Un tempo dicevo che Gesù era il mio personaggio immaginario preferito, poi ho corretto il tiro. Non ho motivo di dubitare della sua esistenza, qualcuno deve aver pur detto certe cose, magari un collettivo, come Omero o Luther Blissett/Wu Ming, non cambia niente. Solo, non credo alla sua natura divina. Fottesega che fosse figlio di una vergine ascendente sagittario, avesse fratelli, mogli, figli… a meno che non si parli de Il Codice Da Vinci. L’importante per me è il suo messaggio di amore, compassione e perdono. Gesù usava l’intelletto per sovvertire l’ordine costituito e scardinare i dogmi di una società gretta e oscurantista. È stato un rivoluzionario. Era un uomo che sfruttava appieno le sue potenzialità: in quel senso sì, un dio. Come Socrate, John Lennon, Bill Hicks. Come potremmo essere tutti, bene o male.
L’ateismo non è una malattia, me l’ha detto il mio ginecologo che l’ha letto su Wikipedia.
Compiangere gli atei che cercano: infatti non sono abbastanza infelici?
–Blaise Pascal
Molti credenti con la bava alla bocca intimano agli atei di suicidarsi, ché se si è venuti al mondo senza un motivo, la vita stessa non ha significato. Sarebbe bello se bastasse uscire da una fica per avere uno scopo: è vivendo che lo si trova, magari anche più di uno. Qual è il senso di un bambino che muore appena dopo il parto costringendo la madre alla stessa sorte, se non dare a Mara Venier e Barbara D’Urso qualcosa per cui commuoversi?
Non voglio raggiungere l’immortalità attraverso le mie opere; voglio raggiungerla vivendo per sempre. Non mi interessa vivere nel cuore degli americani; preferisco vivere nel mio appartamento.
–Woody Allen
Accettare d’esser frutto del caso e non aver bisogno di Dio sarebbe superbia allo stato puro, mentre invece asserire di essere stati creati espressamente a propria immagine e somiglianza da un’entità superiore e perfetta, prediletti tra tutte le altre creature in tutto il multiverso nei secoli dei secoli, speciali secondo criteri arbitrari e vantaggiosi è da umili, no? Logico e coerente. Ma vai a cercare logica e coerenza in un credente.
- Sei ateo? Come fai a vivere?
- I miei genitori hanno scopato.
La riproduzione non è affatto un miracolo, non c’è niente di divino o mistico, è un processo che avviene in tutte le forme di vita apparse su questo pianeta: dinosauri, piante, sardi e via discorrendo. Cosa c’è di speciale? “Frutto del caso” non significa che prima non c’era niente e poi, puf!, eccola lì, no. Penso che sia il risultato di cause e conseguenze fortuite occorse nell’arco di tipo cinque miliardi di anni. Avete mai contato fino a cinque miliardi di anni? Sapete cosa scoprirete? Di essere morti, con tutta probabilità.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c’è, quando c’è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti. Per i vivi non c’è, i morti non sono più.
–Epicuro
Grazie per non inquinare la tua mente
Non è che uno si sveglia la mattina e non crede più in Dio e nell’aldilà. Cioè, sì, a me è capitato così, ma è stato pianto e stridore di denti per un anno intero, prima che la paura mi facesse tornare a credere. Per un po’, poi sono rinsavito.
Credo che quando morirò il mio corpo si decomporrà, e nulla del mio io sopravvivrà. La felicità non è meno vera solo perché finisce, e nemmeno il pensiero e l’amore perdono valore perché non sono eterni.
–Bertrand Russell
E poi credere che non ci sia niente dopo la morte dovrebbe essere uno stimolo a vivere al meglio. Lo dicono in tanti, su Facebook, tra un post contro l’iPhone 5 e il countdown a breaking dawn – parte 2.
Se la morte è assenza totale di sensazioni, come se si dormisse un sonno senza sogni, oh, essa sarebbe un guadagno meraviglioso.
–Socrate
La mia è una famiglia molto religiosa, perciò ho avuto molta più paura a confessare di essere ateo che di fumare. Nonna prega costantemente per me ed è convinta che “mi passerà”, papà e mia sorella s’incazzano ogni volta che tiro fuori le incoerenze della Chiesa e mamma crede che non abbia scrupoli o etica. Solo perché prendo per il culo pubblicamente le loro sciocche credenze.
Noi atei crediamo di dover agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso.
–Margherita Hack
Una volta discussi con una mia amica riguardo la blasfemia. Secondo me chi non crede non può essere “blasfemo” proprio perché non dà valore alla religione, quindi non rientra nei suoi canoni: al massimo è irriverente o irrispettoso. Anche Pollon sarebbe blasfemo, sennò: le mitologie sono religioni alle quali non crede più nessuno. Due pesi e due misure: bestemmiare il “nostro” dio è blasfemo, dire “cazzo di Buddha” è creativo. Ma tanto lei mi dava contro a prescindere perché la molestavo.
A me non piace la definizione di “ateo” perché ad affibbiarmela sono coloro che credono in Dio e guardano il mondo esclusivamente dal loro punto di vista, dividendolo in quanti credono o non credono. In questa etichettatura c’è tutta la prepotenza del loro schema mentale, che fa della loro fede la discriminante tra gli uomini.
–Umberto Galimberti
atheoi, “[coloro che sono] senza dio”
Roger m’ha detto di farmi sbattezzare, ché sennò rientro nel numero di Cattolici anche se non lo sono, ma per me farlo vuol dire riconoscerne il valore. La Chiesa ha bisogno dei numeri per sentirsi grande? È qui che si evince la sua piccolezza.
Commento di Elisa (aka Anti-Batman): “Come se la cosa più importante nel cattolicesimo e nel Natale sia ricevere regali…”
Gli atei annoiano perché parlano sempre di Dio.
–Heinrich Böll
Forse l’ideale è lo gnosticismo, ma non credo che la sospensione del giudizio faccia parte della natura umana.
Ora, qui mi sembra giusto specificare che esistono ovviamente dei credenti che affrontano la fede con serietà e senza pregiudizi, facendosi domande e cercando di non appiattirsi sulle posizioni definite dalla società, e sono quindi tanto liberi quanto un non-credente. Al contrario esistono moltissime persone che si disinteressano completamente della religione e a volte sono considerati “atei/agnostici”, in genere non hanno posizioni politiche e si interessano esclusivamente dei problemi immediati della quotidianità… queste ultime persone sono il prototipo di coloro che col passare degli anni si avvicineranno alla religione quando e solo se ne avranno bisogno, perché la totale mancanza di riflessione personale non può che portare all’adeguarsi alla tradizione, a lungo termine. La percentuale di “menefreghisti” rispetto al totale è in costante aumento ed è il vero problema della nostra società, tutta concentrata sul proprio orticello privato e troppo impegnata a farsi i fatti propri per accorgersi di cosa gli succede attorno. Ovviamente è mille volte meglio un credente che riflette autonomamente piuttosto che un non credente deficiente. E ce ne sono tantissimi di quest’ultima categoria.
–Blogzero, Dio non esiste
Va tutto bene.
-m4p-
PS
La ridondanza del verbo “credere” nel post è decisamente voluta.
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