Sovente guardo la mia biblioteca come alla raffigurazione casalinga di un cimitero.
La grande scaffalatura a parete è un superbo colombario senza un fine riconoscibile. I nomi degli autori impressi sui dorsi sono il paradigma immaginario delle epigrafi di un cinerario.
I libri "morti" stanno lì per anni, non cercati, dimenticati.
Dietro a ogni dorso, in polvere cartacea, persiste il riassunto delle esistenze. Silenziose.
Beato l'uomo capace di risvegliare un testo. Che equivale a resuscitare un morto.
(Giuseppe Marcenaro, Cimiteri. Storie di rimpianti e di follie, Leonardo Mondadori)