Magazine Cultura

Beat Generation: "E Gli Ippopotami si sono lessati nelle loro vasche"

Creato il 05 aprile 2014 da Chronicles From The Holocene @holojay

Kerouac,Carr, Ginsberg


"E gli Ippopotami si sono lessati nelle loro vasche" (2008), Adelphi, è un libro scritto a quattro mani da William S. Burroughs e Jack Kerouac, il racconto romanzato di una storia vera, accaduta nell'estate del 1944 in una New York surreale e deformata dal caldo e dalle passioni umane.
Philip Tourian (Lucien Carr) è un ragazzino eccentrico, di una bellezza esotica e accattivante, con un padre assente da poco finito in prigione. Ad undici anni, nel suo peregrinare per l'Europa assieme alla madre, incontra Ramsay Allen, chiamato da tutti semplicemente Al, omosessuale con il doppio dei suoi anni che di Phil si innamora perdutamente, lo istruisce e gli fa da padre, madre e amico. Mai da amante però, stando ai racconti che faceva a Will Dennison, alter ego di William Burroughs nel libro. Ed è lì il contatto, il legame che unisce il ragazzo alla nascente scena beat. Lui crea il primo embrione del gruppo, instaura i legami che chi ha già sentito parlare di beat generation ben riconoscerà: Allen Ginsberg - assente dal libro, se ne vede un probabile richiamo nella figura di James Cathcart- sarà suo compagno alla Columbia, dove entrambi studiano Letteratura; Burroughs è amico di infanzia del suo protettore David Kammerer (Al); più tardi Lucien conoscerà Kerouac (Mike Ryko) mentre è alla ricerca di un "vero scrittore".
Perchè Lucien (o Phil) rappresenta in un  certo modo l'ideologo della beat generation, con la sua New Vision, presa in prestito da Rimbaud, afferma che:
 
  1) la nuda espressione di sé è il seme della creatività;
  2) la coscienza dell'artista è ampliata dallo sconvolgimento dei sensi;
  3) l'arte non è soggetta alla morale convenzionale.
Burroughs diceva di Kammerer che "era sempre molto divertente, la vera anima delle feste, completamente senza alcuna morale borghese"
Questo era ciò che trasmise a Lucien, una smania anticonformista e provocatoria che unita alla sua giovanile foga fu in grado di condizionare i suoi amici, di esplicitarne le tendenze represse e di renderle vive. Questo sarà ciò che essi ricercheranno nella scrittura, ovvero qualcosa di vivo e libero, non imprigionabile dalle catene della forma.

Burroughs, Carr, Ginsberg


"E gli Ippopotami si sono lessati nelle loro vasche" ha una storia editoriale strana, per certi versi ricalca la tarda fortuna letteraria che ebbero i suoi autori: scritto nel '45 immediatamente dopo i fatti che lo ispirano, non vedrà la luce prima del 2008, complici il rifiuto degli editori e di Carr stesso, il quale convisse per tutta la sua vita con i fantasmi di questa storia.
Storia che si apre con la descrizione dei personaggi principali da parte di Dennison-Burroughs, che fa il barista nel Village; egli è il più maturo e si presenta rispetto a loro e alle vicende narrate in maniera distaccata, quasi con scherno:

"Phillip era seduto di fronte a Barbara e ogni tanto allungava il collo e lei gli carezzava i capelli. Mi davano il voltastomaco” (pag. 132).

Essi sono proprio come ci si aspetta che siano: figure assurde, squattrinati a vita, che vagano per New York attraverso una coltre di caldo, alla ricerca della migliore sbronza possibile. Chiedono soldi a destra e a manca, dormono un po' qui e un po' lì, hanno relazioni che non possono definirsi stabili. Perché vagano sempre senza meta, cercando prima di tutto se stessi.
L'impressione è che i due autori vogliano consapevolmente nascondere qualcosa delle proprie personalità, per non cercare di spezzare o alterare una linea narrativa che, facendo altrimenti, poteva incrinarsi. Ricordiamoci che si alternano nelle scorrere dei capitoli. E questo non è poi così evidente, nè rovina l'insieme del racconto.
In questo ensemble di vagabondi stride senza dubbio la figura di David Kammerer (Al), quarantenne e con ben altre prospettive, se non fosse per l'amore ossessivo che prova per Philip.

“Durante il film Al continuava ad allungare il collo per guardare Phillip e a un certo punto è andato a sedersi nella fila accanto dove poteva osservare il profilo di Phillip senza ostacoli” (pag. 89).

