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Qualche anno fa, in una rivista femminile, mi è capitato di leggere per caso un articolo dedicato ad una illustratrice italiana che vive e lavora in Francia, Beatrice Alemagna. Incuriosita dai suoi disegni e dalla sue parole, ho ordinato via internet, così a scatola chiusa, un paio di suoi libri, che si sono poi rivelati due capolavori: Mon Amour et Gisèle de Verre. Il primo (mio personale coup de coeur di tutta la vita) è la storia di un esserino un po’ bizzarro che tutti vogliono catalogare in qualche modo e che deve aspettare l’arrivo di un altro esserino altrettanto bizzarro per essere accettato, ed amato, per quello che è (scuole: adottatelo come libro di testo per far capire in maniera semplice e geniale l’importanza di tutto ciò che è altro da noi!!!). Il secondo è la storia di una bambina dalla testa trasparente attraverso la quale si possono leggere i suoi pensieri. Con tutte le conseguenze, anche molto tristi, del caso. L’universo di Beatrice è un universo così particolare ed affascinante, che è impossibile non rimanerne incantati. Sia i suoi testi che le sue tecniche (che cambiano di libro in libro, ma comprendono un misto incredibile di disegno, collage, stoffe, bottoni, vecchie fotografie in bianco e nero) sono l’espressione di un animo sensibilissimo e speciale, che una volta conosciuto non si vorrebbe lasciare mai. Alla quinta lettura di Mon Amour e conseguente, ennesimo pianto finale, mi sono detta che dovevo scrivere a questa ragazza. Ho guardato le pagine gialle di Parigi sul web e ho trovato un'unica Beatrice Alemagna residente in città. Ho sperato che fosse lei e le ho spedito una lettera. E’ andata a finire che era veramente lei. Beatrice mi ha risposto, ci siamo scritte per qualche tempo e poi, quando mi sono trasferita anch’io a Parigi, ci siamo conosciute. Di persona, Beatrice è fiabesca come le sue storie, con due grandi occhi blu spalancati su questo strano mondo. Persino casa sua è come una fiaba, con una foresta dipinta in soggiorno e bellissimi disegni in sala da bagno. L’unica cosa che a me è sempre sembrata incredibile, e profondamente ingiusta, è che in Italia Beatrice non sia conosciuta come in Francia, dove ha vinto premi su premi ed ha una solidissima fama che cresce di libro in libro (le sue opere per altro sono tradotte in moltissime lingue straniere, comprese giapponese e coreano). Da qualche tempo, però, le cose stanno cambiando: un paio d’anni fa è stato pubblicato un suo libro per le edizioni Topipittori: Che cos’è un bambino, e stanno diventando numerose le mostre dedicate ai suoi lavori, soprattutto a Bologna, che è la sua città natale. Ma ancora una volta è il cinema che pensa a fare un po’ di giustizia. Beatrice, che da anni crea delle meravigliose illustrazioni per le rassegne di cinema per l’infanzia del Centre Pompidou (date un'occhiata al suo sito: www.beatricealemagna.com), ha ricevuto una proposta dal regista/attore/scrittore Ascanio Celestini. Celestini, grande ammiratore del suo lavoro, le ha chiesto di disegnare l’affiche del suo nuovo film, La Pecora Nera, uno dei quattro film italiani in concorso al Festival di Venezia di quest’anno e attualmente in programmazione nelle sale italiane. Come potete notare, l'illustrazione è un vero gioiello, e fa venir voglia di correre al cinema a vedere la pellicola. Vivendo qua a Parigi, io ancora non ho avuto modo di farlo, quindi non posso esprimere giudizi, ma una cosa è certa: se è come l’illustrazione di Beatrice... sarà una meraviglia!