi, uno squarcio sulla nostra realtà – in particolare, il dramma dell’uragano Katrina – rivisitata secondo una mitologia nuova: basterebbe la magnifica Hushpuppy, che vive a Bathtub con il sanguigno padre in mezzo agli animali aspettando lo scioglimento dei ghiacci ed il sopraggiungere dei temibili Aurochs ed osserva il mondo oltre la diga, dove vivono tutte quelle persone incapaci di ascoltare le sincronie dei battiti del cuore, che mangiano cibo confezionato preso dai supermercati e festeggiano solo una volta l’anno, mentre a Bathtub si festeggia ogni giorno, e quando qualcuno muore non si versano lacrime, ma si brinda.
Basterebbero le immagini della festa che aprono allo spettatore il mondo di questa strana città in attesa di essere sommersa, con la bambina che ci corre incontro portando delle stelle tra le mani per dare la dimensione di un miracolo che prende forma proprio di fronte ai nostri occhi, accompagnato da una colonna sonora splendida, dalla selvaggia poesia che rese grande il primo Malick – più volte mi è parso di ritrovare Badlands in questo fulminante esordio cinematografico -, da un gruppo di personaggi che danzano attorno ad una protagonista indimenticabile che è già la Ree – ricordate Winter’s bone – di questo nuovo anno – e attenzione alla giovanissima attrice, è un fenomeno -, da un crescendo che è un brivido dopo l’altro, anche nei passaggi più oscuri o ermetici che richiederebbero una seconda – e una terza, una quarta, e così via – visione, che qui al Saloon sarà sempre concessa a perle grezze e travolgenti come questa.
Queste Bestie del profondo Sud, che giungono macinando Spazio e Tempo neanche suonassero la carica per una rivincita rispetto ai millenni passati lontane dalla Storia, paiono giunte per scuotere il mondo intero – del Cinema, e non solo -, e nel loro incontro con Hushpuppy che si pone di fronte alla loro cavalcata c’è tutta la potenza della settima arte, da I 400 colpi a Take shelter.
Hushpuppy non si rifugia da nessuna parte, però: cerca, esplora, corre, salva, mangia, da fuoco alla sua baracca, gioca, guarda il mondo e lascia un’eredità per gli scienziati del futuro, quelli che studieranno la storia di Bathtub e chissà, forse scopriranno un segreto che salverà loro la vita.
Hushpuppy che è accanto a suo padre come una compagna, e vive il ricordo della madre come una visione che prende forma e voce, e guida le sue piccole mani ed il cuore che batte attraverso il mondo.
E lei lo percorre tutto, questo pianeta strano, selvatico, splendido e spietato, perché non si farà mai prendere prigioniera dalla parte che vegeta oltre la diga, lontana dall’acqua e dal cuore, dove le tute protettive e le pareti sono troppo spesse per poter appoggiare l’orecchio sulla nuda pelle e sentire quel ritmo vertiginoso ed ipnotico salire, scandendo i passi della danza che dalla nascita ci porta fino alla morte.
E neppure quel momento fa così paura a questa eroina dall’incedere sconnesso da neonata e dalle mani salde di Madre, perché un cuore che si spegne è soltanto il prologo di uno che comincerà a cantare, e non ci sono lacrime – o almeno, come direbbe Gandalf, non quelle che possono nuocere – in grado di togliere qualcosa alle sue conquiste, all’esperienza di un percorso che è proprio come quello delle Bestie del selvaggio Sud, che ruggiscono la loro voglia di libertà e corrono fino a sfinirsi per poi mangiarsi l’un l’altra, perché sono animali, e non possono fare altro che assecondare gli istinti.
E chissà che questo uragano di wilderness non possa insegnare qualcosa a questi misteriosi e lontani scienziati del futuro, che un giorno troveranno l’eredità di Hushpuppy e scopriranno di avere tra le mani la scintilla in grado di accendere un fuoco che non ha pari: quello della Vita.
Un primo battito, un vagito, un grido, un canto.
Questa è Hushpuppy di Baththub, che affrontò a viso aperto gli Aurochs.
Hushpuppy che viveva con suo padre, che festeggia ogni giorno, che guarda avanti senza farsi rubare spazio dalle lacrime.
Hushpuppy che porta stelle tra le mani.
Hushpuppy che seguirei in capo al mondo, senza smettere di ballare.
Perfino io, una Bestia del selvaggio Sud che ringhia e corre e sbrana.
MrFord
"But on the south side of Heaven
wont you take me home
cuz i've been broke down in Texas
so long it's getting cold."
Ryan Bingham - "Southside of Heaven" -

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