Il loro rapporto si fa mano a mano asfissiante e sregolato, esplode spesso in parossismi esagerati. Philip tortura Al con "prove d'amore" e di devozione a cui l' altro si sottopone senza battere ciglio:
 “ Phil ha spinto la paprika verso Al dicendo a voce alta: Dai, Allen, vediamo se riesci a mangiare un cucchiaio di questa roba. Keats ci è riuscito...Così Al si è ficcato tutta la paprika in bocca e l'ha tenuta lì...Tieni, ha detto Phillip, bevici insieme un po' d'acqua. Così è ancora peggio. Così Al ha bevuto l'acqua mentre lacrime copiose gli solcavano la faccia e diceva Ouu! E poi sorrideva a Phillip...continuava a dire Ouu! E a sorridere a Phillip, come un idiota che brucia sul rogo e sorride e scuote la testa e dice ai suoi aguzzini: Urca ragazzi se scotta! (pag. 98).
Per fuggire da questa relazione Philip decide insieme a Myke (Kerouac) di cercare un imbarco su una nave diretta in Francia, in Normandia, per poi fare rotta su Parigi, dove entrambi sognano di recarsi.
Così mentre una Parigi da sogno prende lentamente vita incorporando memorie rimbaudiane, nella New York reale i due smaniano per rimediare un posto improbabile per entrambi su di una nave diretta a Le Havre. Ed è qui che la situazione degenera, cioè quando Al-David viene a conoscenza del progettato tentativo di fuga, perchè di questo si tratta, e del rifiuto opposto da Phil al fatto che lui li accompagni. Al termine di una serata alcolica fatta di vagabondaggi da un bar all'altro, inseguimenti e scenate pseudo-adolescenziali, la lite degenera in assassinio:
“Bé, così gli ho detto: “Vuoi morire?” e lui ha detto: “ Sì”. Ha fatto un paio di battute e ha cercato di abbracciarmi. Avevo ancora in mano l'accetta, così l'ho colpito in fronte. E' caduto. Era morto. Ora dammi quei cento dollari. Devo andarmene da questo Paese”
Lucien nella realtà pugnala David Kammerer con un coltello da boy scout, e mentre ancora agonizza, riempie le sue tasche di sassi e lo spinge nel fiume Hudson, dove affoga. Più tardi si costituirà, non prima di essersi confidato con i suoi amici, rendendoli quindi suoi complici, ed aver capito il da farsi.
Will Dennison gli dirà:
“Sai cosa ti è successo, Phil? Al ti ha aggredito. Ha cercato di stuprarti. Hai perso la testa. Non ci hai visto più. Lo hai colpito. E' barcollato all'indietro ed è caduto dal tetto. Trovati un bravo avvocato, nel giro di due anni sei fuori” 


Ed è proprio ciò che fece, relegando Kammerer al ruolo di molestatore omosessuale e stalker.
La storia ebbe una grande eco sulla stampa, che non fece altro che fare leva su la natura omossessuale della vittima, rinforzando la tesi degli avvocati di Carr, che scontò così a malapena due anni di riformatorio.

Lucien Carr, anni dopo

La vicenda non è chiara, ma è sicuro che Lucien non disprezzasse Kammerer, nonostante il tipo di rapporto che condividevano:
“ Ho scolato il Calvert e di punto in bianco ho visto Phillip che fissava il vuoto mentre due lacrime gli solcavano la faccia. Ero imbarazzatissimo, non l'avevo mai visto piangere. Volevo mettergli la mano sulla spalla e alla fine gliel'ho messa. “C'è un tempo per ogni cosa” ho detto “c'è un tempo anche per uccidere. Saroyan” (pag. 145).
Curioso è constatare come da questa storia abbiano tratto origine le prime esperienze letterarie, per quanto acerbe, di questa congrega di giovani artisti. Sia Ginsberg che Kerouac cominciarono con quest'episodio: l'uno scrisse un tema scolastico, l'altro ne parlò velatamente ne "La Città e la Metropoli", sua prima pubblicazione, oltre che in questo "E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche".
Carr rifiutò costantemente ogni tentativo di rimestare dall'oblio i particolari della vicenda e si oppose a che se ne parlasse. Uscito dal riformatorio iniziò a lavorare per la United Press, si sposò ed ebbe tre figli: questa esperienza l'aveva definitivamente cambiato.
Yeats diceva che la vita è circolare, come una ruota su cui siamo costretti a girare. Per vivere e poi morire in un cerchio senza fine. Fino a che qualcuno non ne spezza il fluire. Rompendolo, il mondo si amplia, la vita inizia a svolgersi su un piano ideale. Questa vicenda, l'omicidio e l'oblio volontario in cui Lucien si confina, fanno da medium per una procedura di questo tipo, la loro "morte" interrompe il cerchio consentendo agli altri di librarsi in alto, prendendo da questa vicenda il là verso una vita più libera.
(Su questa vicenda da vedere il film: Kill your Darlings, con Daniel Radcliffe e Dane DeHaan)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :